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In contemporanea al poliziottesco e al film di spionaggio all'italiana nacque

anche il thriller all'italiana che prese piede grazie al maestro indiscusso

della suspense made in Italy: Dario Argento. Non si può non idolatrare

Argento per il suo film d'esordio L'UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO

(1970) dal finale beffardo che contiene pure sequenze innovative.

Il successo internazionale avvenne grazie a film zoologici come IL GATTO

A NOVE CODE (1971) ricco di curiosi personaggi e QUATTRO MOSCHE DI

VELLUTO GRIGIO (1971). La sua filmografia è composta da capolavori

come INFERNO (1980) affascinante sotto il punto di vista dei colori, la

suspense lascia posto al sovrannaturale, alla violenza e allo splatter,

PROFONDO ROSSO (1975) che segnò il passaggio dal thriller all'horror

condito da terrificanti effetti speciali e SUSPIRIA (1977) che inizia come un giallo pieno di omicidi spettacolari ma si trasformerà ben presto in qualcosa dal sapore barocco pieno di magia e di attività paranormali. Degna di nota è la fotografia caratterizzata da lenti anamorfiche e luci ad arco davanti alle quali sono state posizionate stoffe colorate e non la solita gelatina così da poter essere avvicinate il più possibile ai volti degli attori dando l'impressione che i colori fossero stati gettati come vernice sui loro volti. Argento mise a punto uno stile inconfondibile attraverso il quale accontentò sia il gusto della critica che quello popolare: costruì dei veri e propri incubi visivi.

 

Imitato svariate volte ma mai eguagliato o superato: si vedano lo psicologico LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO (Paolo Cavara, 1971) da ricordare per l'alternarsi di inquadrature documentaristiche con altre dall'eleganza stilistica, UNA FARFALLA DALLE ALI INSANGUINATE (Duccio Tessari, 1971), l'agghiacciante NELLA STRETTA MORSA DEL RAGNO (Antonio Margheriti, 1971). Un caso a parte fu quello di Lucio Fulci che anche se all'epoca non fu considerato i suoi film oggi sono dei veri e propri cult. Da citare sono indubbiamente UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA (1971) la cui scena dei cani vivisezionati è rimasta impressa a molti, ricordiamo cani finti costruiti dal grande Carlo Rambaldi e NON SI SEVIZIA UN PAPERINO (1972) considerato uno dei suoi film migliori: un thriller ambientato per la prima volta nel sud Italia. Il film ebbe un'importanza anche economica-produttiva in quanto fu il primo realizzato dalla neo casa di produzione Medusa Film. Grazie a questi film Fulci iniziò a dare del filo da torcere ad Argento, in quanto i suoi film se pur rientravano nella categoria horror, riscuotevano un ottimo successo di pubblico grazie allo stile macabro, splatter e anticonformista che essi avevano. Fulci fu un caso particolare, per la sua capacità di uscire dagli stereotipi e creare qualcosa di innovativo che la maggior parte dei film di allora non avevano, alcune sue trovate furono talmente geniali che anni dopo gli si attribuì il soprannome di “terrorista dei generi”.

 

La sperimentazione cinematografica che unì il thriller all'italiana con il poliziottesco permise di realizzare opere come LA POLIZIA CHIEDE AIUTO (Massimo Dallamano, 1974) o MORTE SOSPETTA DI UNA MINORENNE (Sergio Martino, 1975), finché si degenerò in film che o seguirono il boom dell'erotico o copiarono cose già viste, come LA POLIZIA SCONFITTA (Domenico Paolella, 1977), PORCI CON LA P38 (Gianfranco Pagani, 1978) e GIALLO A VENEZIA (Mario Landi, 1979) uno degli esempi più noti dove il tutto è un pretesto per mostrare scene ai limiti della violenza e dell'hard.

 

 

 

 

Redazione

Manifesto 0, 2012

 

THRILLER ALL'ITALIANA

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