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Sarcophaga

Clicca QUI per la Biografia di Giuseppe Peronace e QUI per la Biografia di Filippo Santaniello

MANIFESTO 0: Il titolo del vostro ultimo lavoro è SARCOPHAGA il cui nome corrisponde ad una mosca. Anche se nella trama non viene citata è l'immagine di copertina del vostro film. Si può anticipare qualcosina?

 

GIUSEPPE PERONACE: Senza svelare troppo la trama bisogna sapere che ai protagonisti Gianluca Cortesi e Alessandra Bellini si affianca la figura fondamentale dell’insetto Sarcophaga, che altro non è che la razzadelle mosche più comuni.

 

FILIPPO SANTANIELLO: Più comuni, senza dubbio, ma forse anche le più sensibili, non a caso la nostra Sarcophaga prova sentimenti intensi come un vero essere umano.

 

 

MANIFESTO 0: SARCOPHAGA è a metà fra l'horror e il romantico, due generi molto diversi tra loro ma che voi siete riusciti a far combaciare. Al momento della sceneggiatura vi siete rifatti a qualcuno?

 

FILIPPO SANTAIELLO: l’idea del cortometraggio è originale e non derivativa da nessuna opera letteraria o cinematografica. Ovviamente non mancano influssi legati a un certo cinema dell’orrore firmato Cronenberg e Dario Argento, che in Phenomena è stato un vero maestro nel rendere gli insetti i veri protagonisti della scena.  ​

 

 

MANIFESTO 0: Nel vostro film c'è la splendida collaborazione con Sergio Stivaletti, uno che del settore sa molto. Immagino sia stato utile collaborare con lui dal punto di vista della crescita professionale?​

 

GIUSEPPE PERONACE: da amante dei film di genere posso dire che è stato un grande piacere avere la consulenza di Sergio Stivaletti, in quanto gli effetti speciali del corto sono stati curati, oltre che da lui, anche dalla giovane Federica di Valerio. Ne approfitto per sottolineare che Sarcophaga è un film in cui la violenza non viene mostrata interamente, ma il più delle volte è suggerita. Una violenza quindi non fisica, ma psicologica, soprattutto sul finale, dove le scene cruente sono mescolate a un uso sapiente della colonna sonora, romantica, dolce e sempre attenta a trasmettere sensazioni forti.​

 

 

MANIFESTO 0: Il vostro film è stato prodotto tramite Crowfounding un metodo molto utilizzato all'estero ma che l'Italia stenta ad usare. Volete spiegare come funziona e perchè dovrebbe essere usato?​

 

FILIPPO SANTANIELLO: trovare finanziamenti per realizzare i propri progetti è sempre più difficile, tuttavia, il Crowfounding, tecnica di produzione di massa in cui le persone affascinate dal progetto offrono porzioni di budget per raggiungere il tetto necessario alla produzione, permette ai giovani cineasti di avere qualche chance in più e vedere realizzate le loro opere. Ci siamo affidati al Crowfounding del sito Produzioni dal Basso e in poco tempo, stuzzicando l’interesse della gente, abbiamo raccolto i soldi necessari alle riprese, effettuate all’interno del CampusX di Tor Vergata, a Roma. Il Campus ha sposato il progetto con grande entusiasmo aiutandoci ad abbattere i costi di produzione.GP: purtroppo in Italia c’è ancora un po’ di scetticismo in chi sente parlare di Crowfounding. È un sistema di produzione che da noi ha attecchito pochissimo, forse perché se ne sente parlare troppo poco, o forse perché i filmaker stessi non credono nelle sue potenzialità. Noi che ci siamo affidati al Crowfounding possiamo dire che il sistema funziona soprattutto quando il progetto in questione è qualcosa di originale e stimolante. Sarcophaga ci ha dato ragione e ringraziamo tutti per il sostegno!​

 

 

