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Francesco Cortonesi

Ha lavorato a lungo come speaker radiofonico notturno. E’ cofondatore della Filmhorror.com, uno dei principali portali di riferimento di cultura horror in Italia. I cortometraggi nati dalle sue sceneggiature hanno vinto i più importanti festival nazionali dedicati al cinema horror. I suoi racconti sono stati pubblicati da Ferrara Edizioni, Alacran (in un’antologia a fianco di Joe R. Lansdale) e Dagon Press mentre con i tipi di Lupo Editore ha recentemente pubblicato Gotham Polaroid, il suo primo libro. Con il nick name Deadotday ha invece stampato in tiratura limitata “Storie di Gente Morta”, una raccolta di brevi racconti macabri illustrati dalla Muzakiller Foundation. Nel 2010 ha portato in teatro “NOF4: E’ FANTASCIENZA, NON FOLLIA” spettacolo dedicato alla figura di Nannetti Oreste Fernando internato a vita nel manicomio di Volterra.

Ha lavorato insieme a Federico Greco (Road to L) e Danilo Arona (L’Estate di Monetbuio) a Like Icke una serie tv di fantascienza e a un film su una setta millenarista.

MANIFESTO 0:

Hai collaborato spesso con registi di genere italiani, uno tra i tanti Federico Greco. Che genere di difficoltà incontra uno sceneggiatore che oggi in Italia vuole scrivere film di genere?

 

FRANCESCO CORTONESI:

Beh, non poche. Prima di tutto è bene sapere che difficilmente uno sceneggiatore che oggi vuole scrivere film di genere finirà per essere pagato. Di solito si scrive una sceneggiatura gratuitamente, poi sporadicamente, una volta che il film è finito e magari è stato distribuito, allora c’è la possibilità di guadagnare qualcosa, anche se si tratta sempre di cifre poco più che simboliche. Spiccioli. Già questo mette a dura prova la motivazione di chiunque a lungo andare. Non credo ci sia attualmente, in Italia, un vero professionista in questo campo. Facciamo tutti altre cose per vivere. Inoltre, ancora oggi, nel cinema di genere made in Italy la sceneggiatura è considerata una specie di surplus. Sono pochi i registi che si affidano agli sceneggiatori. Per certi versi è comprensibile visto che si lavora senza budget, ma è anche vero che a volte i registi preferiscono fare tutto da soli. Ed è un peccato perché un buon sceneggiatore può fare la differenza. 

 

 

 

 

MANIFESTO 0: 

Che cosa significa essere sceneggiatore? Quali sono i segreti per una buona sceneggiatura di genere?

 

FRANCESCO CORTONESI:

Essere sceneggiatore significa riuscire a vedere il film sulla carta, essere in grado di immaginarselo senza compiere errori di valutazione. E’ fondamentale tenere presente i limiti di budget, le possibilità tecniche e il livello degli attori. I segreti alla fine sono questi, oltre naturalmente a una buona storia. Il resto è tecnica, ci sono i manuali.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Oltre a essere sceneggiatore sei anche scrittore. Riscontri differenze tra i due? Ti permettono entrambi di spaziare in senso fantastico o ci sono delle restrizioni?

 

FRANCESCO CORTONESI:

Scrivere narrativa ovviamente ti offre maggior libertà, ma è anche molto più difficile. Sceneggiare non è così complicato una volta imparata la tecnica. Quello che conta è principalmente una buona idea. Però la sceneggiatura ha molte più restrizioni anche a causa del fatto che lo sceneggiatore è solo uno degli ingranaggi che fanno girare il film. E’ importante tener presente che non si lavora da soli e che non sempre l’idea dello sceneggiatore coincide con quella del regista. Occorre essere piuttosto malleabili se si vuole arrivare al traguardo. In effetti, uno dei motivi per cui recentemente mi sono più avvicinato alla narrativa è che sentivo l’esigenza di liberarmi da certi vincoli, ma soprattutto sentivo l’esigenza di scrivere. In Italia i tempi sono biblici quando si parla di cinema di genere. Salvo pochi fortunati, la maggior parte degli sceneggiatori rischia di lavorare per mesi sopra uno script e poi scoprire che il film non potrà essere realizzato. E’ una cosa terribilmente frustrante e dopo un po’ smetti di credere nei progetti che ti vengono proposti.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Sei co-fondatore del portale Filmhorror.com. Cosa vi ha spinto a creare questo portale di notizie inerenti al mondo cinematografico dell'horror?

