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Fonico di presa diretta, microfonista, sound editor e fonico di missaggio

 

Biografia Emanuela Cotellessa

Emanuela Cotellessa

MANIFESTO 0:

Cosa significa essere un fonico?

 

EMANUELA COTELLESSA:

Il “fonico o tecnico del suono” è una figura professionale che si occupa di gestire l'audio. Nell'ambito

cinematografico il fonico è colui che provvede alla gestione dei dialoghi, rumori e suoni in generale,

durante la produzione, cioè la presa diretta ma anche nella post produzione.

Per me essere un fonico non vuol dire essere soltanto un tecnico che registra i suoni del film ma è

un “creativo del suono”. Perché il suono riesce ad emozionare e sollevare i ricordi più nascosti. 

Come dico sempre voci, rumori, effetti e ambienti sono le note che compongono la partitura di una

melodia meravigliosa: la colonna sonora del film.

 

 

 

MANIFESTO 0:

Che tipo di attrezzature usa un fonico?

 

EMANUELA COTELLESSA:

Il fonico, solitamente, stabilisce insieme al regista che tipo di sonoro si vuole ottenere effettuando

anche sopralluoghi nei luoghi della ripresa, in modo così da poter scegliere la miglior attrezzatura

per la miglior resa del suono del film. Nella presa diretta vengono usati i “microfoni”. Un microfono è un trasduttore di tipo elettro-meccanico in grado di convertire le onde di pressione sonora in segnali elettrici. Esistono vari tipi di microfoni che possono essere suddivisi in base alla tipologia di trasduttore (a membrana, nastro, cellula), necessità o meno di alimentazione. Avremo così microfoni a carbone, dinamici e a condensatore.

I microfoni si distinguono inoltre a seconda della direzionalità: omnidirezionale, subcardioide, cardioide, supercardioide, ipercardioide, bi-direzionale, direzionale. Questi microfoni vengono montati su aste in carbonio e sarà compito del microfonista utilizzarli per catturare il suono. Spesso ad integrare l'audio ricevuto dall'asta si utilizzano anche piccoli radiomicrofoni posizionati sul corpo dell'attore e assolutamente vanno nascosti (ad es. negli indumenti che indossa l'attore stesso). Le tracce audio provenienti dai singoli microfoni

presenti sul set, separate una dall'altra, vengono incise sui registratori multitraccia. Quindi dei buoni registratori/mixer insieme ai microfoni e radiomicrofoni sono la base per una registrazione di presa diretta.

Differenti sono le attrezzature che usa un fonico di missaggio come un banco mixer. Il mixer è lo strumento del tecnico del suono per eccellenza. Un missatore senza mixer è un po’ come un panettiere senza il forno. Il mixer può notoriamente avere le più svariate dimensioni, caratteristiche tecniche, può essere hardware o software, può essere un mixer digitale o analogico, può avere quattro canali o settantadue, non importa: lo scopo del mixer è sempre uno e cioè quello di raggruppare molti segnali audio che giungono in ingresso in pochi segnali audio in uscita. Il missaggio quindi è l'operazione di integrazione, fusione, o sovrapposizione, in un unico supporto della colonna sonora dei dialoghi, delle immagini e dei suoni di un film (registrati separatamente). Il missaggio è inteso anche come momento di finalizzazione della colonna sonora. Infine insieme ad un buon banco mixer il missatore necessita di un'apposita sala insonorizzata di precise dimensioni (deve avere le dimensioni di una sala cinema) e con buone casse/monitor d'ascolto.

 

 

 

MANIFESTO 0:

E' vero che esistono all'interno della branca del suono cinematografico diverse maestranze?

 

EMANUELA COTELLESSA:

Esistono varie tipologie di fonico cinematografico e tra le principali ricordiamo:

 

  • Fonico di Presa Diretta: colui che si occupa della registrazione audio sul set;

  • Microfonista: colui che ha come responsabilità il posizionamento del microfono in fase di ripresa, usando un boom, lunga asta con il microfono montato all'estremità, che permette un controllo preciso dello strumento anche a grandi distanza dagli Attori;

  • Rumorista: colui che è specializzato nel creare e registrare gli effetti sonori di film;

  • Fonico di Missaggio: colui che miscela in fase di post produzione le registrazioni del fonico di presa diretta integrandole con musica, Effetti, rumori ed eventuale doppiaggio per creare la colonna sonora del film;

  • Fonico di Doppiaggio: colui che si occupa di registrare i dialoghi da sostituire agli originali oppure semplicemente ad integrare la presa diretta;

  • Fonico di Mix Musicale: colui che si occupa di registrare gli strumenti musicali e miscelarli insieme per creare la traccia musicale del film;

  

 

 

 

MANIFESTO 0:

So che un fonico o tecnico del suono può occuparsi della post produzione audio. Come funziona?

