Amore e Rabbia
Produzione: It./Fr. 1969
Genere: Drammatico
Durata: 132'
Regia: Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Jean-Luc Godard, Carlo Lizzani, Pier Paolo Pasolini
Soggetto: Piero Badalassi, Marco Bellocchio, Pier Paolo Pasolini,Bernardo Bertolucci, Jean-Luc Godard, Carlo Lizzani, Puccio Pucci
Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Pier Paolo Pasolini, Jean-Luc Godard,Bernardo Bertolucci, Carlo Lizzani
Produttore: -
Fotografia: Alain Levent, Sandro Marcori,Giuseppe Ruzzolini, Ugo Piccone
Scenografia: Mimmo Scavia
Costumi: -
Trucco: -
Effetti: -
Montaggio: Nino Baragli, Franco Fraticelli,Agnès Guillemot, Roberto Perpignani
Musiche: Giovanni Fusco
Cast: Marco Bellocchio (lettore), Julian Beck (moribondo), Nino Castelnuovo (direttore), Tom Baker (l'uomo), Ninetto Davoli (Riccetto), Aldo Puglisi (Dio)
Premi:
-
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Trama:
Film collettivo. Vedi recensione.
Recensione:
Nel film AMORE E RABBIA prendono parte grandi registi impegnati come Bellocchio, Bertolucci, Lizzani, Pasolini
e Godard rispettivamente con DISCUTIAMO DISCUTIAMO, L'AGONIA, L'INDIFFERENZA, LA SEQUENZA DEL FIORE
DI CARTA e L'AMORE.
Inizialmente Bellocchio doveva girare un pezzo del vangelo, ma inserì lo scontro tra studenti in un'aula
universitaria, figura allegorica di una sinagoga, facendo discutere i ragazzi durante l'occupazione, sulla loro
situazione all'interno dell'ambiente universitario e sul futuro che li aspetta, con l'intervento di un finto
professore e di un finto preside: i due giovani attori indossano solo una barba lunga imitando il corpo docenti
e la presidenza e sminuendoli in tono derisorio.
Nell'episodio Bellocchiano è espresso fra le righe anche il concetto in cui secondo il regista la funzione della
poesia dovrebbe aiutare a capire la differenza tra realtà e appetenza.
Il film girato nel 1969 fa sentire l'aria sessantottina: i giovani appartenenti al movimento studentesco dell'Università di Roma sono in preda alla ribellione giovanile contro il sistema scolastico e contro i vari partiti. E' un film che si rifà sicuramente a LA CINA E' VICINA per quanto riguarda i presupposti. Si arriva a tal punto che o si sta perfettamente attenti alle parole che vengono dette o ci si perde tra idee e discorsi, frasi fatte e provocanti che richiamano partiti (comunista, fascista), società (socialista, capitalista) e classi sociali (proletariato, borghesia). Appesi alle pareti ci sono manifesti di Ho Chi Mi e Que Quevara, vengono dette frasi come "Nel costo dei libri c'è il prezzo del napalm" (anticulturale), "Il dovere di ogni rivoluzionario è la rivoluzione"
(ironico) e ancora "L'Università ora come ora non insegna a vivere, ad essere persone: insegna solo a ripetere" (occupatoria e veritiera). In un contrasto continuo di fatti e paole, si viene portati ad uno straniamento che richiama il mondo di Bertolt Brecht.
Indubbiamente i temi trattati in questo episodio sono cari a Bellocchio: la politica, la scuola, i partiti, l'educazione, la sottomissione, la follia, le classi sociali, ma di certo non è mai stato così divertente vedere un suo film: Bellocchio gioca con i ragazzi, gioca con la denuncia, gioca a fare il regista, si lascia finalmente andare da questi suoi schemi così claustrofobici e rigidi che adotta nei suoi film, anche la stessa fotografia è molto più luminosa del solito.
Nella scena finale i poliziotti (sempre degli studenti con indosso solo l'uniforme della polizia) con dei finti manganelli picchiano i ragazzi e al chiudersi del mediometraggio lo schermo diventa tutto rosso e si sente solo il suono dei manganelli che battono a suon di marcia militare.
L'AGONIA é un episodio d'essai che riesce a trasmettere immediatamente il sentimento del titolo:
in un contesto surreale una manciata di matti si alzano ad uno ad uno dal cerchio dell'"ommmm"
per andare a formare una figura umana, poco dopo la gente si ammazza a vicenda solo con l'atto
del toccarsi. E' un episodio molto ermeneutico, ma osservandolo con più attenzione si può intuire
la parabola del fico sterile, sterile come il vecchio che tramite il sogno onirico capisce di aver
trascorso tutta la sua vita in modo asettico, passivo.
Nell'episodio L'INDIFFERENZA, con un montaggio alternato, vediamo tre storie che avvengono in età contemporanea, dove una ragazza sta per venir violentata, tutti assistono alla scena ma nessuno fa niente, in un altro luogo qualcuno ha appena fatto un incidente e ha la moglie ferita, ma nessun'auto si ferma a prestar soccorso (solo successivamente il cattivo avrà buon animo). Infine vediamo barboni lungo tutte le strade, ma la gente continua a camminare indifferente. L'indifferenza tema fulcro e messaggio, arriva diretto, senza tante metafore.
Ne LA SEQUENZA DEI FIORI DI CARTA un ragazzo è immerso nella confusione
urbana e saltella come una ninfa in un campo eliso mentre immagini in b/n
riguardanti la seconda guerra mondiale vengono sovrapposte alla scena del
ragazzo. I fiori di carta non sono altro che gli origami, tipici del Giappone.
Come gli origami anche il nostro protagonista è un piccolo fiore: spensierato
e fragile non si accorge nemmeno della voce di dio. In sottofondo Pasolini
inserisce una canzone pop FRUSCIO DI FOGLIE VERDI che in qualche modo
contribuisce a dare spensieratezza e felicità alla scena in contrasto con il male
che circonda il giovane.
L'AMORE: Dettagli della natura e di alcune parti del corpo umano mentre in sottofondo una canzone francese. Come l'uomo e la donna, anche lo spettatore assiste alla storia di Castelnuovo, che è l'essenza della rivoluzione e della Guheo che invece è l'essenza della democrazia. Con dialoghi alterni in lingua francese e italiana, Godard ci fa vedere come i due pur amandosi non possano stare insieme ("Arrivederci"): forse un modo allegorico per dire che la rivoluzione e la democrazia non riescono a convivere in una stessa società.
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