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Animatore e fumettista italiano

 

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Marco Pavone

Marco Pavone e l'animazione underground italiana

 

"L'idea prese forma nel periodo post 11 settembre, quando avere paura sembrò quasi essere un dovere morale. Volevo raccontare una storia dove fosse chiaro che la paura spesso ci paralizza senza per questo metterci al sicuro. E che il coraggio di provarci è sempre sintomo di razionalità." E così che Marco Pavone, fumettista e animatore italiano, ricorda "Zero Zero", il suo primo lungometraggio d'animazione con atmosfere tra l'horror e il fantastico. Sono passati ben sette anni dall'esordio, ma è da alcuni mesi che il disegnatore ha realizzato un nuovo film dal titolo "Burqa". L'opera non parla solo, senza banalità tramite un'evidente metafora onirica, del ventennio berlusconiano, ma riesce ad andare oltre. "Penso che sull'Italia e sulla sua corruzione politica si sia detto molto, ma non la cosa essenziale secondo me, e cioè che ogni popolo si sceglie la classe politica che meglio lo rappresenta, e che quindi, dietro la mostruosità della casta si nasconde la mostruosità di società civile ben più corrotta della politica. Burqa racconta questo." Nel film colpiscono anche i personaggi, come la donna col burqa, che appare come l'incarnazione della morte e che è l'unico elemento che può seriamente scalfire il potere illimitato del protagonista, "pensavo a quale fosse l'incarnazione del male per un uomo edonista come Alan Burlesque" racconta Pavone "ho pensato che la preclusione persino visiva del piacere sessuale operata dal burqa fosse la nemesi perfetta. Del resto è una figura palesemente castrante, e ricorda anche la morte, perfetta per opporsi al vitalismo del protagonista."

 

Tra "Zero Zero" e "Burqa" Pavone gira nel 2013 "Extra 3D" un lungometraggio realizzato con la tecnica appunto del 3D. "E' stato realizzato a ridosso degli anni del boom della stereoscopia, ma non credo che questa, o altre tecniche, possano far cambiare la percezione di un film. I film arrivano al pubblico solo se sanno smuovere corde profonde, altrimenti tutta la tecnologia del mondo non basterebbe a rendere interessante un film. Credo che nel caso di "Extra", per stile, per regia e per gli spazi scenografici stessi, fosse una scelta indicata."

 

Oltre ai lungometraggi Marco Pavone ha alle spalle una serie di videoclip

e cortometraggi d'animazione. Queste tre modalità di racconto hanno in

comune il fatto di trattare, chi più chi meno, argomenti d'attualità e di

denuncia, anche se il regista crede che "nessuna forma di comunicazione

umana possa fare cambiare idea alle persone. Al massimo, è possibile

mettere in evidenza temi ed argomenti che il pubblico non conosce bene,

stimolare la curiosità del pubblico. Credo che l'arte in particolare, debba

servire prima di tutto a veicolare emozioni, e solo in seconda battuta

possa stimolare ragionamenti critici. Ma se uno spettatore è chiuso

mentalmente, nessun capolavoro potrà smuoverlo."

 

Marco Pavone inizia da bambino ad amare i fumetti e l'animazione, sognando un giorno di diventare come Disney e il suo primo importante lavoro è stato infatti quello di disegnare fumetti per "Topolino". Di quell'esperienza ricorda "In quegli anni era molto giovane e ancora molto acerbo. E' stato un processo formativo importante, perchè ho potuto vedere da vicino come si sviluppano progetti a livello professionale."

Nel frattempo in lui però nasce la curiosità di scoprire e avvicinarsi a un mondo più underground e meno mainstream. Scoperta la computer grafica Pavone passa all'animazione che gli permette di raccontare una storia usando molti più strumenti, rispetto al fumetto.  

 

L'animazione in Italia ha una storia travagliata. Il “boom fulminante” vi è stato grazie a Maestri come Bruno Bozzetto. "Bozzetto rappresenta per me l'unico grande maestro del passato, perchè seppe coniugare innovazione autoriale a capacità produttiva." commenta Pavone.

A fine millennio con d'Alò e negli ultimi tempi con Iginio Straffi si è tornato a muovere qualcosa, ma in realtà non c'è mai stata un'effettiva affermazione dell'animazione italiana. 

In Italia, poi, la distribuzione dei film è un settore mal menato e forse la branca più colpita, dopo i documentari e i film di genere, è proprio quella dell'animazione, ma Pavone sembra essere positivo. "Fortunatamente la tecnologia renderà possibile distribuire film per una fruizione qualitativamente

buona senza più bisogno di grossi costi. Attraverso internet è già possibile scaricare film in full HD per poterli vedere a casa su impianti decenti, che sono ormai alla portata di tutti. L'unico costo ancora importante resta quello della pubblicità, ma anche su questo la rete può essere d'aiuto a quanti vogliono fa conoscere i propri progetti gratuitamente, attraverso contenuti virali. La cosa importante, ovviamente, è che si abbiano ottime idee!"

 

 

 

 

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