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Alberto Bogo

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MANIFESTO 0: EXTREME JUKEBOX è l'incarnazione in un certo senso di quella che è stata la tua vita, infatti possiamo ritrovare all'interno dell'opera dai personaggi all'ambientazione, dagli attori alla trama, musica e cinema, non è vero?



ALBERTO BOGO: Si, e naturalmente anche della vita del mio socio e co-sceneggiatore del film Andrea Lionetti. In un certo senso credo di avere avuto la necessità di girare EXTREME JUKEBOX dal momento che ho smesso di fare concerti, una volta ritiratomi dal mondo del rock...Diciamo che questo film è un pò il mio epitaffio "musicale". Extreme Jukebox è un "film giocattolo", nel senso che io e Andrea non volevamo raccontare una storia, ma descrivere un mondo (quello del rock/metal) e giocare spudoratamente con alcuni dei suoi luoghi comuni.



 

M0: Il film vede la collaborazione di Andrea Lionetti che è stato il co-produttore di EXTREME JUKEBOX e con il quale hai scritto la sceneggiatura di questo film. Andrea non è solo un tuo collaboratore ma anche un amico. Come vi siete conosciuti?



AB: Io e Andrea ci siamo conosciuti nel lontano 1999 mentre frequentavamo l'Università e la prima cosa che ci ha unito è, appunto, la passione per il rock e per la mitologia che circonda quel mondo li. Oltre alla passione per il cinema ovviamente...



 

M0: Hai lavorato anche come critico in passato. Questo ti è stato utile quando hai deciso di girare EXTREME JUKEBOX?Ti ha aiutato il fatto di essere stato critico a porre un'analisi critica di quello che stavi realizzando?



AB: Sicuramente posso dirti che sono sempre stato "un buon critico" ma anche e soprattutto un "critico buono", nel senso che sono una di quelle persone che è sempre andata al cinema per divertirsi e trovare del buono in ogni film, il mio è sempre stato un approccio "appassionato" e da fan del cinema. Mai andato al cinema per "distruggere un'opera" come fanno in molti. Sicuramente Extreme Jukebox risente della mia esperienza di critico nel senso che è un film ricco di citazioni e leggibile su più piani. E' un film che va visto più di una volta per coglierne certe sfumature e rimandi. Per il resto ho cercato di essere un "critico severo" rispetto alla mia opera, anche se alla fine dopo che trascorri un anno e mezzo a pensare ad una sola cosa, poi è difficile essere distaccati nei confronti della propria "creatura".



 

M0: Il tuo film vede Pino Scotto tra i protagonisti. Scotto è un personaggio che ha sempre diviso il pubblico in due: o lo ami o lo odi. Sei un suo grande ammiratore? o ci sono state altre motivazioni che ti hanno spinto a sceglierlo?



AB: La scelta di usare Pino Scotto per il ruolo da prete che stavamo scrivendo con Andrea ci è venuta proprio così, spontaneamente, come se fosse l'unica scelta possibile...Ci voleva una persona matura ma nello stesso tempo carismatica per quel ruolo e davvero se lui non avesse accettato non avremmo proprio saputo a chi proporlo...Pino è una persona ricca di sfumature, sfumature che non sempre si riescono a cogliere guardandolo in tv, ma è anche e soprattutto una persona generosa e di compagnia. Normale che divida il pubblico in due e quando lo abbiamo chiamato sapevamo benissimo che questo avrebbe inciso sul film, nel bene e nel male. Vorrei solo che la sua performance fosse giudicata senza pregiudizi, perché in alcuni momenti del film, come quello in cui confessa un ragazzo di nome Paolo Panda, ha dimostrato una sensibilità recitativa non comune...

 

 

M0: EXTREME JUKEBOX pensate di proporlo a qualche esercente o di passare direttamente al dvd? Avete difficoltà per il momento nel distribuirlo?



AB: In Italia in realtà qualche proposta di distribuzione la abbiamo avuta, ma prima preferiamo provare a vendere il film all'estero per approdare in Italia come ultima meta, anche se rimaniamo aperti ad eventuali proposte. Intanto l'unica cosa che tutti gli esperti del settore ci han consigliato, è quella di trovarci un sales agent, dunque è questo il tipo di figura che stiamo valutando.
In Italia neppure un distribuzione in 200 sale, in questo momento terribile, ci garantirebbe un rientro dei costi...
All'estero invece è un'altra cosa...



