La Stanza del Figlio
Produzione: It./Fr. 2001
Genere: Drammatico
Durata: 99'
Regia: Nanni Moretti
Soggetto: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Linda Ferri, Heidrun Schleef, Nanni Moretti
Produttore: Nanni Moretti, Angelo Barbagallo
Fotografia: Giuseppe Lanci
Scenografia: Giancarlo Basili
Costumi: -
Trucco: -
Effetti: -
Montaggio: Esmeralda Calabria
Musiche: Nicola Piovani
Cast: Nanni Moretti (Giovanni), Laura Morante (Paola), Jasmine Trinca (Irene), Giuseppe Sanfelice (Andrea)
Trama:
La famiglia Sermonti perdendo il giovane Andrea in un infortunio di pesca subacquea piomba in una crisi
che sconvolge i normali ritmi della loro vita. Il loro era un quotidiano che scorreva tra molte soddisfazioni
e qualche piccola amarezza.
L’elaborazione del lutto, dopo la tragica morte del figlio, tende a dare un significato all’angoscia creando
un modo di ricordare lo scomparso funzionale al vivere presente. Un meccanismo teso a richiamare
visivamente qualcosa dell’inconscio che permetta di proseguire la vita rimanendo nel flusso di un
dinamismo psichico e culturale legato alla cultura che ci contiene.
Il padre Giovanni Sermonti è uno psicanalista. Dopo la tragedia, lungo l’elaborazione del lutto con la
moglie avverte che il suo lavoro non potrà più proseguire con profitto. Pensa che certi risultati
psicanalitici che la sua attività ha avuto non potranno più ripetersi perché compromessi dalla sua nuova
situazione emotiva.
I risultati che i pazienti ottenevano nell’analisi erano in gran parte legati, seppur in modo paradossale, alla
sua figura di borghese dall’aria soddisfatta. Figura che seduceva i pazienti portandoli a forme
transferenziali e di identificazione proficui sia nel mantenere il gioco di parole con l’analista che nella
riuscita elaborativa di alcune questioni analitiche. Dopo la tragedia il suo stato depressivo seppur ricco di
risvolti creativi e fertile di idee lo costringe a modificare l’approccio psicologico con i pazienti fino al punto
di ridurlo a forme di comunicazione verbale troppo dirette, quasi forzate e notevolmente giudicanti,
moraliste. Irrompe nelle sedute la propria nuova situazione esistenziale. Sembra quasi che adesso sia lui
a chiedere qualcosa ai pazienti. Questo porta alcune analisi in corso verso una deriva psichica a tratti
angosciante e priva di sbocchi terapeutici efficaci.
Recensione:
Il film vincitore a Cannes nel 2001 è incentrato su una ricerca del senso e della dinamica del dolore in un lutto. In questo film Moretti descrive in modo credibile gli aspetti riguardanti le sue vicende professionali da analista: senza cadere nel banale o nella caricatura.
Il lavoro della memoria nel lutto, mosso dal dolore, porta al sacrificio della sua professione: per consentire un ricordo del figlio più raccolto e coltivato, lontano da sguardi indiscreti. Ricordo che diventa perciò “curato”, ricco di figurazioni visive più intense, in parte vere in parte costruite dal meccanismo del ricordo di copertura freudiano. E’ come se l’inconscio lavorasse per la costruzione di un sintomo che renda la vita di coppia ancora vivibile. I limiti esistenziali della vita rappresentati attraverso le malattie gravi e gli infortuni sono una costante nei film di Moretti. E’ da lì che il regista riesce a costruire in ogni film una struttura narrativa efficace e intelligente caratterizzata da un verosimile spettacolare ma vivo di problemi autentici in parte moralizzati con la satira in parte semplicemente elaborati per quello che sono. Nei film di Moretti l’immagine semovente filmica non funziona come “altro linguaggio”, caratteristica del cinema, ma
semplicemente come simbolismo del reale. I suoi livelli figurativi cinematografici non toccano vertici di altezza alti, sono più o meno paragonabili a quelli di un teleromanzo di successo, ma la sua capacità intellettuale di sintetizzare storie difficili e tristi pescando dal vero della vita è alta dando al film grande interesse.
