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MANIFESTO 0: Nella tua vita sei passato da diverse forme d'espressione a livello artistico (grafica, fotografia, cinema). Ne esiste una che

ritieni a livello personale superiore alle altre?Con la quale riesci ad esprimerti meglio?



VINCENZO BELLINI: Penso che non ci siano forme artistiche superiori e altre inferiori. Ognuno sceglie la forma che gli è più congeniale, amo l'arte in tutte le sue espressioni ed essendo curioso sono portato anche a sperimentarle.

M0: Hai mai provato ad integrarle fra loro?

VB: E' questa pluralità di interessi che mi ha fatto approdare al cinema, è il mezzo che mi dà la possibilità, di raccogliere e integrare in un unico contenitore le mie più svariate passioni.

M0: Sei un regista, anche se tu non ami definirti tale, che ha sperimentato vari generi durante la tua carriera tra cui l'horror, il sociale, il comico, il drammatico, il noir. C'è un genere che preferisci?

VB: Mi piacciono le atmosfere cupe, misteriose, gotiche quindi l'Horror soft e il noir sono, in generale, i generi che preferisco

M0: E tra il documentario e la fiction?

VB: Una delle mie prime passioni è stata ed è la fotografia, fotografare paesaggi luoghi o eventi particolari mi ha sempre affascinato e questa è un'esperienza che condiziona molto i miei cortometraggi, le location molto spesso, sono lo stimolo da cui partono poi i nostri racconti. Nel corto "La Location" e ne "I Folli…siete voi!", ma anche in altri, questa influenza è stata molto forte, tanta da stravolgere l'idea iniziale. Mi piace mescolare le due cose, quindi direi docufiction.

M0: Come mai non vuoi essere definito regista?Eppure hai avuto dei riconoscimenti, hai affrontato vari generi, ti sei allargato al documentario..

VB: I registi "veri" potrebbero incazzarsi! A parte gli scherzi, non mi definisco un regista perché non ho la cultura di base di un regista,  non ho fatto nessuna scuola di regia e poi non ho l'ambizione di diventare "regista", cosa che alla fine ti rende dipendente e quindi molto meno libero di esprimerti. Al cinema sono approdato in tarda età e da non molto tempo, per la maggior parte della mia vita ho vissuto il cinema come spettatore. Fare cinema, alla mia epoca, era un hobby molto costoso e non alla mia portata, non ho mai pensato che un giorno sarei arrivato a fare del "Cinema". E'  con l'avvento delle nuove tecnologie, computer, videocamere digitali ecc… che il "fare cinema" è diventata una cosa fattibile e alla portata di molti. Oggi il Regista ha potenzialmente molte più possibilità di intervenire nella costruzione della sua opera, prima era un lavoro molto più corale. Per me fare cinema è come la realizzazione di un dipinto per un pittore, un quadro in cui scaricare le mie visioni i miei pensieri i miei sogni le mie emozioni e questo lo puoi fare solo se sei libero da condizionamenti esterni, una libertà difficile, forse utopica, da ottenere, visti i tanti condizionamenti a cui siamo costretti. I Registi "veri" hanno un po meno libertà di quella che ho io.

M0: L'ULTIMO EREMITA è un tuo film del 2008 che non è mai stato terminato. Come mai? Per motivi di soldi?

VB: Fra i corti che abbiamo realizzato L'Ultimo Eremita era quello, forse, più pensato e studiato. Un progetto molto ambizioso, forse troppo per le mie capacità e possibilità. Non è giunto al termine per varie difficoltà tra cui alcune incomprensioni con dei vecchi amici che vi partecipavano. Ho diverso materiale girato e la voglia di rimetterci le mani ogni tanto mi riaffiora, ero molto entusiasta di quel progetto...chissà se un giorno...

M0: Ci parli un po' della Icarusfilm?

VB: L'Icarusfilm nasce dopo il primo corto realizzato "I bambini perduti nel bosco". Avevamo vinto il premio "Giubbe Rosse" al Joe D'Amato Horror Festival del 2007 e questo ci aveva galvanizzato non poco, ci divertivamo e abbiamo continuato. Con il tempo abbiamo cercato e cerchiamo di migliorarci, c'è un maggiore impegno nella realizzazione dei nostri progetti e questo, senza perdere quell'aspetto ludico che rende piacevole e divertente il lavorare insieme. Un gruppo fatto di amici accomunati da questa passione che cerca, ognuno per la propria parte, di dare il meglio di se stesso divertendosi.

M0: Avete iniziato con i videoclip le cui canzoni erano di alcuni di voi. Anche tu canti?

VB: La mia passione per la musica  risale agli anni 60 quando suonavo in un gruppo musical come batterista, allora si chiamavano complessi, poi ho imparato a strimpellare la chitarra e la tastiera e dato che non ero del tutto stonato anche a cantare. Il tutto senza pretese, mi piace e lo faccio. Nei corti che realizziamo, nelle colonne sonore c'è sempre qualche pezzo da me realizzato.

M0: A Cinecittà in questi mesi c'è stato un periodo di sciopero. Che ne pensi?

 

VB: Penso che la situazione di Cinecittà sia lo specchio dell'Italia in generale, un paese morente e senza idee che da troppo tempo è governato da persone mediocri e incapaci  e…lasciamo perdere. Si me ne dispiace per Cinecittà e per tutti.

Vincenzo Bellini

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