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Carlo Diamantini

Make-up, scultore, eff. spec.

 

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MANIFESTO 0: 

Ti è capitato di lavorare per alcuni film di Dario Argento, non certo i suoi migliori film, ma credo che cmq

aver lavorato per un Maestro come lui ti abbia in qualche modo segnato, o sbaglio?

 

CARLO DIAMANTINI:

Bhè, certamente, è il nome più importante che abbiamo in Italia e a livello internazionale nel genere horror

thriller. Sono orgoglioso di aver partecipato ai suoi film.

A dire la verità a livello lavorativo non è che cambi poi tanto, dato che in Italia, anche se uno ha fatto "Guerre

stellari", l'unica cosa che interessa ad un produttore è: "quanto costa". Comunque sia sono contento di averli

fatti, a livello formativo sono stati importantissimi per me, direi decisivi, non capita facilmente nel nostro

Paese di poter realizzare effetti speciali per grandi produzioni, anzi penso che con Dario Argento sia l'unica

possibilità di farlo. Poi il risultato finale del film è qualcosa su cui non posso intervenire, io mi occupo degli

effetti, che siano realizzati al meglio ma se il film non funziona non posso farci niente e non bastano dei

buoni effetti a salvarlo, anche se possono migliorarlo di molto!

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Nelle grandi produzioni italiane è molto raro vedere effetti speciali soprattutto per una mancanza di film di genere contrariamente a quello che succede nel cinema indipendente o underground. Questa difficoltà di accedere al grande circuito per una maestranza come te cosa significa? E' un problema?

 

CARLO DIAMANTINI:

Sicuramente significa che ci si deve barcamenare molto di più, dato che le piccole produzioni non dispongono mai di grandi risorse economiche e spesso anche il più bel progetto finisce per dover essere ridimensionato a causa dei costi e spessissimo gli effetti speciali sono quelli che si eliminano per primi, quindi si tagliano scene o si riusano effetti vecchi di altri film per poter risparmiare qualcosa. Questo naturalmente, non è entusiasmante ne a livello creativo (che è il bello di questo lavoro) ne a livello economico. A parte nei film di genere che ormai non esistono più nel nostro Paese (tranne a livello underground) gli effetti speciali all'estero vengono usati molto anche nelle produzioni cosiddette "normali" mentre in italia, il problema maggiore è che non esiste più una cultura dell'uso degli effetti speciali, anche i registi spesso faticano a gestirli, perchè non sono abituati ad usarli e spesso non riescono a valorizzarli: anche in una grande produzione spesso preferiscono prendere un anziano che somiglia al protagonista da vecchio, piuttosto che invecchiare con un trucco l'attore stesso, perchè più semplice e meno costoso. Nel cinema americano è una cosa normale usare questi trucchi anche dove non te lo aspetti e il risultato si vede. Personalmente non è un grande problema, ma certamente sarebbe molto bello avere anche in Italia grandi produzioni fantasy, horror o di fantascienza, le competenze ci sono, manca solo qualcuno che sia disposto a crederci, investendo in questi tipi di progetti, così da poter anche competere con altri film stranieri.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Nella storia del cinema nostrano abbiamo avuto grandi creatori di mostri, solo per citare due nomi, Rambaldi e Stivaletti. Con quest'ultimo hai lavorato svariate volte. Che tipo di influenza ha avuto su di te, se c'è stata?

 

CARLO DIAMANTINI:

Per me è stato importantissimo poter lavorare con Sergio Stivaletti, a parte l'occasione di poter partecipare a grandi produzioni (senza di lui sarebbe stato molto difficile riuscirci), ma soprattutto per quello che ho imparato riguardo questo lavoro. Devo tantissimo a Sergio, quando ho cominciato con lui ero un autodidatta (anche se ormai abbastanza pratico), ma ho avuto subito l'occasione di lavorare per film importanti e soprattutto con Dario Argento. Il primofu "IL

FANTASMA DELL'OPERA" che durò svariati mesi, poi per fortuna la collaborazione è continuata nel tempo e ancora quando si presenta l'occasione per lavorare, mi chiama, cosa che mi fà sempre molto piacere!

Per quanto riguarda Rambaldi ,ha fatto tantissimo per il nostro cinema, ma pensate a quanto ancora avrebbe potuto fare, invece in italia è finito nel dimenticatoio! Grazie a lui eravamo all'avanguardia negli effetti speciali, tanto da insegnarli agli americani e guardate adesso...

Una grandissima occasione persa per il nostro cinema, se qualcuno ci avesse investito saremmo stati noi a dominare la scena. Questa miopia è veramente triste.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Come è nata l'idea di occuparti di FX?

