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MANIFESTO 0: Come è nata la tua passione per la musica?


CESARE CUSAN: Ho sempre avuto passione per la musica, non so perché o cos'abbia visto da bambino, fatto sta che a quattro anni mi costruii una batteria con pezzi di recupero nell'orto dei nonni. La passione (o vocazione) per la scrittura di colonne sonore mi venne durante un corso universitario dedicato proprio allo studio delle colonne sonore.


M0: Sei della classe 1984 però già insegni. Com'è il tuo rapporto con i tuoi alunni?


CC: Tra me e i miei primi studenti ci sono 9 o 10 anni di differenza, ciò mi permette di trarre esempi per le mie lezioni provenienti da un background comune, e questo favorisce anche il dialogo e il confronto in classe.


M0:  Molti giovani italiani finito gli studi decidono di spostarsi all'estero perchè fuori dall'Italia trovano molte più possibilità di lavoro o di studio. Hai intenzione di farlo anche tu?


CC: Ammiro molto San Francesco d'Assisi, tra le sue caratteristiche possiamo ritrovare il desiderio di riformare l'istituzione ecclesiale dall'interno, senza necessariamente giungere ad una scissione; similmente a me piace provare a salvare la nave Italia prima d'abbandonarla, e ritengo che nella generazione dei nati tra gli '80 e i '90 ci sia terreno fertile per rivitalizzare questo nostro Paese.


M0: Hai conseguito diverse lauree e licenze ma continui a studiare. Sei impegnato anche nella produzione di musica in diversi ambiti. Come fai a gestire tutto?


CC: Mi impegno ad essere organizzato (caratteristica che molte strutture scolastiche e videomaker non hanno purtroppo) tenendo aggiornata la mia agenda (I still have a paper one!) e, a malincuore, talvolta devo tagliare alcuni impegni.


M0: Hai diverse conoscenze in ambito filmico (regia, montaggio, sceneggiatura). credi che ti cimenterai mai in una regia di un lungometraggio?


CC: Prima di arrivare ad un lungometraggio penso passerò attraverso qualche cortometraggio e videoclip, comunque sì, credo che mi cimenterò nella regia.


M0: Ci sono in ambito cinematografico compositori che ammiri?


CC: A me piace parecchio Giacchino, soprattutto per il gioco timbrico e i lavoro su piccoli organici (per es. in “Up” e nelle serie televisive come “Lost” e  “Fringe”). Poi ce ne sono altri di cui in genere ricordo solo le musiche a discapito del loro nome, ma a loro non dovrebbe dispiacere.


M0: Molti guardano i film muti con sottofondo una colonna sonora realizzata in seguito. Lo trovi giusto?


CC: Perché no? Tuttavia ammetto che in questi casi si possa cadere in anacronismi musicali, e lì si vede la preparazione musicale.


M0: Progetti futuri?


CC: Finire la specialistica in “Musica da Film” e portare preparata all'esame di stato la mia prima quinta superiore.


M0: La dubstep è il nuovo genere più diffuso tra i giovani. Cosa ne pensi?


CC: Non mi dispiace la dubstep, soprattutto per la capacità che ha di indurre in movimento il corpo delle persone che l'ascoltano, e per me questa è una gran qualità che può avere un brano musicale. Tuttavia se dovessi cimentarmi nella dubstep mi piacerebbe realizzarla con una sezione di percussioni acustiche e non campionate.


M0: Cinecittà in questi mesi sta passando un periodo duro. Come ti appare dopo gli ultimi avvenimenti accaduti?


CC: Ritengo, forse a torto, che in questi casi si dovrebbe cercare di salvare l'obiettivo finale senza legarsi al nome di una realtà. Cinecittà potrebbe nobilitarsi cercando di rinnovarsi secondo i nuovi schemi di produzione esistente, rimettendosi in gioco cercando di far sorgere la curiosità e nuovo entusiasmo da parte di quelle produzioni ora così timide e troppo caute. Anche nell'ambito musicale non si può più puntare sul mercato tradizionale, per cui si ha iniziato a puntare molto di più sulle esibizioni live, concedendo ai consumatori canali digitali differenziati.

Cesare Cusan

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