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Restaurato Una Giornata Particolare

Dopo il riconoscimento della 71° Mostra del Cinema di Venezia al film di Ettore Scola quale miglior film

restaurato 2014, il CSC - Cineteca Nazionale porta il film nelle sale di Torino, Milano, Genova, Roma,

Firenze, Bologna. 

 

 La versione di UNA GIORNATA PARTICOLARE (1977), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, è stata

restaurata presso il laboratorio Immagine Ritrovata di Bologna, sotto la supervisione del grande direttore

della fotografia Luciano Tovoli.

Un evento eccezionale che avvicina il pubblico al restauro digitale e che ha riportato il film di Scola al suo

splendore originario. Il nuovo restauro, realizzato in collaborazione con Surf Film, permette infatti di

apprezzare lo straordinario lavoro di desaturazione ideato da Scola e dal direttore della fotografia

Pasqualino De Santis, un'operazione di grande radicalità e sperimentazione visiva ormai impossibile da

fruire nelle copie in dvd e in tv.

 

Scrive Ettore Scola: «Già in partenza tutto quello che riguardava l'ambientazione e tutti i capi di vestiario

erano stati decolorati. Poi girammo con un filtro speciale, e quindi decolorammo ancora in stampa. E

questo non fu soltanto per fare assomigliare maggiormente la fotografia ai pezzi di documentario con

cui avevo aperto il film, ma perché i ricordi miei, della casa in cui abitavo a Piazza Vittorio a quell'epoca, sono in quella tonalità. Il colore della Roma di quei tempi nel mio ricordo è un non colore neanche tanto grigio ma un po' chiuso, un po' spesso, come quello di una nebbia dentro le stanze, che poi al film è servito come lieve simbolo - anche se io i simbolismi li amo poco - di chiusura, di prigione; anche lì di esclusione».

 

 

Alcune curiosità sul restauro

La Technicolor mise a punto un sistema di stampa - ENR - che permetteva di desaturare i colori per ottenere il particolarissimo tono fotografico voluto da Ettore Scola e Pasqualino De Santis. Nel 2003 questo sistema era ormai desueto e per il restauro analogico-fotochimico, curato da Giuseppe Rotunno, fu adottato un ingegnoso metodo con il quale, utilizzando diversi dosaggi di bianco e di nero, si cercò di raggiungere un risultato equivalente.

Undici anni dopo, per realizzare digitalmente ciò che è necessario per riproporre il film in standard e ambiente D-Cinema, si è ripartiti dai negativi originali, acquisiti digitalmente mediante scanner a risoluzione 4K. Si è attuato un attento "grading" del colore, per test successivi, tenendo quali modelli di riferimento una copia stampata negli anni '90 dalla Cineteca Nazionale, realizzata con il sistema ENR, e una più recente, frutto del restauro del 2003. 

 

Redazione

Manifesto 0, 15 novembre 2014

 

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