 

FRANCESCO CORTONESI:

L’horror è una passione. L’idea iniziale era quella di creare un portale che fosse un punto di rifermento per tutti coloro che gravitavano nell’underground. Per un po’ ha funzionato, poi Cristiano Stocchi e Maurizio Gambini, gli altri due fondatori, hanno deciso di seguire altre strade e quindi ci siamo fermati. Abbiamo aperto riaperto i battenti lo scorso anno con una nuova formazione (oltre a me adesso ci sono Andrea Berneschi e Federico Lazzeri), trovato qualche nuovo collaboratore e impostato il tutto in una maniera più gestibile. Abbiamo deciso di fare una sorta di fanzine web, una webzine appunto, qualcosa di molto semplice, ma gestita con passione, come le fanzine cartacee degli anni 80. Abbiamo deciso inoltre di dare un po' più spazio alle recensioni e alle news internazionali. Ovviamente non ci siamo scordati delle nostre origini, non abbiamo dimenticato l'undergorund, ma visto le forze limitate del nuovo gruppo non possiamo più seguirlo come facevamo un tempo. Abbiamo comunque intenzione di crescere e ci piacerebbe tornare a fare tutto quello che riuscivamo a fare un tempo, solo che ci servirebbero almeno altri due collaboratori realmente intenzionati a far parte del gruppo. 

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Il tuo prossimo progetto letterario e/o cinematografico?

 

FRANCESCO CORTONESI:

Tanti a dire il vero. Attualmente, oltre a scrivere racconti, sto lavorando a un romanzo horror scritto a quattro mani con Andrea Berneschi, ma nel frattempo ho anche due progetti avviati con Federico Greco: un lungometraggio e Like Icke, una serie tv di fantascienza scritta in collaborazione con Danilo Arona. Di Like Icke abbiamo girato anche due teaser, ma purtroppo le difficoltà sono notevoli, il progetto è ambizioso e non è possibile sapere quando riusciremo a partire per la fase definitiva. 

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

All'ultimo Fantafestival ha vinto il pipistrello d'oro Lorenzo Bianchini con Oltre il guado, il 7 agosto il giovane John Real riceverà a Nettuno un premio speciale. Queste, come tante altre vittorie di film e autori italiani di genere, spesso non sono considerate di rilevanza impedendo così di far sapere al grande pubblico di questa realtà affermatasi negli ultimi anni in Italia. Un tuo pensiero sul cinema indie/underground italiano?

 

FRANCESCO CORTONESI:

L'horror indie/underground made in Italy ha buone potenzialità, ma ancora c’è da lavorare per fare in modo che queste potenzialità riescano a concretizzarsi in qualcosa che vada oltre l’applauso degli appassionati. Alcuni registi ci stanno riuscendo a dire il vero, ma sono ancora pochi e spesso non riescono comunque a esprimersi al massimo per problemi di budget. Tieni presente che qui in Italia quando si parla di budget, spesso si parla dei soldi che, aprendo il tuo borsellino, riesci a mettere nel progetto. Inoltre una cosa che è mancata all’Italia è una “scuola” fatta dai maestri del passato che purtroppo non si può dire che siano stati particolarmente generosi con i giovani. Mi auguro che le nuove generazioni di registi abbiano imparato la lezione e che riescano a costruire qualcosa di più duraturo, ma credo sia necessario potenziare ancora le collaborazioni. Non è facile certo, ma forse qualche produttore dovrebbe iniziare a prendere in considerazione l’idea di investire qualcosa in questo senso. Non manca la gente capace di fare, manca qualcuno che riesca a mettere insieme queste persone e riesca a dar loro la possibilità di mostrare quanto valgono.

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