Produzione: Italia, Francia 2013
Genere: Drammatico, commedia
Durata: 142 min
Regia: Paolo Sorrentino
Soggetto: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
Fotografia: Luca Bigazzi
Scenografia: Stefania CellaCostumi: Daniela Ciancio
Trucco: Matteo Silvi
Effetti Speciali: -
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Musiche: Lele Marchitelli
Cast: Toni Servillo (Jep Gambardella), Carlo Verdone (Romano), Sabrina Ferilli (Romana), Carlo Buccirosso (Lello Cava), Iaia Forte (Trumeau), Pamela Villoresi (Viola)
La Grande Bellezza
Recensione di Alessandro Di Gioia
Premi:
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Trama:
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Recensione:
Dopo la parentesi internazionale di THIS MUST BE THE PLACE, Paolo Sorrentino torna a raccontare il
malessere italiano, e lo fa nel suo progetto più ambizioso, LA GRANDE BELLEZZA.
E' la storia di Jep Gambardella, giornalista partenopeo residente a Roma,e del suo legame con la capitale,
completamente imbevuto di mondanità sfrenata e nichilismo. Il film non dispone di un classico intreccio
lineare, è un affresco impressionista sui vizi e gli squallori della Città Eterna, il tutto raccontanto
attraverso i soliti virtuosismi di macchina sorrentiniani.
Presentato in concorso a Cannes,LA GRANDE BELLEZZA è stato più volte paragonato a LA DOLCE VITA di
Fellini, paragone che gli stessi autori non hanno voluto rifiutare, seppur Sorrentino abbia dichiarato che
"quello di Fellini è un capolavoro, il mio è solo un film". In verità, effettivamente è complicato non fare un
parellelo col capolavoro del regista riminense, in quanto anche nel lavoro di Sorrentino c'è la volontà di
raccontare il presente italiano tout court attraverso la lente deformata della mondanità romana. Il
problema, è che il film di Sorrentino non dispone di una sceneggiatura granitica come quella de LA
DOLCE VITA, e alla lunga finisce per non convincere.
Il film parte benissimo, anzi, la prima ora è veramente eccellente. Le pennellate registiche di Sorrentino toccano l'apice formale della sua filmografia, mentre una sceneggiatura condita da dialoghi molto cinici è funzionale al punto giusto. Toni Servillo, nell'interpretare il protagonista, è magistrale come sempre, ed anche i comprimari (Verdone e la Ferilli su tutti) risultano convincenti, seppur non tutti i caratteri siano profondamente sfaccettati. Dopo un'ora di grande cinema, il meccanismo comincia ad incepparsi, e la grande maestria visiva di Sorrentino non basta a coprire da sola tutta l'eccessiva durata del film, il quale avrebbe sicuramente giovato di qualche taglio in più in fase di montaggio. L'episodio finale della santa, sponsorizzata dalla Chiesa come se fosse un merchandising qualunque, è macchiettistico e moralista, e chiude la pellicola nel peggiore dei modi, ovvero dando l'impressione che la sceneggiatura sia stata schiacciata dal peso delle sue ambizioni. In tutta la pellicola, c'è un continuo giudizio negativo sulla vita di Roma da parte del protagonista, e alla lunga la cosa diventa stucchevole e non sempre essenziale, seppur sequenze come quella del funerale siano bellissime seppur non amalgamate alla perfezione. La volontà degli autori di voler raccontare un pò di tutto, ha trasformato "La grande bellezza" in un grande minestrone sovraccaricato di ingredienti spesso superflui.
In definitiva, è piacevole ogni tanto assistere da spettatori ad opere cosi ambiziose, visto che il nostro cinema non ce lo permette spesso, e quest'ultima fatica del regista napoletano è sicuramente di pregevole fattura, ed è capace di regalare sequenze da capolavoro. Eppure, è impossibile e sbagliato chiudere un occhio, e quello che mi viene da dire è semplicemente "provaci ancora Paolo!".
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