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Produzione: It. 2013 (M’ArtE_Officina Multimediale)

Genere: Documentario
Durata: 60
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Regia e montaggio: Manuela Costa, Maurizio Gibo Gibertini

Ricerca Storica: Valerio Guizzardi, Giorgio Lavagna
Musiche: Gaznevada

 

Trama:

Del 1977 ne hanno parlato pressoché solo i magistrati ed i giornalisti, veloci, spesso corrivi. Obliterando quell’esplosione, quella percezione dell’esistenza da soggetti metropolitani capaci di pensare, decidere, volere, desiderare, occupare il suolo pubblico. Di attribuire importanza alla propria vita e alla propria esistenza anche fisica e corporea. Di fare politica con il proprio corpo. Di fare Rivolta.

 

 

Recensione: 

 

Dei giovani, non ancora maggiorenni, decisero di fare politica. Il perché di questa scelta? Erano incoscienti, avevano dentro un grande impeto e correvano gli anni '70. Lo scopo era uno: cambiare le leggi che c'erano, perché risultavano troppo strette ai giovani di allora nati negli anni '50 e convinti che quelle in vigore fossero leggi fasciste che annullavano i diritti. Non era facile però.

 

La bandiera rossa che incombeva nelle scuole era minacciata dai fascisti che reiteravano una politica che manteneva differenze fortissime tra le classi sociali, tra gli uomini e le donne e che quindi creava opportunità inferiori e non aveva nessun rispetto per la cultura e i diritti di tutti i cittadini.

La lotta durò parecchi anni fino a un netto calo del movimento che avrebbe anticipato l'arrivo della lotta armata e i colpi di Stato. Alle occupazioni non si andava più come militanti, ma regnava la violenza politica, un tema che nei decenni a venire è stato trattato in modo superficiale dallo Stato che in fondo vinse quella guerra. Una volontà che si evidenzia dal completo silenzio che vi è oggi tra i banchi di scuola, dove i ragazzi non sanno e non conoscono. Una fermezza destinata a far rimuovere questa esperienza fondamentale della storia italiana con il tentativo di raggruppare tutto sotto un unico aspetto negativo, criminalizzandola, pregiudicando l'esistenza dei movimenti che si sono sviluppati successivamente.

 

Parlare oggi di questa continuità storica e ideologica che derivava dalla resistenza è necessario per le nuove generazioni. Erano tempi quelli dove nell'aria c'era l'odore della precarietà e i giovani avevano percepito un futuro poco sicuro. Lo scontro era diventato quasi quotidiano e il movimento di massa era ingestibile: tutti partecipavano alle occupazioni e alle assemblee.

Un fermento ideologico e politico che diventava festa quando la speranza di cambiare le cose viveva negli animi di questi ragazzi. C'erano anche grossi cortei femminili: rimane forse indelebile nella storia, per chi vuole ricordare, quell'episodio in cui una mattina diverse compagne vennero massacrate, ma poche ore dopo scesero nuovamente in piazza a manifestare. Radio Alice fu uno strumento fondamentale per lo sviluppo del movimento, ma dopo la morte di Francesco Lo Russo scoppiò un clima di repressione nel “ventre della bestia”.

L'enorme patrimonio delle lotte e delle resistenze che formano l'identità e la storia di questa nazione risulta fondamentale tramandarlo alle nuove generazioni che sono disarmate di fronte a uno Stato che ha voluto far dimenticare. Si è persa una guerra, è vero, ma per dieci anni questi ragazzi hanno impedito al nemico di governare.

 

 

 

 

Film disponibile direttamente su:

RIVOLTA

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