 

EMANUELA COTELLESSA:

La post produzione di un film è composta da più passaggi per arrivare alla finalizzazione dell'opera.

Il primo passaggio è il montaggio del suono della presa diretta, successivamente il montaggio degli

effetti e rumori e infine il missaggio.

Il fonico può avere più funzioni nel campo della cinematografia ed anche all'interno di uno stesso

progetto. Ad esempio di un film può aver effettuato la presa diretta e successivamente aver

montato l'audio del film. A tal proposito preferisco che il fonico non prenda parte a più lavorazioni.

Questo perché ogni fonico ha un proprio ruolo all'interno del film. Un ottimo risultato, per me, si ha

grazie ad un'ottima squadra, composta da più figure professionali e tutti hanno come meta la

miglior resa del film. Ogni singola persona ha una propria sensibilità e ciò fa sì che il film diventi

più ricco. La post produzione audio è una fase molto creativa e importante del film.

 

 

 

MANIFESTO 0:

Il progetto a cui lavorerai prossimamente?

 

EMANUELA COTELLESSA:

In questo periodo sta andando in onda su sky (canale foxlife) la seconda serie di “4matrimoni” dove ho lavorato alla presa diretta. Per il momento sto montando la presa diretta di un piccolo film, opera prima, diretta dall'esordiente Luca Magri.

 

 

 

MANIFESTO 0: 

La figura del fonico non è molto riconosciuta in Italia, spesso passa in secondo piano. In realtà il suono è il 50% di un film dato che il restante è tutto ciò che riguarda l'immagine. Ciò che viene registrato in presa diretta e quello che viene inserito in post produzione, i dialoghi e i rumori, al cinema tutto ciò si assapora moltissimo e rende più “spettacolare” la visione, il fatto però è che molti spettatori a ciò non danno tanta importanza, probabilmente non ci fanno nemmeno caso e alla fine del film i complimenti vanno al regista o agli attori.

Sei d'accordo? Cosa puoi dire a proposito?

 

EMANUELA COTELLESSA: 

Il sonoro è di fatto il 50% del film e sopratutto in Italia è sottovalutato.

Come dico sempre: “se ci sono delle brutte immagini e un buon audio il film si guarda, mentre se le immagini sono eccezionali e il sonoro terribile lo spettatore può risultarne infastidito”. Le persone non sono abituate ad ascoltare. Ogni giorno, veniamo bombardati da

milioni di suoni contemporaneamente che per noi è pura routine. Lo stesso Balàzs osservava che “un buon film assorbe talmente la nostra attenzione che la musica è come se non la notassimo; nello stesso tempo un film senza accompagnamento musicale ci sembra povero”. Tutto ciò infatti passa inosservato, ma se ognuno di noi si fermasse un secondo a riflettere sulla colonna sonora di un film si renderebbe conto quanto questa contribuisca a trasferire le emozioni allo spettatore che ignaro le assorbe.

A tal proposito le persone dovrebbero fermarsi di più ad ascoltare per poter apprezzare la bellezza di ogni singolo suono e così ad esser immerso totalmente nella settima arte.

Tornando indietro con il tempo ci rendiamo conto di quanti passi il sonoro abbia fatto dalla sua nascita avvenuta nel 1926 grazie alla Warner Bros con "Don Juan (Don Giovanni e Lucrezia Borgia)" di Alan Crosland? Oggi siamo arrivati ad avere sistemi come il surround all'interno di una sala cinematografica per creare un ambiente sonoro che immerga completamente lo spettatore estraniandolo dalla realtà vivendo la magia del cinema.

Il tutto può esser racchiuso in una meravigliosa frase: "La fonte musicale - che non è individuabile sullo schermo, e nasce da un «altrove» fisico per la sua natura «profondo» - sfonda le immagini piatte, o illusoriamente piatte, dello schermo, aprendole sulle profondità confuse e senza confini della vita", Pier Paolo Pasolini.

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