MANIFESTO 0: Nei film horror ci sono alcuni aspetti che se sviluppati bene sanno dare allo spettatore sentimenti di paura e di suspense. Già un secolo fa il punto di forza non erano solo le creature terrificanti e la colonna sonora ma anche l'ambientazione, la scenografia. So che la vostra scenografa Alessandra Ceccotti ha compiuto un profondo studio di progettazione.​

 

GIUSEPPE PERONACE: in un film il linguaggio non è dato solo dalla regia, dal testo o dalla fotografia, ma anche da una componente imprescindibile quale la scenografia e dalle scelte che lo scenografo compie sul set. In questo Alessandra Ceccotti, insieme al suo assistente Roberto Ricci, sono stati indispensabili in quanto, nonostante i pochi soldi a disposizione, hanno allestito un torture set di grande impatto visivo. Ne approfitto per ricordare l’eccellente lavoro di ogni reparto: Fabiana Tennina ai costumi, Francesco Bonomo come direttore della fotografia, Davide Volpi come operatore di macchina e il lavoro di produzione gestito da Sonia Mazzola, Michaela Miluzzi e Luigi Raffaele. L’ottima colonna sonora del giovanissimo Matteo Consoli e la splendida canzone, colonna portante del cortometraggio, realizzata dagli Eurekasound e il brano Fly Electronic di Simone Iuorno. Senza dimenticare il faticosissimo lavoro di post produzione di Mirko Virgili al montaggio e Marco Castiglione agli effetti visivi che, proprio in questi giorni, sta ultimando l’animazione della nostra Sarcophaga. Insomma, un grazie di cuore a tutti, a tutta la troupe e all’impegno e all’entusiasmo dimostrato per questo progetto.​

 

 

MANIFESTO 0: Il 2012 è un anno che ha visto già un'altra vostra collaborazione nel cortometraggio ZIO FIL. Come vi siete conosciuti? Da cosa è nata la vostra collaborazione?

 

​GIUSEPPE PERONACE: Si, Zio Fil è stato il nostro primo vero progetto, realizzato appositamente per un contest di videofonini, e infatti è stato interamente girato con un telefono cellulare. Un cortometraggio che ci ha regalato delle belle soddisfazioni, in quanto è stato finalista del Sony Ericsson Mobile e del Bravo ma Basta Film Festival. La nostra collaborazione però era già iniziata qualche da mese, agli inizi di settembre 2011. Io, tramite un cortometraggio realizzato nel 2010, L’Amante, unico cortometraggio italiano finalista al You Tube Play 2010 ed esposto al museo Guggenheim di New York, ero stato contatto da un produttore per essere inserito nella lista di registi di un nuovo progetto di Rai Cinema. Il progetto è stato presentato nell’ultimo Festival del Cinema di Roma, e si chiama Web Movies, ovvero film a basso budget da distribuire online. Un percorso che inizialmente avevo intrapreso con un altro sceneggiatore che, giustamente, visto il prolungarsi della cosa, ha deciso di seguire altri progetti. E così tramite un giro di amicizie, mi sono ritrovato il Santaniello tra le mani (ehehehe). Ed è subito nata una forte sintonia, i nostri gusti cinematografici combaciavano alla perfezione, e infatti siamo riusciti a tirare su un trattamento che finalmente aveva suscitato l’entusiasmo del nostro produttore. Ma si sa, purtroppo siamo in Italia, e per due giovani ragazzi i sogni non sempre sono realizzabili. Tutto sembrava pronto per partire con la realizzazione del film ma poi…il silenzio di tomba. Non ho più avuto notizie da nessuno riguardanti il progetto, zero risposte alle telefonate che facevamo, eravamo convinti sia io che Filippo che per il momento fosse stato bloccato e invece…ecco che al Festival di Roma ti presentano i film. Una piena ondata di felicità. Ma questo non ci ha impedito di portare avanti le nostre idee e così quest’estate abbiamo girato Sarcophaga, e sicuramente non ci fermeremo qui!