Moretti offre al pubblico identificazioni illuminanti. Ciò avviene però in forme di complesso esistenzialismo. E’ interessante anche come gli spettatori e la critica trovano nei suoi film punti di convergenza notevoli identificandosi in vicende che hanno il pregio di essere costruite e caratterizzate da un modo di esistere passionale legato alla vita in sé e alla morale. Passione che si accosta in parallelo a fredde elaborazioni e trovate espressive colme di satira. Il coinvolgimento in idee comunicative e satiriche a largo raggio e l’ambigua sofferenza apparentemente senza sbocchi creata dall’evento tragico sono la chiave del successo di Moretti che è per fortuna anche un po’ il successo della cultura nell’area film. Con la satira tutto diventa facile per il regista. Il film sembra vivere di vita propria grazie al sipario strappato sulla realtà.
Recensione a cura di Giordano Biagio
-
2001 - Festival di Cannes
-
Palma d'oro a Nanni Moretti.
-
-
2001 - FIPRESCI
-
Grand Prix FIPRESCI «per la sua descrizione della distruzione di una famiglia unita, in seguito alla morte di un figlio» a Nanni Moretti.
-
-
2001 - Globo d'oro
-
Miglior attrice esordiente a Jasmine Trinca
-
Nomination Miglior attrice a Laura Morante
-
-
2001 - Ciak d'oro
-
Miglior film a Nanni Moretti
-
Miglior regista a Nanni Moretti
-
Migliore attrice protagonista a Laura Morante
-
Migliore attrice non protagonista a Jasmine Trinca
-
Miglior colonna sonora a Nicola Piovani
-
-
2001 - European Film Awards
-
Nomination Miglior film a Nanni Moretti e Angelo Barbagallo
-
Nomination Migliore attrice a Laura Morante
-
Nomination Premio del pubblico al miglior attore a Nanni Moretti
-
Nomination Premio del pubblico alla migliore attrice a Laura Morante
-
Nomination Premio del pubblico al miglior regista a Nanni Moretti
-
-
2002 - Premi César
-
Nomination Miglior film straniero a Nanni Moretti
-
Premi:
-
2001 - David di Donatello
-
Migliore attrice protagonista a Laura Morante
-
Migliore colonna sonora a Nicola Piovani
-
Nomination Miglior regia a Nanni Moretti
-
Nomination Migliore sceneggiatura a Linda Ferri, Nanni Moretti e Heidrun Schleef
-
Nomination Miglior produttore a Nanni Moretti (Sacher Film) e Angelo Barbagallo
-
Nomination Migliore attore protagonista a Nanni Moretti
-
Nomination Migliore attrice non protagonista a Jasmine Trinca
-
Nomination Migliore attore non protagonista a Silvio Orlando
-
Nomination Migliore scenografia a Giancarlo Basili
-
Nomination Migliore montaggio a Esmeralda Calabria
-
Nomination Miglior sonoro a Alessandro Zanon
-
Miglior film a Nanni Moretti e Angelo Barbagallo
-
-
2001 - Nastri d'argento
-
Regista del miglior film a Nanni Moretti
-
Premio Guglielmo Biraghi a Jasmine Trinca
-
Nomination Migliore produttore a Nanni Moretti (Sacher Film) e Angelo Barbagallo
-
Nomination Migliore soggetto a Nanni Moretti
-
Nomination Migliore sceneggiatura a Linda Ferri, Nanni Moretti e Heidrun SchleefNomination
-
Migliore attrice protagonista a Laura Morante
-
Nomination Migliore attore non protagonista a Silvio Orlando
-
Nomination Migliore attrice non protagonista a Jasmine Trinca
-
Nomination Migliore fotografia a Giuseppe Lanci
-
Collaborazioni:
Se anche tu vuoi collaborare con Manifesto 0 o chiedere la pubblicazione di un qualsiasi contenuto inerente scrivici a Emme0Mzero@gmail.com
Tag più frequenti:
© 2012 - 2017 by Manifesto Ø