Mario Martone a L'Aquila Film Festival
Il 24 e il 25 ottobre L'Aquila Film festival dedica una retrospettiva al regista Mario Martone che sarà presente nella seconda giornata di proiezioni.
Amarezza, malinconia e disillusione sono i sentimenti che pervadono, in un'atmosfera straziante e decadente, uno dei pochi esordi premiati nella storia del cinema italiano: “Morte di un matematico napoletano”. E' con questa pellicola che il festival ha deciso di iniziare la retrospettiva, un film con un protagonista cinico e pessimista interpretato dal grande Carlo Cecchi.
Da molti considerato erede del neorealismo, Martone ha acquisito in giovinezza un background teatrale che ha influenzato ritmi e storie dei suoi film: non è un caso infatti che l'opera seconda “Rasoi” sia un poetico saggio cine-teatrale, dove si respira un forte rifiuto del futuro attraverso l'incapacità dei personaggi di far proprio il passato della loro città, Napoli. Uno sfondo urbano che è co-protagonista in molte pellicole dell'autore come nel caso del brutale “L'amore molesto”. Una commedia che diventa un dramma psicologico sotto il fascino sinistro della città partenopea degenerata e piena di contraddizioni.
“L'odore del sangue” invece è probabilmente l'unico film di Martone ad aver subito una dura critica negativa; resta il fatto che l'autore prova a mettere in scena un mondo poco frequentato e forse non da tutti capito. Senza falsi pudori s'inoltra nelle più complesse vicissitudini nate dalla passione erotica.
Con l'angosciante “Noi credevamo” il regista napoletano torna a stupire il pubblico e la critica. Un affresco corale che ricostruisce in maniera suggestiva un periodo travagliato, sospeso tra eroi e martiri: il risorgimento italiano.
Nel 2014 presenta al Festival di Venezia “Il giovane favoloso”, eccellente ricostruzione storica che lascia nello spettatore la poesia del dolore che è qui di una struggente bellezza, anche grazie a uno straordinario Elio Germanio che incarna un Leopardi sconfitto e alienato. Un uomo che ricorda il professore protagonista del gesto estremo nel film “Morte di un matematico napoletano”: entrambi sembrano non appartenere all'epoca in cui vivono, in un'atmosfera di inadeguatezza e malinconia data dal disagio esistenziale. Se pur distanti nel tempo Elio Germano e Carlo Cecchi fanno loro personaggi estremamente complessi che Martone ha sradicato dalla realtà e brillantemente portato sullo schermo.
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Von Chanelly
Manifesto 0, 20 ottobre 2016
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