Federico Sfascia
FILMOGRAFIA (regista e fumettista)
2007 - BEAUTY FULL BEAST
2013 - I REC U
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MANIFESTO 0:
I REC YOU è un film che tratta un problema che si può riscontrare in un certo senso nell'adolescenza di tutti noi ma viene virato dai molti toni onirici e surreali, partendo da un'idea originale che non fa apparire la pellicola come il solito film sull'amore tra adolescenti. Come ti è venuto in mente il soggetto del film?
FEDERICO SFASCIA:
In realtà non saprei, cioè, io penso tanto, penso sempre e generalmente penso a cazzate che ben poco hanno a che vedere con la vita sana…quindi credo sia stata la naturale elaborazione di un’adolescenza prolungata fatta di sbagli relazionali multipli, ripetuti e traumatici, che partendo da un forte idealismo formato grazie a film, musica e libri mi ha infine portato ad una visione abbastanza distaccata delle dinamiche amorose… non ho fatto altro che tradurre questa sequela di desolanti
consapevolezze in qualcosa di divertente…io credo che le illusioni siano una sorta di
meccanismo di autoconservazione della specie…senza illusioni sugli altri e su noi stessi,
nessuno scoperebbe e tutti si impiccherebbero.
Il buon dio sa quello che fa.
MANIFESTO 0:
Nel film I REC YOU hai lavorato con la Palonero quindi con Michele Senesi, i Licaoni e Krakatoa Ink. Come vi siete conosciuti? Hai chiesto tu una loro collaborazione?
FEDERICO SFASCIA:
Ci siamo conosciuti in situazioni diverse…con i Licaoni sei o sette anni fa, quando andavo al mare a Livorno.
Ci siamo conosciuti perché in spiaggia, nella più tipica delle situazioni estive, io e due di loro ci siamo trovati a contenderci la stessa ragazza.
Giuro.
Che, ovviamente, alla fine, non l’ha data a nessuno dei tre.
E così siamo diventati amici piangendo e dando della “puttana” ad una donna che non ce l’ha mollata…insomma come fanno i veri uomini integri ed intelligenti di questo pianeta.
Poi avevamo anche in comune la passione per il cinema…quindi…fanculo Eleonora! (che saluto).
Anche Michele l’ho conosciuto in una situazione “balneare” (lui è di Recanati)…che
però è abbastanza imbarazzante ed implica un gruppo di campeggio e dei ragazzi
down.
Credo che ancora abbiano le nostre foto all’ingresso per non farci entrare.
Se passate a Numana, controllate. Ma non vi dico il nome del villaggio.
Poi ci sono i Krakatoa che sono quei baldi e virili giovani di Sassuolo con i quali ci si è
banalmente conosciuti su myspace e per la precisione sul profilo di un contatto
comune in mezzo ad una discussione su un video di Gianni Morandi.
Ora, con queste premesse, non è che ci sia stata una formale richiesta di
collaborazione…ci si vuole bene, ci si hanno dei talenti, ognuno ha messo a
disposizione amorevolmente quel che sapeva fare.
MANIFESTO 0:
Nel set avete avuto ospite il grandissimo Terry Gilliam. Com'è stato avere un maestro come lui? Vi ha mai dato indicazioni sulla regia o si è soffermato al suo cameo? Come sei riuscito a convincerlo?
FEDERICO SFASCIA:
Lavorare con Terry Gilliam è stato meraviglioso.
Gentilissimo, disponibile, ha recitato la sua parte alla perfezione ed in pochissimo tempo…quel giovanotto ha una brillante carriera davanti!
Il convincimento è stato abbastanza diretto...
L’ho incontrato in un paio di occasioni pubbliche in Umbria (presentava i suoi film).
La prima volta l’ho subito stalkerato per mostrargli i miei disegni…
la seconda volta, di punto in bianco, gli ho detto ( in inglese rigorosamente stentato e sbagliato)
“Terry, i’ve a work for you”.
Gli ho spiegato la cosa, lui ovviamente ha rifiutato perché non recitava più da anni…allora io ho
insistito, gli ho detto se potevo mandargli il materiale…lui mi ha dato un contatto di tramite cui ho
mandato il soggetto, i disegni ed altro materiale che illustrava il film…e a quel punto mi ha scritto
direttamente lui dicendomi “sono felice di far parte del tuo film!”
Insomma (sorvolo su tutta la parte delle minacce fisiche e dei ricatti) è stato facile.
MANIFESTO 0:
Uno dei problemi maggiori come ben saprai in Italia è la distribuzione. Come pensate di muovervi voi della Rubaffetto?
