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Morando Morandini

Morando Morandini, nato a Milano il 21 luglio 1924, è stato fra i maggiori critici cinematografici italiani, autore insieme alla moglie Laura e alla figlia Luisa, del Dizionario dei Film intitolato “Il Morandini” edito da Zanichelli.

 

Lui che invece di scrive al computer usava ancora la buona e vecchia macchina da scrivere, lui che a 90 anni non aveva perso la voglia di scrivere. Lui, timido e introverso, che dava importanza al caso, conviveva con un amore profondo, quale il cinema e amava definirsi un critico di sinistra, anzi liberal-socialista alla Bobbio, con la pratica del dubbio e il continuo interrogarsi della vita.

Con più di 50 anni d'esperienza ammetteva il fatto di non saper scrivere con facilità: a volte gli capitava di fare delle schede per il dizionario “Il Morandini” di 10-20 righe, mettendoci anche un'ora a causa della difficoltà di riassumere in poco.

 

Lui che era più per il cinema della realtà, ma che lasciava le porte aperte anche alla finzione, perché, a quanto diceva, un buon critico dev'essere politeista, cioè deve saper apprezzare ogni forma di cinema.

Lui, l'unico critico al mondo a essere querelato da Mc Donald's, l'unico che è stato condannato e poi

assolto in appello per aver sconsigliato un film dei primi anni '70 “Scipione detto anche l'africano” quando scriveva per la rubrica “Tempo”: fu il produttore a fargli causa e la vinse perché i giudici dissero che il signor Morandini non aveva recensito il film, ma solo sconsigliato.

 

Lui che apparteneva a una generazione di critici che hanno fatto una battaglia per la figura del regista, per far

sapere agli spettatori che al cinema si poteva andare anche al di là del genere, dell'argomento o del cast

presente, guardando quindi a chi aveva diretto il film. Una battaglia che sono riusciti a vincere, a differenza di

quella che da solo negli ultimi trent'anni conduceva contro il cinema d'autore all'italiana, cioè quello che ha

permesso, come in Franca, dalla fine degli anni '60 in poi, a un centinaio di esordienti di fare con i soldi

pubblici il loro primo film che era sì un film d'autore, ma di un pessimo autore. “Film velleitari, nemmeno

riconducibili ai film di nicchia. Negli anni '90 era meglio, forse, se non fossero proprio esorditi. E' una dura

realtà, ma i giornalisti devono essere coraggiosi e onesti, anche se poi quella è una bassa percentuale, infatti

c'è un 15%, che sono al servizio dei potenti, un 50% che sono i rassegnati, nel senso che cercano di fare bene

il loro mestiere senza però rischiare mai niente, evitando nella forma e nei contenuti, di dare notizie

sgradevoli, e infine vi è il resto, quel 20% formato da imbecilli.”

 

Morando inizia a fare il giornalista nel dicembre del '45. Due anni più tardi oltre a fondare un cineclub a Como,

diventa giornalista professionista a 23 anni in un piccolo giornale, “L'Ordine”, dove faceva tutto: dalla cronaca

nera al critico d'arte. Nel 1952 presso “La Notte” inizia a scrivere solo di cinema, facendo così coincidere il lavoro con una sua grande passione, quale la settima arte.

Qualche anno più tardi fonda la rivista “Schermi”, oltre che a stringere varie collaborazioni con riviste e periodici cinematografici.

E' stato per due volte attore: nel '63 quando Bernardo Bertolucci lo scelse in una delle parti minori nel film “Prima della Rivoluzione” e in “Remake” di Ansano Giannarelli del 1987 dove faceva la parte di me stesso.

Per più di un decennio, tra il 1984 e il 1997, fu direttore del festival Anteprima di Bellaria. Nel 1998 gli fu conferito il Premio Flaiano come critico cinematografico con 50 anni di esperienza sulle spalle.

 

Nel film girato tra il 2004 e il 2010 dal regista Daniele Segre Je m'appelle Morando Alfabeto Morandini il critico conclude così: “C'era un detto a casa nostra che dice <<non bisogna assecondare la vecchiaia>>. Non ho paura della morte perché la considero un compimento della vita e spero di andarmene nel pieno possesso delle mie facoltà mentali. A differenza di Laura, mia moglie vorrei saperlo quando debbo morire, voglio essere lucido. La cosa che mi fa paura è l'essere decrepito, paradossalmente vorrei stare ancora bene quando sto per morire, così da poter pensare.

Vorrei morire in compagnia, vicino alle mie figlie e darò disposizione che alcuni mesi dopo la mia morte avvenga una cena tra amici in cui con una certa allegria si parli e si sparli di me”.

 

Morando si è spento il 17 ottobre 2015 all'età di 91 anni nella sua città natale.

 

 

FILMOGRAFIA 

 

1964 - PRIMA DELLA RIVOLUZIONE (Bernardo Bertolucci)

1987 - REMAKE (Ansano Giannarelli)

2004 - A LAURA (Amedeo Fago)

2009 - MORANDO MORANDINI NON SONO CHE UN CRITICO (Tonino Curagi e Anna Gorio)

2010 - JE M'APPELLE MORANDO - ALFABETO MORANDINI (Daniele Segre)

2012 - MORANDO'S MUSIC (Luigi Faccini)

2015 - RUBANDO BELLEZZA (Laura Bagnoli, Danny Biancardi, Fulvio Wetzl)

 

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