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Louis Nero

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MANIFESTO 0: In Italia da diversi anni si è capito ma non lo si vuole ammettere il fatto che ormai il vero cinema o meglio il nuovo cinema italiano sta proprio nel settore indipendente. Sfortunatamente questo aggettivo “indipendente” viene spesso affiancato a un altro aggettivo ricorrente “underground”. Infatti chi lavora nel cinema è consapevole del fatto che anche se i migliori lavori esistono, ci sono quello che manca è l'informazione, una mancanza data dai critici troppo concentrati sui grandi nomi e sulla distribuzione a livello di sale che ha paura di investire su questi prodotti poco conosciuti.

LOUIS NERO: Secondo me il cinema dev’essere libero da ogni vincolo con il mercato. Quindi in alcuni casi essere ignorati dal sistema economico può essere un vantaggio.
 

M0: Il cinema italiano ormai da circa trent'anni è in continuo decadimento. Case di produzione e distribuzione come la vostra in un sistema del genere come fanno a sopravvivere?
 

LN: Penso che oggi sia essenziale per ogni persona o società che si occupa di arte in generale, o di cinema in particolare, di riuscire a creare un meccanismo che gli permetta di creare liberamente non essendo vincolato alle leggi di mercato che molte volte vanno in direzione opposta al concetto di Arte. In molti casi l’indipendenza è un obiettivo da raggiungere stando attenti a non cadere nel paradosso opposto che trasformerebbe l’indipendenza in prigione.
 

M0: Scendendo più in profondità come fate al momento della distribuzione?e per quanto riguarda la produzione?Chiedete mai qualche sostegno a Film Commission o enti simili?
 

LN: Prima di pensare alla produzione e alla distribuzione cerchiamo di capire quanto è importante per noi realizzare il progetto che abbiamo in mente. Soltanto dopo aver concretizzato l’Idea, decidiamo la strategia migliore per trasformare l’Idea in atto, non disdegnando qualsiasi meccanismo di produzione. Di solito i nostri progetti non usano contributi pubblici ma si sostentano con le loro proprie forze.
 

M0: Avete un interessante canale Youtube dove si possono trovare tra le varie cose anche molte interviste fatte a importanti maestranze del nostro cinema del passato e del presente. E' un'ottima iniziativa, potrebbe diventare davvero un archivio utile per tutti quelli che vogliono lavorare nel cinema e non.
 

LN: Il progetto per il web 660secondi IL CINEMA INDIPENDENTE (http://www.youtube.com/playlist?list=PL00089A62884466B9)  ovvero 11 minuti per raccontare la propria esperienza cinematografica. Nasce come un contributo mio e di Diana Dell’Erba alle nuove generazioni per mettere sotto ai loro occhi un altro modo di fare cinema, alternativo al mainstream. La storia da molti esempi. Soprattutto queste interviste servono per capire ciò che del passato sia ancora utilizzabile, con le dovute trasformazioni, al giorno d'oggi per chi vuol fare arte. Finora è stato accolto molto bene, ci auguriamo che possa giungere a diffondersi tra i nuovi autori.
 

M0: Louis hai alle spalle davvero molti film curiosi che sono stati più volte apprezzati, nei quali hai lavorato con diverse personalità del cinema internazionale. Ci sono personalità che hanno influito sulla tua vena artistica?
 

LN: Credo che le due caratteristiche più importanti per un artista siano, prima di tutto, il riuscire a venire in contatto con l’”Idea” e dopo in un secondo momento metterla in atto, trasformandosi in spugna per assorbire tutte le influenze che sono presenti intorno a noi. Quindi un vero artista è sempre influenzato da tutti gli artisti che l’hanno preceduto, che vivono nel suo tempo e forse anche da quelli che lo seguiranno.
 

M0: Il film PIANOSEQUENZA è un intero pianosequenza. Dev'essere stato davvero difficile girarlo immagino! Vuoi raccontarci di questa avventura?
 

LN: PIANOSEQUENZA rimane uno dei miei film preferiti. L’esperienza di riprendere la verità mentre si manifestava ha contribuito moltissimo al mio cambiamento come artista e come uomo.
 

M0: Vuoi dirci qualcosa a proposito di RASPUTIN, il tuo ultimo film?
 

LN: Rasputin porta ad esaurimento una mia ricerca tra cinema e arte. Sia dal punto di vista linguistico che da quello narrativo Rasputin si presenta come un nuovo modo di concepire il cinema. La figura di Rasputin non è solo strumento narrativo ma anche modello di ispirazione ed esempio per indagare ciò che si nasconde dietro l’apparenza. Scoprire il velo che nascondeva il vero Rasputin è stato come rivedere il mondo con nuovi occhi.
 

M0: In alcuni dei tuoi film c'è la presenza di Franco Nero che è un pezzo grosso della nostra storia, un'icona del poliziottesco, amato da tanti. E' un grande attore, ricordato da registi come Corbucci come un attore serio che sapeva quello che faceva. Tu che hai avuto la possibilità di lavorare accanto a lui, di dirigerlo come l'hai visto?

LN: Il rapporto con Franco non è soltanto un rapporto di lavoro e reciproca stima, ma soprattutto un rapporto di amicizia che ci ha portato a condividere molti momenti importanti nel cinema.
 

M0: A Cinecittà in questi mesi c'è stato un periodo di sciopero. Cosa ne pensi?
 

LN: Credo che ogni evento che possa cambiare lo status quo di decadimento del nostro cinema sia qualcosa da accogliere con ottimismo e con fiducia nelle prospettive di miglioramento. Sono solidale con tutti quelli che vogliono cambiare il mondo.

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