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Un pò di Petrolio

Produzione: It. 2010

Genere: Documentario
Durata: 30
'

Regia: Nicola Angrisano

Soggetto: Raffaele Aspide e Isabella Mafalda Urru

Sceneggiatura: Raffaele Aspide e Isabella Mafalda Urru

Produttore: IInsutv e Teleimmagini

Fotografia: Alfonso Santolero
Scenografia: -

Costumi: -
Trucco: -

Effetti: -

Montaggio: Isabella Mafalda Urru

Musiche: Viktor Bosnjak e Roberto Salvati

Cast: -

 

Premi:

 

-

 

 

Trama:

Anno 2010. In Italia si assiste all’ennesimo disastro ambientale, lo sversamento di petrolio nel fiume

Lambro, affluente del fiume Po, volutamente rimosso dalla cronaca italiana. La gestione in emergenza

della Protezione Civile e i finanziamenti lampo che si susseguono si intrecciano con le speculazioni

edilizie versione “green economy”, realizzate in vista dell’Expo milanese del 2015. Rientrato l’allarme, e

paludata l’inchiesta, proviamo a capirne di più percorrendo le rive dei fiumi più inquinati d’Europa, da

anni vere e proprie discariche a cielo aperto di rifiuti industriali italiani.

 

 

Recensione: 

La bellezza del Po rovinata dalla furia di un mercato nero. Tra il 23 e il 24 febbraio 2010 a Monza alcune

persone entrano di nascosto alla “Lombarda Petroli” e compiono un atto di sabotaggio: il petrolio fuoriuscito dalle cisterne trabocca fino ad arrivare tramite i condotti fognari all'acquedotto di San Rocco, da lì finisce nel Po. Le informazioni necessarie alla spiegazione dei fatti vengono lasciate con difficoltà, qualcuno dice che è solo un'emulsione superficiale e la protezione civile rassicura la gente, dicendo che l'ondata è stata bloccata, in realtà non è così. Il petrolio finito nel fiume che nel frattempo ha percorso centinaia di chilometri ha inquinato tutto l'ecosistema, uccidendo pesci e uccelli, mettendo a rischio la biodiversità, contaminando i prodotti della terra che finiranno nelle nostre tavole.

Un disastro che si poteva evitare in tempo, ma come al solito si è detto “nulla di grave” e le barriere e i panni assorbenti costruiti per catturare tutto ciò che c'era di nocivo è stato inutile a causa dell'incompetenza che c'è su queste problematiche.

Oltre a ciò con il semplice fatto che il Lambro si era già contaminato a seguito del danno accaduto a fine novembre sono stati riversati sul fiume altri scarichi inquinanti da parte di alcune aziende che operavano nei paraggi, industrie chimiche che si sono approfittate dell'incidente per liberarsi gratuitamente di scorie simili.

Alla fine i colpevoli rimangono impuniti, ma soprattutto ci si chiede il perché di questo gesto e nel cercare una risposta si scoprono realtà ancora più profonde e losche.

Film disponibile direttamente su:

Collaborazioni: 

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