4 LUGLIO 2012 ~ L'inizio
Presso la Direzione Generale Cinema del Mibac si riuniscono varie categorie del cinema italiano per discutere per l'ennesima volta temi già trattati: I finanziamenti, le cause dell'infertile stagione cinematografica, il sistema produttivo, la qualità dell'offerta... ma questi non sono gli unici argomenti del giorno. È previsto un serio dibattito anche sullo sciopero indetto dai lavoratori di Cinecittà. Nel frattempo una schiera di registi di fama nazionale e internazionale, tra i quali possiamo trovare Bellocchio, Tornatore, Costa Gavras, Loach, Bertolucci, Scola, chiede un intervento immediato da parte di Napolitano e di Monti.
Al fermento generale interviene anche il Sncci (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) che chiede un incontro urgente con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. "Pur condividendo la necessità di rivedere, ove necessario anche drasticamente, i criteri di gestione del CSC, certamente criticabili, contestiamo i modi verticistici e troppo frettolosi dell'intervento. Le decisioni governative, in una preoccupante linea di continuità tra le scelte politiche del precedente governo, continuano a cadere dall'alto, soprattutto quando si tratta di questioni culturali, senza un minimo confronto preliminare con le diverse categorie cinematografiche, che potrebbero portare un contributo costruttivo e qualificante. Quanto al merito del provvedimento, ancora una volta, anziché puntare a una politica di rilancio delle istituzioni pubbliche operanti nel campo della cultura, si continua a pensare solo ai tagli dei costi pur necessari, trascurando però l'obiettivo di accrescere e migliorare le attività propriamente culturali e la loro fondamentale incidenza sociale. Non si fa minimo cenno ai criteri indispensabili ad assicurare l'eccellenza dell'insegnamento e l'adeguamento degli strumenti didattici, e anzi restano del tutto ignoti i criteri di scelta delle persone che saranno chiamate a gestire il nuovo organismo. Si conferma così la mancanza di una visione globale e unitaria cinematografica, intesa anche come momento essenziale della più generale politica culturale del Paese."
Ma la gente non si mobilita solo a Roma. Dopo l'incendio dello studio di Fellini, il 19 Luglio, dalla Francia arriva un trattato firmato da Olivier Nakache, Jean-Paul Salomè, Claude Lelouch, Coline Serreau, Raol Peck, Radu Mihaileanu, Jeanne Labrune, Costa-Gavras, e tanti altri. "Allarmati da Ettore Scola, i cineasti europei sono scandalizzati di constatare che gli studios di Cinecittà, luogo emblematico del patrimonio cinematografico mondiale, sono in pericolo per motivi speculativi e sono vergognosamente considerati alla stregua di un parcheggio e di un supermercato. E' così urgente distruggere questo luogo del cinema di Fellini, Visconti, Comencini, Lattuada e tanti altri per costruire un centro di Fitness? Dimagrire alle spese del patrimonio e della cultura è simbolico. Neanche sotto Berlusconi non si era tanto osato." È l'appello che viene dai francesi, un appello che chiede alle autorità europee di proteggere Cinecittà e dichiararla monumento storico della cultura.
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