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Maicol Jecson

un film di Enrico Audenino e Francesco Calabrese

 

genere: commedia

anno: 2012

uscita nei cinema: 17 luglio 2014

 

 

MANIFESTO 0:

Dal 17 luglio nei cinema è arrivata la commedia MAICOL JECSON. Come vi è venuta l'idea? La comicità all'interno del film non è la solita italiana. Quali sono stati i parametri che vi siete dati per la sceneggiatura?

 

ENRICO AUDENINO:

Leggendo un racconto di A.M. Homes tratto da “La sicurezza degli oggetti”.

Ci siamo ispirati senz’altro alla commedia indie americana, ma abbiamo anche seguito la nostra personale ironia, fatta più di situazioni che di giochi di parole. Abbiamo cercato in molti casi il paradosso e l’inaspettato.

 

 

 

MANIFESTO 0:

La vostra collaborazione dura ormai già da qualche anno, infatti prima del film MAICOL JECSON avevate co-diretto due cortometraggi “I killer” e “Death by sexy”. Com'è nata la vostra collaborazione? Quando avete deciso di fare il grande passo dai corti al lungo?

 

ENRICO AUDENINO:

Ci siamo conosciuti nel 2001 per caso all’università di Torino. Dopo anni di gavetta, di cortometraggi e di tentativi abbiamo deciso di scrivere il nostro primo lungometraggio.

 

 

 

MANIFESTO 0:

Tommaso ha una passione per Michael Jackson. Perché avete scelto proprio questo personaggio come idolo di uno dei personaggi?

 

ENRICO AUDENINO:

Perché entrambi abbiamo avuto durante l’infanzia una grande passione per questo cantante e perché pensiamo che sia un simbolo potente dell’adolescenza, età che abbiamo cercato di raccontare in questo film. 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Per te Enrico è la tua prima esperienza al lungometraggio a differenza di Francesco Calabrese che ha già fatto anche alcune fiction tv. Come ti è parso dirigere un'opera di questa portata?

 

ENRICO AUDENINO:

È stata un’esperienza esaltante, ricca di imprevisti ma anche di sfide e, nonostante tutto, sono molto contento del risultato. 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Si è appena concluso il Cinecittà Film Festival, un evento autogestito e organizzato come protesta contro il piano di Luigi Abete. Cosa ne pensate di Cinecittà e più in generale del cinema italiano?

 

ENRICO AUDENINO e FRANCESCO CALABRESE:

Pensiamo che sia un patrimonio inestimabile per il nostro Paese e che come tale vada salvaguardato. Certo da Torino il punto di vista è diverso e ci godiamo insomma i vantaggi e gli svantaggi della provincia.

Collaborazioni: 

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