4 Novembre 2012 ~ La raccolta delle firme
A distanza di 4 mesi si tirano le somme e quello che si può notare è che lo sciopero continua.
I telegiornali delle tv più famose italiane non ne hanno ancora parlato e il governo giustifica la sua passività con “non possiamo fare niente”.
18.300 firme sono giunte al capo di stato, Giorgio Napolitano il 12 Ottobre, consegnate da una delegazione di lavoratori di Cinecittà. In testa il regista Citto Maselli ed Athos de Luca che dichiara: “Il marchio di Cinecittà deve essere usato per valorizzare il patrimonio professionale e culturale famoso in tutto il mondo e non per operazioni finanziarie. Il Presidente Napolitano, può sensibilizzare le istituzioni a favore di un settore che ha fatto la storia e può fare il futuro della cultura italiana”. Ma De Luca non si ferma qui: “Mentre a Parigi costruiscono Cinecittà, a Roma qualcuno la vuole distruggere. I lavoratori non lottano solo per il posto di lavoro, che gli verrebbe garantito comunque, ma per salvare Cinecittà e il loro patrimonio di professionalità. Il Sindaco di Roma, dovrebbe essere il paladino di questa battaglia, anziché schierarsi sempre con il potere finanziario della città.”
Dobbiamo sempre distinguerci per il nostro modo di fare e di essere: mentre continuiamo a scrivere a La Repubblica i francesi senza tanto girarci attorno hanno chiesto all'Unione Europea di far diventare Cinecittà patrimonio culturale. Perchè poi ci si domanda come mai Cinecittà sia in mano ad un privato. Abete non è Pittalunga. Abete non vede al di là di un conto in banca pieno di soldi, non sa che cosa sia il cinema se no non sarebbe così genio da tirarsi la zappa sui piedi in presenza di un mondo che contrariamente agli italiani non ha il paraocchi.
Il cinema italiano continuerà a marcire, non cambierà e Cinecittà verrà cementificata, è inutile continuare a sperare in qualcosa che non avverrà mai se non ne siamo davvero convinti, se non siamo pronti a batterci per i nostri ideali, se non siamo pronti a sacrificare tutto o qualcosa, se manca la forza di volontà e viviamo la vita, gli eventi in modo passivo. Trovo ridicolo fare tanti moralismi verso culture che ci appaiono così ingiuste rispetto alla nostra, vantarci di essere una democrazia, lottare per la libertà di altri popoli, cercare di far cadere dittature in altri Paesi, quando non siamo nemmeno capaci di cambiare le cose che ci circondano e che ci riguardano in prima persona.
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