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Emma Maugeri

Direttore artistico, scenografa, fotografa e pittrice.

 

"Il Buio dai Mille Colori"

It. 2014

 

MANIFESTO 0:

Molte volte chi guarda un film e appartiene al pubblico medio tende a valutare gli attori e il regista dimenticandosi delle altre maestranze che hanno partecipato alla realizzazione del progetto filmico. Potresti spiegare in breve a chi non conosce questo ambito lavorativo in che cosa consiste il tuo lavoro? Quali sono le difficoltà? Che tipo di attenzione richiede la scenografia? 

 

EMMA MAUGERI:

Scenografare un set è compito assai impegnativo e di grossa responsabilità sul prodotto finale. Caratterizziamo i luoghi, diamo un senso e un'emozione allo spazio in cui agiscono gli attori, progettiamo gli spazi e gli ambienti in piena sinergia con il regista così da regalare al pubblico immagini efficaci ed indimenticabili. Le difficoltà sono proprio queste! Senza dimenticare che ogni personaggio della storia ha una sua personalità! “Tu come lo vedi?” ci chiedono spesso i registi, e noi, attraverso quasi uno studio psicologico sui personaggi, una lettura attenta e analitica della sceneggiatura, contestualizziamo la storia nell’ambiente più giusto.

 

 

 

MANIFESTO 0:

Hai lavorato sia in ambito cinematografico che televisivo. Che differenze hai potuto riscontrare? In quale dei due preferisci lavorare? Quale ti ha dato più spazio artistico?

 

EMMA MAUGERI:

Le differenze non sono tantissime quando si svolge bene il proprio lavoro: i dettagli fanno la differenza. Nel cinema c’è più spazio, più calma, la propria espressione artistica ha più respiro. Per farti capire: hai presente un prodotto artigianale? Quello è il cinema. Hai presente invece una grossa azienda che esporta in tutto il mondo? Quella è la tv! Ci sono aspetti positivi e negativi in entrambe le situazioni! Sicuramente io preferisco il cinema. L'emozione che si prova nel vedere il proprio lavoro sul grande schermo è qualcosa che non si può descrivere a parole, ma di certo la televisione rimane un mezzo di comunicazione colossale.

 

 

 

MANIFESTO 0:

Come è nata l'idea di diventare scenografa?

 

EMMA MAUGERI:

Ho cominciato a 15 anni col teatro, poi sono passata a realizzare cortometraggi indipendenti per poi arrivare al piccolo e al grande schermo. Non ricordo quando sia nato il mio amore per questo mestiere, credo che ci sia sempre stato: è l'unico mestiere che riesce a coniugare le varie forme d'arte in cui sono immersa e che m’ispirano, come la fotografia e la pittura. Io infatti nasco come pittrice e fotografa e il mio percorso mi ha portato fino a qui.

 

 

 

MANIFESTO 0:

Che studi dovrebbe affrontare e che tipo di gavetta fare chi decide di lavorare nel mondo delle scenografie secondo te?

 

EMMA MAUGERI:

Personalmente ho frequentato ingegneria edile e mi sono diplomata all'Istituto d'Arte di Catania. Sarà stato proprio muovermi in maniera del tutto alternativa che mi ha dato la possibilità di fare questo mestiere. E’ passato il messaggio? Ci sono tantissime scuole di scenografia, accademie, botteghe artigiane con corsi nel fine settimana, tutte nobilissime attività! Uno stimolo in più è sempre una benedizione! Arrivando alla tanto discussa “gavetta”, di certo non sono rimasta ad aspettare che cadesse dal cielo! Valigie in mano, tanta voglia di farcela, e le prime soddisfazioni non tardarono ad arrivare. Sicilia, Italia, Giappone, emozioni che non dimentico! Siate ingordi di esperienze, siate svegli!

 

 

 

MANIFESTO 0:

In che progetto lavorerai prossimamente? 

 

EMMA MAUGERI:

Dov’è il pulsante “passaparola”? A parte gli scherzi, sto valutando una serie di sceneggiature che mi hanno proposto e sarò sincera è sempre impegnativo capire qual’è il lavoro vincente. Nonostante questo, insieme ad Antonio Ignoto regista e sceneggiatore catanese, stiamo mietendo soddisfazioni! Solamente un anno fa abbiamo fondato “Alpha Vision Produzioni”, e in ben che non si dica i nostri lavori hanno raccolto premi e riconoscimenti in tutta Europa. Francia, Ungheria, Inghilterra, Italia, sono solo alcuni Paesi che hanno apprezzato la nostra fatica. In particolare con “Il Buio dai Mille Colori”, un cortometraggio di sensibilizzazione con Caterina Mannelloe Beatrice Fazi, il quale fino a pochi giorni addietro ha ricevuto, ancora, ben due primi premi, gli ennesimi, in un festival romano giunto alla sua settima edizione. Il futuro? Il duemilaquindici sarà un anno importante. Più di quanto io stessa, forse, posso immaginare.

 

 

 

MANIFESTO 0:

Qualche settimana fa si è concluso il Cinecittà Film Festival, un evento autogestito e organizzato come protesta contro il piano di Luigi Abete. E' un aspetto che ti interessa come maestranza? Cosa ne pensi di Cinecittà e più in generale del cinema italiano? 

 

EMMA MAUGERI:

Cinecittà...Di cosa parli?  Quale cinema italiano? Lo stesso cinema pieno di volgarità che cerca di far ridere solo con l'utilizzo di parolacce o di nudità? Il cinema non è quello!

Il botteghino parla da solo: se da una parte quello che fino ad un paio d'anni fa difendevamo a spada tratta come rappresentazione della nostra cultura, il famoso “cinepanettone”, è ormai morto, con tutto quello che esso rappresenta, dall'altra parte gli incassi maggiori li continuano a fare film stupidi e demenziali figli dei precedenti. La gente vuole ridere! La gente vuole rilassarsi! La gente non vuole pensare. Non vuole riflettere sul senso vero della vita. E ci lamentiamo pure quando i nostri figli non sanno mettere in ordine un periodo semplice?

Giovani autori, ragazzi e ragazze gravidi di nuove idee, nuove maestranze che potrebbero risollevare la settima arte nel nostro Paese, menti fresche pronte a portare ventate di aria nuova e invece? Precipitiamo sempre più nell’ebetismo.

Le eccezioni ci sono, senza dubbio, ma sono eccezioni. Pieno appoggio quindi alle produzioni e distribuzioni indipendenti, unica e sola salvezza che il cinema italiano ha per risorgere da questo vortice speculativo.

 

“...Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi demenziali con tribune elettorali...”

 

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