 

CARLO DIAMANTINI:

A tutti i bambini piacciono i mostri, normalmente quando si cresce, questa passione svanisce, per me naturalmente non è stato così, anzi è aumentata! Fin da piccolo, sono sempre stato appassionato di cinema di fantascenza e fantasy, poi una volta superata la paura, è entrato di prepotenza l'horror e non ne ho più potuto fare a meno. Quando si vedevano gli effetti speciali nei film non credevo ai miei occhi, erano stupefacenti, adoravo guardarli (naturalmente parlo di anni in cui la computer grafica, era lonrtana anni luce!) ma a lungo andare non mi bastava più guardarli passivamente, volevo fare qualcosa. Certo per me era un sogno, e partendo da una cittadina di provincia diventava quasi un'utopia, non sapevo se mai ci sarei riuscito, ma verso i diciannove anni attraverso riviste come Fangoria, Gore Zone e i mai dimenticati italiani Nosferatu, splatter ecc. ho capito che qualcosa si poteva fare: da lì è partita una sperimentazione durata anni, che ancora oggi continua. Diciamo che ho rischiato, dato che poteva non diventare mai un lavoro. Certo non è stata una passeggiata, ci sono state molte volte che mi son detto "ma chi me l'ha fatto fare" ma tutto sommato a oggi mi ritengo abbastanza soddisfatto: in gran parte il sogno si è realizzato.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Lo studio accademico cinematografico è in una situazione di decadimento qui in Italia per chi decide di

essere un regista, uno sceneggiatore o un montatore. Tu hai iniziato come autodidatta per poi trasferirti a

Berlino e seguire un corso là. Il motivo di questa tua decisione è appunto il fatto di non avere una scuola

valida in Italia per gli FX?

 

CARLO DIAMANTINI:

Al tempo in italia non esisteva niente riguardo gli effetti speciali di trucco e quando ho partecipato al corso

in Germania avevo già realizzato molte cose da autodidatta, quindi non partivo certo da zero, inoltre devo

dire che, più che altro, ha soddisfatto alcune curiosità. ma la maggior parte dei procedimenti già li conoscevo 

e il corso avendo una durata di solo una settimana e un costo notevole posso dire che sia servito solo in

parte. Adesso in realtà anche in Italia esistono diversi corsi anche a me capita di tenerne. Ormai non è più un

problema, anche le persone interessate agli effetti speciali di trucco negli ultimi anni, sono aumentate

tantissimo. Oltre agli stage anche su internet è pieno di tutorial e si possono trovare tutte le informazioni che

servono, ma il vero problema è il dopo: anche il corso non ti garantisce certo un lavoro, soprattutto in Italia dove la richiesta di fx è decisamente esigua.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Per lavorare al meglio in questo settore per te quali principi fondamentali bisogna seguire o avere?

 

CARLO DIAMANTINI:

Soprattutto tanta passione (come in tutti i lavori creativi), poi pazienza e grande spirito di sacrificio. All'inizio si parte con le migliori intenzioni, ma spesso la realtà non è come la immaginiamo: capita di frequente di lavorare tantissimo tempo per realizzare qualcosa, pieni di entusiasmo, per poi vedere che nel film quello che hai fatto si vede giusto per una manciata di secondi. Una delle cose che personalmente trovo più frustrante è il fatto che la maggior parte delle persone non abbia idea di quanto lavoro ci sia dietro queste cose e di quanta abilità e fatica sia richiesta per realizzare questi effetti, molti faticano anche a considerarlo un lavoro in Italia. Infatti spesso si viene considerati come "quelli che fanno le maschere" come se fosse un hobby. Inoltre serve anche una notevole resistenza, dato che spesso può capitare di dover lavorare anche quindici o venti ore al giorno. Infine è indispensabile una notevole forza di spirito, spesso capita di fallire gli obbiettivi (non riuscire a soddisfare una richiesta o realizzare una schifezza) ma ci si deve rialzare e ricominciare, le delusioni capitano spesso non essendo un lavoro che tecnicamente da certezze assolute, ma fa parte del gioco!

 

 

 

 

MANIFESTO 0: 

Il tuo prossimo progetto?

 

CARLO DIAMANTINI: 

Come sempre ci sono molti progetti, ma poi quelli che partono realmente sono sempre una minima parte. Per il momento il più sicuro è "morning star" lungometraggio fantasy prodotto dal tedesco Uwe Boll per la regia di Marco Ristori e Luca Boni che attualmente sono tra i pochi, che riescono a realizzare seriamente film di questo genere in Italia, amici con i quali ho già realizzato gli zombie movie "EATERS" e "ZOMBIE MASSACRE" presto in uscita anche in Italia in dvd.

 

 

 

 

MANIFESTO 0:

Il 19 si è tenuto lo sciopero del lavoratori di Cinecittà. Credi che la gestione pubblica possa aiutare a migliorare le nostre produzioni? ?

 

CARLO DIAMANTINI:

Penso che in Italia avremmo bisogno che tornassero dei veri produttori, qualcuno pronto a rischiare e a fare qualcosa di nuovo. La gestione pubblica può anche andare bene, in parte, ma poi si rischia sempre di agevolare i "conoscenti" e comunque fino a questo momento i soldi pubblici non hanno mai agevolato produzioni di genere, perchè per loro non hanno interesse culturale, con questa clausola, hanno stroncato il nostro cinema producendo solamente psicodrammi o commediole (che non vedo cosa abbiano di culturale), facendo oltretutto diventare il nostro prodotto inesportabile limitando molto la competizione internazionale. Servirebbe quindi fare le cose molto seriamente e dare a tutti una possibilità indipendentemente dal tipo di progetto, ma onestamente non credo che in Italia sia così semplice.

 

 

 

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