Loach il Rosso
Il Gran Premio Torino, istituito nel 2009 viene conferito ai registi che promuovono il rinnovamento del linguaggio cinematografico, in particolare di nuovi modelli estetici e la divulgazione delle tendenze contemporanee; è quindi d'obbligo pensare che un cineasta quale Ken Loach (Bread and Roses ~ 2000) sarebbe onorato nel riceverlo ed accettarlo, ma così non è di fatto stato.
È il 21 Novembre quando con un comunicato shock Loach giunge al Museo Nazionale del Cinema, l'ente che amministra la kermesse torinese, per rifiutare il premio.
“È con grande dispiacere che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film”.
Il comunicato prosegue con dure parole nei confronti del museo stesso, dai cui dipendenti Loach asserisce di essere stato contattato.
Sembra non essere una pratica nuova ai lavoratori precari in appalto al Museo Nazionale, che nello stesso periodo hanno inviato un messaggio analogo a Scola (C'eravamo tanto amati ~ 1974) il quale ha però gentilmente declinato le pressioni a rinunciare al premio.
Loach sostiene di aver ricevuto informazioni riguardanti lo sfruttamento dei lavoratori, maltrattamenti e perfino minacce nel suo tête-à-tête virtuale, che sono stati successivamente (e tempestivamente) smentiti da Gianni Amelio, direttore del Festival.
“Con tutta la stima per Ken Loach e il suo cinema, la sua reazione è massimalista, sbagliata, in qualche modo aristocratica e autolesionista” dichiara piccato il Direttore.
Loach è stato da sempre un noto sostenitore della classe operaia, meritandosi il titolo di “Rosso“, e ben saldo ai suoi ideali afferma: “Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, 'Bread and Roses'. Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni. Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio“
Una dimostrazione di coerenza e dedizione da parte di Loach, seppur velata di dubbi; Amelio infatti continua con le smentite, asserendo di non essere responsabile per i tagli al personale. Alberto Barbera rincara la dose, puntando il dito sugli stessi operai che avrebbero “male informato“ il regista portandolo a “formulare riserve sui comportamenti (del museo) al contratio sempre improntati alla massima tutela dei lavoratori dipendenti“. La stessa Cooperativa REAR (La società appaltatrice accusata) ha annunciato una possibile azione legale nei confronti di Loach, dichiarando che né minacce né sfruttamenti hanno mai avuto luogo nel contesto aziendale.
Intanto la proiezione di “The Angels' share“ è stata sospesa dietro decisione della BiM, privando il festival di uno dei titoli più attesi di questa edizione.
E mentre aspettiamo gli sviluppi, non resta che accontentarci del premio a Scola, e sperare nella rapida risoluzione di queste discrepanze.
Di Tamer Alessia
Manifesto 0, 2012
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