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Antonio Baiocco

Regista, sceneggiatore e attore

 

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MANIFESTO 0:

Molti non sanno che nel 1985 hai pubblicato il romanzo “Acido Santo” edito da BM Italia. Ci vuoi parlare di questo tuo (unico) libro, del perché hai deciso di scriverlo?

 

ANTONIO BAIOCCO:

Avevo desiderio di raccontare una storia, che in qualche modo rifletteva esperienze legate ad un momento particolare della mia vita. E attraverso il personaggio del romanzo evidenziare alcune debolezze della nostra società che oggi con il passar del tempo sono ancor più evidenti. Il protagonista della storia diventa telepatico e attraverso questa percezione scopre le mille maschere che l’uomo usa pur di raggiunge il proprio scopo. L’angoscia di rimanere soli. La paura di dire ciò che si pensa. Insomma quella che poteva essere una curiosa e divertente dote si trasforma in una profonda angoscia.

Il mio primo e ultimo romanzo? Mai dire mai.

 

 

 

 

MANIFESTO 0: 

La tua seconda opera è stata una co-produzione italo franco inglese, forse una delle ultime dato che è sempre più raro in Italia che si verifichi una produzione fra più Paesi in un unico progetto. Cosa ne pensi di questo problema, se lo ritieni tale?

 

ANTONIO BAIOCCO:

PASSAGGIO PER IL PARADISO fu una coproduzione ben riuscita. Da una parte quella artistica che ha visto

collaborazioni importanti come quelle di Pat Metheny e David Bowie e due protagonisti incredibili come Julie

Harris e Tcheky Karyo, dall’altra quella produttiva dove le sinergie hanno creato una solida base realizzativa.

Da tempo sostengo che il cinema italiano deve percorrere questa strada. L’Europa ha un bacino di utenza di

oltre 450 ml. di persone a cui far vedere i nostri film. Perché ostinarsi a far finta che questi non esistono.

In Europa ci sono programmi media che possono aiutare le coproduzioni tra i vari paesi, produzioni pronte a

collaborare. Ma in Italia la cultura dell’assistenzialismo è ancora forte anche nell’area cinema. Credo anche,

che la politica dovrebbe fare la sua parte. Regalarci una legge perfetta dove al suo interno si possano attuare

sistemi fiscali a lungo termine per aiutare le produzioni anche in veste Europea. Inoltre Bruxelles dovrebbe

protegge di più il cinema Europeo da i box-office hollywoodiani: “non è protezionismo ma solo dar voce ai più

deboli”.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

IL MERCANTE DI STOFFE ha avuto un grande successo specialmente in tv. Sapendo che la maggior parte del pubblico italiano preferisce le commedie ai film d'autore a cosa credi sia dovuto il successo di questa tua ultima opera?

 

ANTONIO BAIOCCO:

“La televisione è come un grande frigorifero ci puoi mettere tante cose dentro, buone e cattive ma dipende solo da chi fa la spesa. Quando hai fame apri il frigo e mangi quello vuoi. A volte sei sazio delle stesse cose e decidi di cambiare alimento. E te lo gusti con piacere perché ha un buon sapore diverso tanto che quando è finito riapri il frigo e ci rimani male che sia già terminato.”

Il pubblico va educato come qualcuno diceva e in effetti se gli si propone un prodotto di qualità lo saprà apprezzare. Mi sembra che la pay tv producendo televisione di qualità abbia vinto la scommessa. Serie importanti come IL TRONO DI SPADE, BOARDWALK EMPIRE Il nostro ROMANZO CRIMINALE hanno raccolto milioni di utenti. Il MERCANTE DI STOFFE è una storia particolare avvincente sotto certi aspetti dove da una parte racconta l’immagine esotica affascinante di quel mondo a noi sconosciuto, dall’altra tocca un tema attuale come quello

della violenza sulle donne. Credo che vari aspetti del film abbiano prodotto il successo televisivo. Un film insolito per il piccolo schermo ma che ancora una volta ci dice che il pubblico sa premiare prodotti diversi e direi anche coraggiosi.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

L'ultimo tuo progetto cinematografico risale al 2009. Sei alla preparazione o alla realizzazione di un'altra opera?

 

ANTONIO BAIOCCO:

RED DEATH questo è il prossimo film. Un thriller coprodotto tra Italia, Irlanda e Austria. Girato in presa diretta inglese, per una durata di sei settimane. Stiamo ultimando il cast che vedrà sullo stesso set collaborare attori inglesi e italiani. Ho scelto un film di genere dove il lavoro di scrittura durato due anni assieme ad Andrea Cavaletto ha dato i suoi frutti. Inoltre credo che l’apporto della regia su film di questo genere è determinate, e per me sarà una grande sfida.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Tu come autore se avessi la possibilità di dar voce a uno dei problemi più forti che hai sentito nella tua carriera cosa diresti?

 

ANTONIO BAIOCCO:

I temi ormai sono sempre gli stessi e tutti nel settore sanno ciò che serve. Per quanto riguarda le film commision , meno burocrazie e facilità di penetrazione sul territorio. Ma soprattutto basta basta basta con associazioni, lobby, ma più pluralismo creativo, produttivo, date spazio a chi vuole fare le cose, non ostacolate continuamente chi non appartiene alla parrocchietta. E questo vale per tutti da destra a sinistra, da gli enti pubblici e non. Insomma solo attraverso la libertà possiamo far crescere il nostro paese e il cinema che lo racconta.

 

 

 

 

 

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