4 Settembre 2012 ~ La conferenza di Abete
Alle Giornate degli Autori si è tenuto un incontro con Abete e tutti fiduciosi speravamo di avere nuove notizie a proposito del futuro di Cinecittà. Dopo la conferenza questo egli ha affermato:
- I lavoratori non verranno licenziati;
- Cinecittà non verrà distrutta, c'è uno spazio libero dove si può costruire e noi utilizzeremo quello;
- L'apertura di alberghi, centri benessere, parcheggi porterà di nuovo a Cinecittà le grandi produzioni internazionali;
Per l'enneima volta Abete ha ripetuto le stesse cose e i giornalisti hanno avuto il coraggio di scrivere che Abete si “è aperto al dialogo”.
Più di 200 lavoratori di Cinecittà stanno sacrificando il proprio stipendio e oggi a distanza di quasi due mesi i grossi media devono ancora parlarne. Non saranno una serie di strutture apparentemente “cool” che faranno venire qui produzioni estere le quali detengono un grande rispetto per il cinema. Per decenni le persone hanno trovato altri posti dove alloggiare o parcheggiare l'auto: negli anni del boom cinematografico italiano si facevano le code solo per i Teatri di Posa grazie alla qualità dei film che venivano girati all'interno di essi.
Possibile che dopo trent'anni svariate persone, solo per un mero desiderio monetario, continuino a rovinare il nostro cinema? Possibile che nessuno voglia cambiare le cose? Perché le persone scappano all'estero? Perché non esiste un'unità, una forza che faccia cadere il sistema? Possibile che le persone siano così passive?
Vogliamo veramente vivere in un Paese dove ci sono i tagli all'istruzione e alla cultura? Dove De Laurentiis aspetta 10 milioni dallo stesso Stato per produrre film che finiranno nel dimenticatoio non apportando nessun tipo di contributo alla società italiana (che giustamente vede i soldi delle proprie tasse gestiti in questo malo modo)? Possibile che ci siano regioni dove chi governa preferisce investire i soldi nel turismo piuttosto che attuare una politica di film induced turism molto più propensa a dare posti di lavoro alla gente del luogo e ad aumentare il turismo di qualche località? Davvero vogliamo lasciare che lo Stato continui a finanziare commedie e a sabotare i film di genere per lasciare libera strada al trash televisivo così da impedire al cittadino di pensare e di conseguenza di reagire alle ingiustizie che da anni esse vivono in una dittatura celata dietro una finta democrazia parlamentare?
Perché a Venezia hanno impedito ai lavoratori di sfilare sul Red Carpet? Forse il tappeto rosso è troppo pulito per gente in maglietta e pantaloncini che sacrifica il proprio lavoro, che lotta per milioni di italiani che semplicemente pensano che il cinema sia un vago passatempo fine a se stesso e che non si accorgono invece che la cinematografia è la più potente industria al mondo?
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