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Ore Cutanee

Produzione: It. 2014

Genere: Drammatico
Durata: 6
'

Regia: Duilio Scalici

Soggetto: Duilio Scalici

Sceneggiatura: Duilio Scalici

Produttore: Indipendente (Duilio Scalici)

Fotografia: Duilio Scalici
Scenografia: -

Costumi: -
Trucco: -

Effetti: -

Montaggio: Duilio Scalici

Musiche: -

Cast: Paolo Raeli e Clara Tramontano 

 

Premi:

 

-

 

 

Trama:

Ore cutanee è una storia d’amore semplice ma profonda, rappresentata con garbo poetico, supportata da

finezza ed eleganza nei modi di riprendere che lascia meravigliati per senso del bello e del romantico. 

 

 

Recensione: 

Il ventenne regista Duilio Scalici, esordisce nel cinema con il cortometraggio Ore Cutanee, un’opera elegante

con un’andatura in stile cortese che via via diventa sempre più colorita di una passione senza confini.

Il film, che appartiene a un genere dai termini sfumati, collocabile tra il poetico e il drammatico, è stato

selezionato dal Etnaci Film Festival 2014. La pellicola sta avendo un buon interesse anche nel web ed è

proiettata in diverse sale cinematografiche italiane.

Il giovane Duilio Scalici sta da tempo sviluppando alcune idee letterarie per il cinema, che con questo film

appaiono subito di un certo spessore elaborativo, sia contenutistico che formale. Durante la proiezione

non si può fare a meno di essere attraversati da intense emozioni, le cui forme sono tra le più diverse, esse vanno dall’empatico all’estetico per finire poi nel piacere intellettivo: quello per lo più legato al senso logico delle cose che nel film è efficacemente intuibile.

Gran parte delle emozioni rilasciate dal film sono frutto di una composizione scenica non certo da manuale, bensì costituita da codici visivi liberi, sempre rigorosi, animati da una verve creativa dell’autore che sembra saper far brillare ogni cosa.

Il film ha una intelaiatura visiva priva di smagliature, grazie un occhio fotografico di rilievo sempre ben in sintonia con il movimento tecnicamente sicuro della mano sulla telecamera e con un gusto letterario raffinato manifestato dall’autore con il suo pensiero narrativo in più occasioni.

 

Il progetto sul cinema di Duilio Scalici appare quindi, da questi primi indizi, felicemente idoneo a realizzare un cinema di qualità, composto da inflessioni artistiche ben caratterizzate, lontano dall’intrattenimento. E’ un pensiero quello espresso con questo film che sa di prezioso, qualcosa che sembra trovare alimento da una percezione viva e attenta dell’autore sulla complessità con cui si muove il reale di oggi, un mondo difficile, a cui Duilio, tra le righe, sembra voler porre grande attenzione.

Questa sua prima opera è quindi già qualcosa che sembra poter inaugurare un fertile rapporto di comparazione artistica, critica, con quella parte della storia del cinema più vicina a forme letterarie dal forte richiamo estetico ed esistenziale. 

Da sottolineare anche la parte che ha la musica nel film, del tutto appropriata al tipo di narrazione, felicemente sincronizzata con i

toni narrativi scelti per il film che hanno in sequenze alternate, un po’ paradossalmente ma artisticamente efficace, elementi romantici e neorealistici. La musica è sempre puntuale nel rafforzare o stemperare i momenti emotivamente più salienti delle scene del film.

Per finire i dialoghi, essi sono sobri ma di buon spessore comunicativo in quanto si è lavorato molto sulla scelta delle parole, selezionando ciò che meglio poteva dire di una situazione con poche parole, eliminando quindi lungo la ricerca quelle proposizioni prolisse sostituibili con frasi brevi senza perdere i contenuti.

 

Il film ha anche aspetti pedagogici di rilievo, sembra abbattere ogni barriera pregiudiziale

rispetto ad appartenenze sociali (il protagonista infatti è un badante), di classe per dare

spazio alla passione pura, non viziata da odi ambivalenti, a un piacere dei sensi che può

attivare forme di sentimento certe ma non ancora ben delineate, in forte relazione con

l’inconscio, qualcosa in grado poi di trascendere, con poetica risolutezza, ogni

condizionamento mortifero del più abbruttente reale di oggi.

 

Ore cutanee è un’opera filmica che esce dal claustrofobico tempo dall’orologio, per naufragare

con dolcezza in una poesia priva dei contrattempi volgari che rilascia il tempo.

Con l’espandersi smisurato del "sentire per incanto" che anima i due protagonisti, il film vola

verso l’incommensurabile delle cose, verso quell’abbagliante colore di assoluto che la

passione rilascia nella vita togliendo di mezzo ciò che di fugace, meschino e banale è

presente nell’ordinarietà delle cose quotidiane.

Una passione che spinge nell’oblio tutto ciò che non la riguarda e che fa rotolare per qualche

ora l’immagine della morte negli instancabili ingranaggi dell’orologio fermandolo.

 

Il filmato di Duilio Scalici è un autentico pezzo di opera d’arte, in quanto riesce a comunicare

il pathos dell’amore, i forti sentimenti che si formano lungo il rapporto, le diverse forme

pulsionali che lo animano, senza retorica ridondante. L’autore dipinge con talento un'immagine dell’amore del tutto originale, di cui per certi aspetti, non da poco, se ne ignorava l’esistenza.

E’ un amore quello di Ore cutanee egregiamente rappresentato anche in tutta la sua misteriosità, soprattutto attraverso la suggestione che rilascia la fotografia con i suoi giochi inediti di luce ed ombre quando la macchina da presa fa scorrere in primo piano, facendoli diventare surreali, alcuni particolari dei visi e degli arti.

 

 

 

Recensione di Giordano Biagio

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