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SEMPRE PRONTI A CHIEDERE MA MAI A DARE: IL TASC CREDIT ITALIANO

Di Von Chanelly

Manifesto 0, 20 Luglio 2013

Non è un argomento nuovo, si è parlato più volte, ma nelle scorse settimane facebook e i siti di cinema pullulano di post e articoli riguardanti questi famosi tax credit destinati al cinema che saranno ridotti del 50% per il prossimo anno. Alla notizia di ciò tutte le più grosse associazioni cinematografiche e non solo hanno protestato chiedendo al governo di riammettere i tax credit a un livello monetario tale da poter consentire lo sviluppo del cinema italiano.

Sono spuntate come funghi proteste e minacce, una vera e propria unione nel combattere una delle prossime mosse del governo, l'ennesima mossa che porterebbe ad un ulteriore degrado il nostro cinema, la nostra società, il nostro Paese. Una mossa da definire sbagliata, ma fino a che punto questa mossa è da reputare tale?

Ai nastri d'argento qualcuno ha minacciato di boicottare il Festival di Venezia.

Partendo dal fatto che Venezia è già stata boicottata dall'elite, dalle raccomandazioni sempre presenti, boicottarla ulteriormente significa togliere quel poco che ci rimane di buono e di estero. Venezia dovrebbe essere un incontro tra amanti del cinema, dove si possono vedere film difficili poi da recuperare nel mercato e un punto di ritrovo anche per produttori e distributori che vogliono investire su questo tipo di cinema. L'anno scorso che c'era in corso lo sciopero/battaglia di Cinecittà, quando le maestranze sono arrivate al Lido per manifestare sul red carpet sono state cacciate, ma forse questo è un fatto che più di qualcuno si è già dimenticato.   

Viviamo in uno Stato che è già pieno di debiti, che si mette a giocare a Risiko con i soldi pubblici, che taglia i fondi alla sanità e alla scuola per non parlare della cultura stessa e ora qualcuno pretende 90 milioni come fondo per lo spettacolo. Quei soldi potrebbero starci, nessuno dice di no, la cultura così come il territorio e l'arte in Italia sarebbero le prime cose da valorizzare dato che abbiamo un patrimonio che il mondo intero ci invidia, ma sfortunatamente abbiamo dei politici che non sanno guardare al futuro ne tanto meno sanno gestire le nostre ricchezze. La sfortuna ancora più grande però è che queste stesse persone incompetenti le ritroviamo anche in quel gruppo che ora chiede i tax credit, parole che fanno male, che irritano, ma è la verità.

Nel neorealismo non c'erano mezzi, non c'erano soldi, Cinecittà non era usufruibile, una situazione che ricorda quella che stiamo vivendo noi. Loro hanno preso e si sono messi a girare in strada, noi abbiamo fatto all'incirca lo stesso. Il nostro cinema è diviso in due categorie: l'elite delle grandi produzioni e l'underground del cinema indipendente. Mentre i primi hanno ciondolato con i soldi dello Stato senza mai essersi presi cura dei danni che hanno provocato per più di trent'anni al nostro cinema, i secondi si sono rimboccati le maniche e hanno lottato per realizzare prodotti validi che poi (solo) all'estero sono stati riconosciuti. Questo per dire che i fondi si trovano lo stesso e che in realtà il cinema lo rende costoso colui che lo vuole rendere tale: di sprechi ce ne sono stati parecchi, alcuni dei quali molto evidenti.

 

I problemi del cinema nostrano sono tanti, dalle dimensioni più piccole e più facili da risolvere. Ci preoccupiamo del fatto di non ricevere una somma di denaro ma non ci rendiamo conto che prima di quella somma dovremmo risolvere altri problemi. Se il cinema e la politica sono di così basso livello è perché ciò è stato in passato (e nel presente) concesso. Pretendiamo i soldi e giudichiamo la politica senza accorgerci del monopolio della distribuzione, delle mille raccomandazioni, dell'incompetenza di chi riesce ad arrivare nelle sale grazie al nipotismo e agli svariati letti, alla mancanza di visibilità e valorizzazione dei giovani, ai media in mano ai politici, ai programmi spazzatura in tv, a una critica poco attenta, ai festival moralisti, all'assenza di sperimentalismo...

