Bye Bye 2012!
Ed eccoci qua, con il 2012 ormai alle spalle. Quest'anno è un anno cinematografico che di certo non si dimenticherà, almeno si spera. Un anno che si può definire vittorioso sotto molti aspetti. Si è aperto con una grande vittoria da parte dei Taviani che vincono l'Orso d'Oro al Festival di Berlino con CESARE DEVE MORIRE: erano più di vent'anni che degli italiani non lo vincevano. Sono stati prodotti alcuni film che hanno riscosso un buon successo di pubblico nelle sale italiane e non parlo naturalmente di commedie, ma due film che hanno riportato a galla due pezzi della nostra storia recente, due pezzi ancora caldi, forse difficili da trattare. Sto parlando di DIAZ (Daniele Vicari) e ROMANZO DI UNA STRAGE (Marco Tullio Giordana).
Arriva Cannes e Garrone con REALITY si porta a casa il Gran Prix Speciale della Giuria, premio che valuta il film con maggiore originalità e spirito di ricerca. L'estate intanto si fa sempre più torrida e gli animi sono sempre più agitati finchè in luglio le maestranze di Cinecittà non dicono basta e iniziano lo sciopero che finirà, dopo una lunga battaglia, solo il 5 dicembre, uscendone vincitori. Il cemento di Abete viene fermato e c'è chi spera che questa battaglia possa dare vita anche ad un cambiamento a livello produttivo, ma il silenzio dei media e della politica italiana fra tremare anche le poche speranze rimaste.
Il 2012 non è stato solo scenario di vittorie e di scontri: Film Commission rischiano la chiusura come quelle del FVG e del Piemonte (ancora incerte sul proprio futuro) mentre altre come quella della Basilicata hanno mosso i primi passi. Il 2012 ha visto anche una Venezia sempre più logorata dall'élite cinematografica, un festival dai ritmi altalenanti, che vede da una parte la propria importanza storica/cinematografica e dall'altra il menefreghismo nei confronti di Cinecittà (nata negli stessi anni e con un'importanza uguale, se non più grande, del Festival). Un festival che fra tanti film scadenti e non, ha valorizzato a modo suo il cinema italiano. Non solo Venezia, ma la moltitudine di festival italiani sparsi per l'Italia continua a dare segno di malessere: premi divisi tra i finalisti, prodotti premiati per il solito moralismo bonaccione, ecc. Inoltre la SIAE dopo la sua magnifica figura sforna risultati sempre più negativi a proposito dei biglietti venduti.
E' vero, le cose negative continuano a persistere e il sistema cinematografico italiano continua a battere sulla strada sbagliata, ma le “piccole” vittorie ottenute e gli episodi avvenuti quest'anno si spera possano essere d'esempio per il nuovo anno e per un nuovo cinema, un cinema che smetta di basarsi sulle vecchie regole e che sia pronto a rinnovarsi, un cinema che ammetta i propri sbagli e che dia più spazio ai veri talenti italiani.
Di Von Chanelly
Manifesto 0, 2013
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