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Antonio guerriero di Dio

Produzione: It. 2005

Genere: Drammatico, biografico
Durata: 110'

Regia: Antonello Belluco, Sandro Cecca

Soggetto: biografia Sant'Antonio

Sceneggiatura: Antonello Belluco

Produttore:  -

Fotografia: -
Scenografia: -

Costumi: -
Trucco: -

Effetti: -

Montaggio: -

Musiche: -

Cast:  Jordi Mollà, Paolo De Vita, Arnoldo Foà, Michele Melega, Eleonora Daniele.

 

Premi:

 

-

 

 

Trama:

1263. Un frate, di fronte a ciò che resta del corpo di Sant'Antonio, inizia a raccontare la sua storia. La storia

del santo comincia dal suo arrivo in Italia dal Portogallo a bordo di una nave che trasporta un tesoro. La

figura di Antonio, che prima di tutto era un uomo, si lega a quella di numerosi personaggi che incontra

lungo il suo cammino.

 

 

Recensione: 

Se qualcuno si chiede dove sia finito il cinema d'autore italiano é qui che deve cercare.

ANTONIO GUERRIERO DI DIO é uno di quei pochi film artisticamente validi grazie ai quali in Italia si fanno

ancora capolavori. Un film che rientra sfortunatamente nella categoria underground, ma è ben risaputa

l'odierna situazione penosa che ha l'arte in questo Paese.

Il film si apre immediatamente con una scelta artistica davvero eccezionale: siamo nella Basilica del Santo a

Padova dove le inquadrature vengono velate dall'incenso della cerimonia che sta avvenendo ricordando gli

affreschi dell'epoca del santo.

Già dalle prime scene si nota la stupenda fotografia, in particolare quando viene usata per enfatizzare tutte

le scene girate in esterni come se si volesse sottolineare la bellezza della natura, il creato di Dio.

 

Se le scene riescono ad impressionare chi guarda il film é anche grazie alla coinvolgente colonna sonora realizzata interamente con un'orchestra che segue i toni lirici-chiericali, piacevolmente sovrastata da una sorprendente voce da brivido e accompagnata dal coro di voci maschili; il contrasto di voci non è casaule: mentre la voce di Antonella Ruggero simboleggia il potere della Chiesa, il coro maschile configura la capacità della Chiesa di cadere così in basso pur di arricchirsi.

 

Un deo gratia va alla scelta del cast, capitanata dalla straordinaria interpretazione di Jordi Mollà, col suo ibrido italico, calcato dall'adorabile accento straniero.

Il personaggio di Antonio non é il solito santo che si vede nei dipinti e nei santini, con uno sguardo devoto, il giglio sulla mano, il bambin Gesù sull'altra. No, "Un Antonio con le palle" (definito così dallo stesso regista) che non ha paura di denunciare sia il comportamento della Chiesa che suscita ribrezzo sia l'insaziabile fame di ricchezza degli usurai padovani. Una persona capace di lasciare sempre qualcosa a chiunque lo incontri lungo il suo cammino. Un uomo il cui amore per Dio é immenso, un essere vivente che piange di fronte alle ingiustizie del mondo, un povero che é diventato ricco e ha quel desiderio, quella speranza, quel sogno di poter vivere in un mondo dove la vera

ricchezza sia Dio e dove gli esseri umani si liberino una volta per sempre da tutte quelle brutalità che mangiano l'anima.

 

Un personaggio uscito dalla penna del regista che dopo anni di "gavetta" nelle pubblicità televisive è arrivato alla sua maturità artistica e ora con ANTONIO GUERRIERO DI DIO e con i successivi IL GIORGIONE e IL SEGRETO DI ITALIA esprime la sua passione, il suo amore, il suo stile, le sue idee senza paura, senza limiti. Enormi proteste sono nate dopo l'uscita di questo film, soprattutto una vivace sommossa da parte del clero. Alla denuncia di Belluco hanno risposto in molti, come formichine sono usciti in massa dal loro formicaio in fiamme.

É un film pieno di battute taglienti: come dimenticare Antonio davanti al vescovo padovano che dice: "La Chiesa non sa cosa sia la fame."

Battute taglienti sì, ma a volte anche prettamente metaforiche che seguono un filone socialfilosofico e spirituale con tratti biblici.

Agli acclamati fotografia, colonna sonora, cast e regia si affiancano i costumi e le scenografie, riportati dettaglio per dettaglio, riprendendo lo stile evidente delle sfilate in costume d'epoca nei tradizionali cortei veneti.

 

Un film che é ottimo in tutti gli aspetti cinematografici: artistico, tecnico e narrativo. Un film

che non fa acqua da nessuna parte, non come le spazzature made in Italy che vengono

presentate nei mega schermi dove l'unico obiettivo é guadagnare. No, qui alla base di tutto,

il perno del film é la comunicazione. Non una comunicazione informativa, da documentario

prodotta dalle mura vaticane, ma un film drammatico, con un punto di vista completamente

nuovo, che rade a zero tutti i luoghi comuni su Antonio e i santi e che racconta con estrema

durezza la sola verità di un mondo che metaforicamente viene paragonato a quello di oggi.

Una pellicola che mostra una realtà spina nel fianco della Chiesa e della Politica, con un

alternarsi sublime di scene crude, drammatiche, filosofiche. Un film che può benissimo

concorrere con le grandi pellicole d'oltremare.

 

 

 

Recensione a cura di Von Chanelly 

 

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