
Non c'è nessun titolo e nessuna Italia
E' terminata da poco la 69° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e tra tutte le cose che mi sono rimaste dentro pensavo a cos'è successo il 4 settembre 2012. Alle Giornate degli Autori si è tenuto un incontro con Abete e tutti fiduciosi speravamo di avere nuove notizie a proposito del futuro di Cinecittà. Dopo la conferenza questo egli ha affermato:
- I lavoratori non verranno licenziati;
- Cinecittà non verrà distrutta, c'è uno spazio libero dove si può costruire e noi utilizzeremo quello;
- L'apertura di alberghi, centri benessere, parcheggi porterà di nuovo a Cinecittà le grandi produzioni internazionali;
Mi sembra il minimo ringraziarlo per aver ripetuto per l'ennesima volta le stesse cose, e vorrei anche ringraziare tutti i giornalisti corrotti che hanno avuto il coraggio di scrivere che Abete si “è aperto al dialogo”.
Io contrariamente al lui non mi voglio ripetere: È inutile che scriva di nuovo che più di 200 lavoratori di Cinecittà stanno sacrificando il proprio stipendio e che ancora oggi a distanza di quasi due mesi i grossi media devono ancora parlarne. È inutile ribadire che non saranno una serie di strutture apparentemente “cool” che faranno venire qui produzioni estere le quali detengono un grande rispetto per il cinema, È inutile ricordare che per decenni le persone hanno trovato altri posti dove alloggiare o parcheggiare l'auto e che facevano la coda solo per i Teatri di Posa per la qualità dei film che venivano girati all'interno di essa.
Quello che non ritengo inutile è la lotta per i propri ideali.
Possibile che dopo trent'anni svariate persone, solo per un mero desiderio monetario, continuino a rovinare il nostro cinema? Possibile che nessuno voglia cambiare le cose? Perché le persone scappano all'estero? Perché non esiste un'unità, una forza che faccia cadere il sistema? Possibile che le persone siano così passive?
Non posso credere che gli italiani siano così bravi nel lasciar calpestare la propria dignità.
Vogliamo veramente vivere in un Paese dove ci sono i tagli all'istruzione e alla cultura, dove poi De Laurentiis aspetta 10 milioni dallo stesso Stato per produrre filmetti che finiranno nel dimenticatoio non apportando nessun tipo di contributo alla società italiana (che giustamente vede i soldi delle proprie tasse gestiti in questo malo modo)? Possibile che ci siano regioni dove chi governa preferisce investire i soldi nel turismo piuttosto che attuare una politica di film induced turism molto più propensa a dare posti di lavoro alla gente del posto, ad aumentare il turismo di qualche località? Davvero vogliamo lasciare che lo Stato continui a finanziare commedie e a sabotare i film di genere per lasciare libera strada al trash televisivo così da impedire al cittadino di pensare e di conseguenza di reagire alle ingiustizie che da anni esse vivono in una dittatura celata dietro una finta democrazia parlamentare?
“Il Cinema è l'Arma più Forte”.
Perché a Venezia hanno impedito ai lavoratori di sfilare sul Red Carpet? Forse il tappeto rosso è troppo pulito per gente in maglietta e pantaloncini che sacrifica il proprio lavoro, che lotta per milioni di italiani che semplicemente pensano che il cinema sia un vago passatempo fine a se stesso e che non si accorgono invece che la cinematografia è la più potente industria al mondo? Dobbiamo sempre distinguerci per il nostro modo di fare e di essere: mentre continuiamo a scrivere a La Repubblica i francesi senza tanto girarci attorno hanno chiesto all'Unione Europea di far diventare Cinecittà patrimonio culturale. Già, mi domando perchè poi Cinecittà sia in mano ad un privato. Abete non è Pittalunga. Abete non vede al di là di un conto in banca pieno di soldi, non sa che cosa sia il cinema se no non sarebbe così genio da tirarsi la zappa sui piedi in presenza di un mondo che contrariamente agli italiani non ha il paraocchi. Ma che colpa possiamo attribuire agli italiani se essi vivono in un Grande Fratello controllato dai media che a loro volta sono manipolati dalla corruzione proveniente dalla politica? In fondo è meglio che i cittadini non sappiano le cose, è meglio resettare l'informazione e fissare le notizie che più comodano e se viene fuori qualche scandalo non importa, nessuno si ribellerà, nessuno dirà niente, gli italiani sono capaci solo di borbottare ma poi a conti fatti di cose concrete ne fanno veramente poche.
Il cinema italiano continuerà a marcire, non cambierà e Cinecittà verrà cementificata, è inutile continuare a sperare in qualcosa che non avverrà mai se non siamo convinti, se non siamo pronti a batterci per i nostri ideali, se non siamo pronti a sacrificare tutto o qualcosa, se manca la forza di volontà e viviamo la vita, gli eventi in modo passivo. Trovo ridicolo fare tanti moralismi verso culture che ci appaiono così ingiuste rispetto alla nostra, vantarci di essere una democrazia, lottare per la libertà di altri popoli, cercare di far cadere dittature in altri Paesi, quando non siamo nemmeno capaci di cambiare le cose che ci circondano e che ci riguardano in prima persona.
Di Von Chanelly
Manifesto 0, 2012






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