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Paco Ferrari

D.O.P.

 

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MANIFESTO 0: 

Classe '86. Oltre che fotografo sei un giovane direttore della fotografia. Com'è nata in te questa passione?

 

PACO FERRARI:

La passione per il mio lavoro si è sviluppata 6 anni fa, lavoravo come orafo in una ditta di Reggio Emilia. Nel 2007, dopo 4 anni passati lavorando nel mestiere studiato, mi sono accorto che potevo esigere di più dalla mia vita e mi sono licenziato per iniziare a lavorare come assistente in uno studio fotografico di Carpi. Non conoscevo nulla della fotografia però sapevo pitturare fondali. Nei seguenti 3 anni ho appreso molto sulla fotografia e sulle luci fino a che gradualmente non sono rimasto l'unico assistente controllando tutti i vari aspetti dello studio, assieme al fotografo. Contemporaneamente cominciavo ad avvicinarmi al mondo del video grazie a due amici di Empoli che condividevano un grande sogno, quello di fare cinema. Ho collaborato con Extremevideo nella realizzazione di svariati videoclip low budget alimentando la mia passione per l'immagine in movimento. Finalmente nel 2010 abbiamo girato "Eaters" (un lungometraggio indipendente) e finite le lunghe e stressanti riprese avevo chiara nella mia mente la passione per il cinema.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

C'è stato qualche Direttore della Fotografia italiano e non che reputi un maestro nel suo campo, a cui magari

ti sei anche ispirato per alcuni lavori?

 

PACO FERRARI:

In molti dicono che il mio punto di forza è l'assenza di chiare ispirazioni. Non posso dire che mi sono ispirato

a Storaro piuttosto che a Michael Slovis, anche perchè con i budget con i quali ho lavorato fino ad ora non

serve molto, mentre le illuminazioni artificiali più belle che ho visto richiedono un grande budget. La mia

ispirazione viene dalla fotografia e principalmente dal giovane fotografo documentarista Piergiorgio Casotti.

Lui mi ha insegnato a essere sincero con me stesso e con le circostanze. Se non posso modificare la location

mi adatterò ignorando l'assenza di mezzi, questo mi spinge a studiare costantemente luci nuove senza

vincolarmi a schemi scolastici.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Riprendendo il discorso iniziale, secondo te per essere un ottimo DOP quali sono i passi fondamentali da compiere nel proprio percorso?

 

PACO FERRARI:

Tempo fa parlavo di quest'argomento con un amico con cui facciamo cinema veramente indipendente e low budget qui a Barcellona. La conclusione è che non esiste un cammino unico per raggiungere il mondo del cinema, sicuramete un passo fondamentale è non stancarsi mai, non lasciarsi mai abbattere dalle circostanze e cercare costantemente un miglioramento. Io personalmente non ho mai studiato per fare questo lavoro eppure vivo grazie a lui. Conosco molte persone che studiano per molti anni cinema e invertono grandi quantità economiche, ma quando escono dalla scuola non riescono ad arrivare a fine mese. Io personalmete ho deciso di studiare sul campo e adesso raccolgo i frutti.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Molto spesso il pubblico più attento quando nota una bella fotografia pensa che magari il merito sia del regista e non cerca tra i titoli il nome del DOP. Hai mai assistito a una reazione simile?

 

PACO FERRARI:

Forse sono stato fortunato però no, chi pensa che un film lo fa solo il regista è un poveretto che non si ferma a pensare e le sue opinioni non mi servono per avanzare nel mio lavoro. Il problema vero è quando è il regista stesso che si crede dio, questo si è successo.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Il tuo 2013?

 

 

PACO FERRARI:

Il 2013 ha spaccato e sarà così anche per il 2014. Ho girto una serie per Discovery Channel eng. Finite le riprese dell'episodio 0 ho iniziato con una produzione low budget, "Megamuerte", un sequel del corto "Metal creapers" ispirato pienametne a "Creaters", "Gremlins" e tutto il filone mostriciattoli 1980/90. A luglio ho partecipato alle riprese di un altro film low budget, il film si chiama "Beautiful people" e l'abbiamo girato in Italia a Reggio Emilia con la Dog house produzioni. Questa volta abbiamo una bella videocamera e attori inglesi, per non parlare della magnifica sceneggiatura scritta da Andrea Cavalletto, sceneggiatore di "Dilan Dog". Nel 2014, se dio ci assiste, gireremo "Fist of Jesus, tales of Nazaret". Il corto è già su youtube e si trova facilmente.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Che ne pensi di questo 2013? Cinecittà, Tax Credit e il resto della situazione del cinema italiano di quest'anno?

 

PACO FERRARI:

Per quanto riguarda Cinecitta la verità è che non m'importa che fine faccia. L'unico modo per salvare il cinema italiano è dare spazio ai giovani talentuosi e pensionare la maggior parte dei vecchi rettori troppo vincolati al passato e al benestare economico che non esiste più. Credo che sia più importante lasciare spazio creativo agli sceneggiatori senza vincolarsi ai canoni noiosi e ripetitivi dell'attuale industria cinematografica italiana e senza ombra di dubbio americana.

 

 

 

 

 

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