 

MANIFESTO 0: Ormai la tecnologia digitale ha fatto dei passi da gigante e la definizione che si può ottenere con apparecchi di qualità minore come l'ipad o il cellulare riesce ad essere comunque accettabile. Tu Giuseppe hai girato molti cortometraggi con il cellulare. Come ti è venuta l'idea?

 

​GIUSEPPE PERONACE: Ho girato quattro cortometraggi con il cellulare. Nel 2007 avevo visto che c’era questo festival chiamato Cortofonino Film Festival e mi aveva incuriosito, così, per sperimentare girai il cortometraggio Sflai Nais, che poi vinse il premio del pubblico in sala e online e fu richiesto dal Cortofonino Film Festival di Pompidou e di Okinawa. Il più recente è proprio Zio Fil. Mi ha divertito molto girare con questo nuovo mezzo, perché ti permette di abbattere notevolmente i costi di produzione e di sperimentare. Infatti le storie girate non sono dei semplici cortometraggi dove il cellulare sostituisce la macchina da presa, ma il telefono è il vero fulcro della storia, è giustificata la ripresa fatta con esso. E’ un modo diverso di fare cinema, di raccontare una storia.​

 

 

MANIFESTO 0: Domanda di pura curiosità per Filippo. Come mai in una delle tue pubblicazioni hai firmato con il nick Filip Fromell?​

 

FILIPPO SANTANIELLO: Mi hai scoperto! Si tratta del romanzo “La Luna a Scacchi”, un horror/noir edito da Zero111 Edizioni che ho pubblicato scegliendo uno pseudonimo per vedere l’impatto che avrebbe avuto sul pubblico un nome del genere, dall’atmosfera insolita e inquietante. Il libro è uscito a settembre e ancora non so quante copie Filip Fromell abbia effettivamente venduto. Uno dei miei sogni è trovare una produzione che realizzi un film de “La Luna a Scacchi” per la regia del mio socio e collaboratore Giuseppe Peronace. Devo solo capire se la sceneggiatura la scriverà Fromell o Santaniello 

GIUSEPPE PERONACE: Sia che la scriva Fromell o Santaniello, siamo comunque in buone mani, e sarebbe  un onore girare "La Luna a Scacchi".

 

 

MANIFESTO 0: Avete già in mente dopo la post-produzione di SARCOPHAGA un nuovo progetto che vi vede ancora una volta riuniti?

 

​FILIPPO SANTANIELLO: pochi giorni fa ho fatto leggere a Giuseppe il mio ultimo racconto di genere pulp/grottesco e l’ha trovato perfetto per un adattamento cinematografico.

 

GIUSEPPE PERONACE: Non voglio anticipare niente: se riusciremo a realizzarlo ne vedrete delle belle. È un’opera folle, dissacrante, pulp con profondi risvolti horror e surreali ed è dannatamente divertente.​

 

 

MANIFESTO 0: Vivendo a Roma ed essendo del settore avrete sentito parlare dell'ultimo periodo di sciopero indetto dai lavoratori di Cinecittà. Cosa ne pensate?​

 

GIUSEPPE PERONACE: Io penso che Cinecittà debba tornare ad essere la Cinecittà di una volta, dove si giravano i grandi film e le fiction che riuscivano a dare lavoro a molte persone. Ho avuto la fortuna, con Distretto di Polizia, di girare dentro Cinecittà per cinque anni, ed è stato impossibile non notare come nel passare del tempo lo stabilimento si sia piano piano svuotato. Il cinema è in crisi, ma i film e le fiction si fanno. Di alcune potremmo fare anche a meno. Dovrebbe cambiare la mentalità, i produttori dovrebbero osare di più e credere di più nei giovani e nel cinema indipendente. In Italia abbiamo la fortuna di avere tanti talenti nascosti nell’ombra dei soliti nomi. Magari un giorno tutto questo cambierà, chi lo sa, me lo auguro io come penso anche chi come me vuole fare del cinema il proprio lavoro e il proprio futuro.

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