 

M0: Vorrei farti un'altra domanda che ha a che fare con l'esperienza di critico. Dal tuo punto di vista ti sei mai posto di scoprire autori del cinema indipendente/underground italiano di oggi e scrivere recensioni sui loro film? So che Nocturno, per il quale tu hai lavorato, ha fatto un grande lavoro di rivalutazione di molti registi italiani degli anni '60 – '70 che fino a quel momento erano ignorati (dico questo perchè grazie a Nocturno ho potuto farmi una cultura approfondita su Di Leo).



AB: Ho sempre cercato di seguire "le nuove leve" di cui anch'io ora faccio parte, anche se alla fine mi è sempre capitato di scrivere di autori già affermati o di occuparmi di monografie. Nocturno è un'istituzione e dobbiamo tenercela stretta, quello che ho visto di Di Leo lo amo tutto, in particolare lo splendido e ferocissimo "Avere vent'anni". Bisogna davvero avere le palle per realizzare film così coraggiosi!



 

M0: La musica è una delle tue grandi passioni. Hai mai pensato di realizzare un musical tuo?magari che si stacchi dai soliti musical che siamo abituati a vedere?



AB: Beh, questa idea del musical in realtà mi è passata velocemente per la testa più di una volta...Del resto il Rocky Horror e il Nightmare Show di Alice Cooper rappresentano due grandi influenze per me...Chissà, in futuro...



 

M0: Nella vita hai potuto toccare con mano alcuni episodi che riguardavano il campo delle relazioni umane. Alcuni episodi sono stati molto forti che vedevano situazioni difficili in corso. Non hai mai pensato di trarre da questi fatti una storia per un tuo film?



AB: Sai, per una persona come me, che per tanti anni ha fatto "indigestione di realtà" vivendo a stretto contatto col disagio, è più facile cercare di separare le due cose...Quindi quando scrivo per il cinema cerco di allontanarmi dalla vita reale e dal mio lavoro. Ti posso dire che quello che mi piacerebbe raccontare, avendo lavorato per molti anni in strutture per persone coi problemi più diversi (tossicodipendenti, psichiatrici, ecc...) è la vita che si crea all'interno delle strutture stesse e le dinamiche relazionali che spesso sono simili anche quando i contesti cambiano radicalmente. Diciamo che ho visto molte cose brutte, ma non sono quelle che vorrei raccontare, quanto piuttosto l'atmosfera che si respira quando sei costretto a vivere 24 ore su 24 in un luogo chiuso, con persone con cui non hai scelto di stare...



 

M0: Ci parli un po' della tua tesi sul cinema horror?



AB: Nella mia tesi di Laurea, di cui vado molto fiero, esploravo il modo in cui il cinema horror più recente, quello degli anni 2000, raccontava le nuove paure e ossessioni della gente, il tutto filtrato attraverso l'opera del sociologo Zygmunt Bauman. L'idea da cui ero partito era quella di chiedermi verso che direzione si stesse spostando l'angoscia dell'uomo di oggi, analizzando decine e decine di horror usciti in tutto il mondo...Dunque mi sono divertito un sacco a scriverla!!!



 

M0: Credi che scriverai mai un libro ispirato a questa tesi? (o comunque un libro vista la tua passione per la letteratura)



AB: Si, mi piacerebbe farlo, ma più avanti, quando avrò più tempo...



 

M0: Hai progetti cinematografici futuri in mente?



AB: Io e Andrea a partire da Gennaio inizieremo a lavorare a tre nuove sceneggiature contemporaneamente. Diciamo che le idee non ci mancano...Ci sono anche arrivate delle proposte di collaborazione che stiamo valutando. Prima però dobbiamo preoccuparci della distribuzione di Extreme Jukebox!



 

M0: Ora è un momento di tregua, ma nei mesi scorsi sono avvenuti alcuni fatti a Cinecittà. Cosa ne pensi dell'accaduto?



AB: Mi vergogno un pò a dirlo, ho sentito solo qualcosa di sfuggita. In casa non accendo mai la tv e raramente leggo i giornali, mi deprimo troppo...Quello che ti posso dire è che se fai riferimento alla chiusura di Cinecittà, dico che questo mi spezzerebbe il cuore, sarebbe un'altro passo verso l'imbarbarimento di questo Paese...

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