 

 

Tutti scomodi problemi che hanno fatto cadere il nostro cinema nel degrado più nero e se fossero già stati risolti probabilmente non ci troveremmo in questa spiacevole situazione: è più difficile ostacolare una cinematografia forte e unita.

La stabilizzazione e il consolidamento di 90 milioni di euro sul Tax Credit non porterà allo sviluppo del cinema italiano. Non saranno i soldi a cambiare le cose, ma la volontà di ricostruire un qualcosa su progetti concreti di chi vede il cinema come passione e industria, come cultura ed economia, ma un'economia pulita, che non ha niente a che fare col magna magna, dei soldi presi e messi in tasca.

 

Si blocca l'arrivo di produzioni estere sul territorio. Prima di preoccuparci del rimborso dovremmo rivedere i costi che offriamo alle produzioni estere. Forse quello che fa fare un passo indietro agli stranieri non è tanto un tax credit minore quanto il costo degli studios di Cinecittà elevato e tutti i casi correlati.

L'estero in Italia è un discorso che si collega al turismo e al territorio, ma se hanno fatto poco e niente prima per le FC che dovrebbero essere la punta del nostro cinema/Paese cosa ci dovremmo aspettare ora, se non ancora la presenza di un governo che non pensa allo sviluppo del proprio Stato. Un governo cattivo, sì, ma che è cresciuto e vive grazie agli italiani, il potere poli-mediatico della cara vecchia Fininvest insieme alla RAI che a loro volta hanno modellato questa società dove ai cittadini non importa della cultura e tanto meno del cinema, non perché sia gente ignorante, quanto perché essa è cresciuta con un'ignoranza insegnatale non solo dai media, tv e giornali, ma sopratutto dal cinema, quel cinema pecoreccio, quel cinema che sembrava per la massa l'unica speranza nei botteghini italiani e che abbiamo fatto continuare a vivere fino a oggi. C'è un motivo per cui si boicotta il cinema e l'arte in Italia ma la gente sembra ancora non volerlo capire...

Il 40% delle sale non potrà digitalizzare gli impianti e rischia la chiusura. Il problema delle sale che chiudono è in corso da decenni perché è da quando la tv è diventata privata che le sale si sono dimezzate varie volte e questo perché nessuno si è preoccupato di fare delle leggi specifiche sulla convivenza tra cinema e televisione. Inoltre quello che si offre al pubblico sono prodotti scadenti e film fotocopia, non si investe su idee e maestranze nuove, dando visibilità a chi non sa fare il proprio lavoro, attori e registi in primis. Per non parlare poi del costo dei biglietti, una famiglia che vuole andare al cinema tra la crisi economica e quella cinematografica, diventa un vero e proprio costo che impedisce la frequentazione delle sale e ciò è dimostrato dai risultati della SIAE e quelli pervenutici dalla “Festa del cinema”.

La lotta per il Tax Credit non è una cosa sciocca, sia chiaro, ma prima ci vuole un esame di coscienza da parte di tutti, c'è da chiedersi se tutte queste energie valgono una somma di denaro oppure dovremmo iniziare a incanalarle in progetti più concreti, più rispettabili, per un futuro cinematografico migliore. E' troppo facile aggrapparsi disperatamente ai problemi la cui colpa ricade sugli altri senza rendersi conto che prima di sfoderare le armi e combattere bisogna affilare la spada.

2500 persone perderanno il lavoro. E' un duro colpo per tutte le famiglie di quei lavoratori ma considerando i punti sopracitati probabilmente il doppio se non il triplo l'hanno già perso, eppure nel 2011 i soldi erano molti, ma a cosa sono serviti se poi non siamo riusciti a risollevarci? Così tanti soldi che verranno investiti in che cosa? In commedie? Nei film ipocriti con la falsa morale? Nei programmi spazzatura? In film riconosciuti di bene culturale quando di cultura non hanno niente? Forse non dobbiamo dire a cosa serviranno quei soldi nel 2014 ma in che cosa concretamente verranno investiti nei prossimi anni per risollevare il cinema. Ammettendo che il tax credit venga ristabilito a quella cifra che cosa ci offrono quelli che ora chiedono? Cambieranno il loro modo di fare cinema o intascheranno semplicemente i soldi?

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