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Regista italiano

 

 

 

Sebastian Maulucci

LA TERRA E IL VENTO - Intervista a Sebastian Maulucci

 

LA TERRA E IL VENTO, opera prima di Sebastian Maulucci, parla di due giovani e delle loro scelte di vita: entrambi cercano nelle loro decisioni la libertà, chi viaggiando e uscendo dalla società in cui è cresciuto, chi affrontando la crisi “reinventandosi” un lavoro. “Volevo raccontare un Paese la cui bellezza e ricchezza sono svuotate da questo conflitto logorante tra vecchio e nuovo” commenta il regista “mi piaceva patire da una situazione di spensieratezza per poi mostrare le crepe del vivere comune in un momento storico in cui l’Italia, come la tenuta di Riccardo, fosse tanto bella quanto a rischio decadimento. Le crisi dei singoli personaggi hanno poi delineato lo stato esistenziale dei giovani divisi tra il restare e l’emigrare.”

 

Ne LA TERRA E IL VENTO, viene messa in una continua discussione, dallo stile di vita alle ideologie dei due ragazzi, la libertà. “La società di oggi è una gabbia, con il suo turbocapitalismo e l’ipertecnologia che sembra risolvere il vivere umano, quando invece più l’uomo si allontana dalla natura più muore. In questa situazione il desiderio di fuga nasce in molti di noi. Ma si deve trovare un modo per venire a patti con la realtà.” Così Maulucci ricorda quelle persone che hanno mollato tutto per girare il mondo e hanno scritto poi dei libri sulla loro esperienza, perché come dice il giovane regista “...viaggiando entrano in contatto con la società e vari tipi di culture ed esseri umani ed è dallo scambio con gli altri che si mantengono vivi e si arricchiscono. Altrimenti da soli la vita non vale la pena di essere vissuta”. Basti pensare, come dice Maulucci, a opere come KASPAR HAUSER o IL RAGAZZO SELVAGGIO o ancora la triste fine di Christopher McCandless nel film INTO THE WILD.

 

LA TERRA E IL VENTO, è una di quelle opere giovani e misconosciute scelte per l'iniziativa Cinema nelle Biblioteche che ha l'intento di promuovere e valorizzare un frammento di cinema italiano che spesso non arriva nelle sale o che trova difficoltà a livello di distribuzione e/o di visibilità. “Mi ha colpito molto come il pubblico delle biblioteche fosse costituito sia dalla vecchia che dalla nuova generazione, che sono poi il target del mio film. E che ognuno abbia reagito secondo la propria condizione esistenziale di genitore o di figlio.” Così Maulucci ricorda l'esperienza dell'anno scorso durante gli incontri nelle biblioteche del Lazio “E' uno strumento di cultura che fa bene al cinema e alle biblioteche: può garantire una vita più lunga ad opere che, a causa di una distribuzione miope e scriteriata, non trovano sbocco nelle sale oppure durano pochi giorni in programmazione, non avendo così la possibilità di essere viste e sostenute dal passaparola del pubblico.”

 

Cinema nelle Biblioteche è promossa dall'ANAC, associazione nazionale degli autori cinematografici, che tra le varie iniziative in questi ultimi tempi si è mobilitata, insieme ad altre associazioni di categoria (100Autori, WGI,...) per scrivere una proposta unitaria sui decreti attuativi della nuova legge sul cinema e l'audiovisivo. A tale proposito Maulucci si esprime favorevole sottolineando che per correggere una legge è importante ascoltare le associazioni che sono in contatto con i giovani e il cinema “difficile” o si corre il rischio di favorire i soliti progetti commerciali e le produzioni forti: “Sarebbe un grave errore puntare su un cinema senza personalità che rinuncia alla sua identità nazionale. Il cinema italiano si è americanizzato o fa i remake di commedie francesi, ma siamo sicuri che questo ci permetta di competere con il mercato internazionale dove a farla da padrone sono gli originali e non le nostre copie? Se riflettiamo bene il cinema italiano ha vinto quando era puro artigianato e mostrava la sua impronta tutta italiana”.

 

 

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