Manifesto 0 | Cinema Nero

Dalla boccheggiante situazione del poliziottesco fine anni '70 - inizio '80 si tenta, a cavallo del nuovo millennio, di sollevare il genere con il capolavoro gangster C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA (Sergio Leone, 1984) epopea di stile, di significato e di tecnica e con l'inquietante horror-poliziesco COPKILLER (Roberto Faenza, 1982).

Le pellicole del genere che si sviluppano tendono a lasciare da parte l'azione del tipico poliziottesco per innalzare la filosofia del cinema politico: DIMENTICARE PALERMO (Francesco Rosi, 1990) dai toni thriller, IL SOLE BUIO (Damiano Damiani, 1990), l'opera prima IL CAMORRISTA (Giuseppe Tornatore, 1986) e alcuni film di Matteo Garrone tra cui l'esordio noir L'IMBALSAMATORE (2002) e il seguente PRIMO AMORE (2004), dove l'ossessione sessuale di uno dei due protagonisti finisce per disintegrare l'altro.

Anche nel nuovo millennio si possono trovare sporadici esempi: i thriller QUO VADIS BABY? (Gabriele Salvatores, 2005) e LA RAGAZZA DEL LAGO (Andrea Molaioli, 2007) e i polizieschi di Michele Placido ROMANZO CRIMINALE (2005) e VALLANZASCA (2010) che hanno la forza di narrare vicende nere della nostra storia recente, un argomento che molto spesso nessuno ha il coraggio di raccontare. Titolo interessante che merita di essere citato è SHADOW (Federico Zampaglione, 2009) non solo perché è un buon film horror a livello tecnico, ma anche perché è uno di quei pochi film di genere italiano che riescono in questi anni a fatica a trovare una distribuzione in larga scala nelle sale cinematografiche italiane e ad avere un buon successo di pubblico. Sempre dello stesso regista è particolare il lavoro precedente, una commedia noir dai risvolti grotteschi, NERO BIFAMILIARE (2007).

Questi sono solo alcuni esempi della produzione del cinema nero italiano degli ultimi trent'anni, ma bisogna tener conto che esiste un intero universo underground.

MANIFESTO Ø

L'OSSERVATORIO DEL CINEMA ITALIANO

CINEMA NERO