FEDERICO SFASCIA:
Pensiamo che ci stiamo pensando…per ora la prima tappa (e speranza) è che il film venga preso a qualche festival estero…vedere come va, quale può essere il riscontro e se si riesce a trovare dei contatti interessanti.
Mi sto orientando soprattutto all’estero perché in Italia la situazione è difficile, anche perché onestamente non credo che un indipendente acerbo possa competere con opere di livello alto per scrittura, regia e messa in scena come I SOLITI IDIOTI.
All’estero fortunatamente sono un po’ più approssimativi, quindi magari c’è più speranza.
MANIFESTO 0:
Tu non ti occupi solo di cinema ma disegni anche fumetti. In quale dei due riesci a trovare più espressività artistica?
FEDERICO SFASCIA:
Sono due cose tanto diverse in realtà…sicuramente nel cinema credo di avere un istinto migliore…
i fumetti richiedono un tipo di sintesi che a me va davvero stretta.
Poi credo sia anche una questione caratteriale…il libro ed il fumetto lasciano molto spazio al
lettore e alla sua immaginazione…col cinema invece decido IO quello che devi sentire, vedere, e
percepire…o quantomeno ti indirizzo pesantemente e se necessario anche con violenza.
Io ti racconto una storia e te la racconto come voglio io. Se ti piace l’ascolti. Il tuo ruolo attivo poi è
scoprire se quello che racconto tocca le tue corde intime di vissuto o di sensibilità…la tua libertà
consiste nell’interiorizzazione, non nell’interpretazione.
Che c’ho sempre st’idea che ad esempio…se uno è un cretino, nei fumetti in bianco e nero si
immaginerà voci cretine, colori cretini, movimenti cretini e che ne so…una colonna sonora di
Gigi D’Alessio…
Invece il cretino che guarda un film non cretino al massimo esce dalla sala dicendo “che cazzata!”,
come è giusto che sia.
Ma a quel punto l’opera è salva e non è stata stuprata dall’idiozia.
Al massimo è stata stuprata a monte dall’idiozia del regista, ma quello è un altro discorso…
MANIFESTO 0:
Dopo I REC YOU hai in mente qualche altro film da realizzare?
FEDERICO SFASCIA:
Ne ho centinaia, di cui tre o quattro anche pronti da fare subito…il problema è che, se non trovo un produttore, io ho chiuso…l’esperienza di I REC U è stata logorante… non si può fare una cosa tanto grossa senza mezzi, anche minimi…finisce che diventa una battaglia contro l’Hydra delle incompetenze, tagli una testa(dicazzo) ne sorgono due, poi quattro e via dicendo…e alla fine sei in un groviglio di disgrazia che è davvero fisicamente inaffrontabile.
MANIFESTO 0:
Cinecittà Bene Comune. Credi che la gestione pubblica possa aiutare a migliorare le nostre produzioni?
FEDERICO SFASCIA:
Non so, dipende cosa si intende per gestione pubblica…per migliorare le produzioni servirebbero dei produttori lungimiranti, che pensassero anche a vendere i film all’estero, invece che a prendere i finanziamenti (pubblici e non) per poi sperperarli in cazzi loro privati e fare film (orribili) con quel che rimane, pagando i soliti pupazzi incapaci davanti e dietro la
macchina da presa.
La conseguenza non sono solo film “irrilevanti” (quando va bene) e “brutti” ( il più delle volte)…
la conseguenza è che si forma un immaginario mediocre, sciatto e che il pubblico non capisca
più cosa è bello e cosa è brutto, cosa è creativo e cosa è maniera e ripetizione…
Il cinema è un mezzo di formazione potente e ogni potere andrebbe usato con responsabilità…
che crescere generazioni di idioti è un lampo…
perfino gli indipendenti, che dovrebbero proporre idee in mancanza di mezzi, la maggiorparte
delle volte ripropongono gli stessi meccanismi di scrittura e regia cretini che vediamo nei film
al cinema…
Mi sembra che manchi l’approfondimento critico dei propri gusti e un vissuto personale da
rielaborare sullo schermo.
Mancano i punti di vista e le personalità.
Ed è strano, perché paradossalmente siamo in un periodo storico in cui qualsiasi coglione si
sente in dovere di esprimere i propri punti di vista in pubblico (youtube, blog, facebook ecc).
Cosa che sarebbe positivissima…se non fosse che manca la materia prima:
le cose interessanti da dire.
Ma poi oh, siamo un paese che se un comico cretino di Zelig fa grossi ascolti gli danno in mano
la regia di un film, uno showman mediocre te lo ritrovi scrittore dall’oggi al domani assieme al
“cantante” che ha vinto l’ultima edizione di Amici…siamo un paese dove di fatto CHIUNQUE può
realizzare i propri sogni.
L’importante è che siano sogni di merda.
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