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Gabriele D'Annunzio

Gabriele D'Annunzio, principe di Montenevoso, soprannominato il Vate, nasce a Pescara il 12 marzo 1863, è stato drammaturgo, militare, politico, giornalista, simbolo del Decadentismo è il più grande scrittore e poeta italiano del primo Novecento, essenziale per lo sviluppo del cinema di inizio secolo, memorabile lo stile apportato alle didascalie in CABIRIA e nei film successivi.


Il soggiorno a Roma fu decisivo per la sua formazione culturale finché nel 1889 pubblico la sua prima opera “Il piacere” con cui costruì i primi passi del fenomeno divistico e dove già si vedono i primi nuovi modelli naturali e linguistici, elementi che lo distingueranno da tutti gli altri autori.
Si trasferì prima a Napoli poi a Firenze ma fu l'andare ad abitare in Francia a causa della rottura con Eleonora Duse che cambiò la sua vita. Nel Paese infatti apprese il mondo letterario francese che sarà poi fonte dell'immaginario d'annunziano insieme alla filosofia tedesca e al vitalismo. D'annunzio nella sua vita non si occupò solo di cinema e di narrativa ma anche di politica: fu massone e partecipò vivamente alla prima guerra mondiale, ma con l'arrivo del fascismo sembrò staccarsi da quel mondo. Mussolini più volte cercò di convincere lo scrittore con onori vari ma lui rifiutò sempre la politica fascista.
Prima di morire coniò diversi neologismi come “tramezzino” ponendo anche fine al dilemma di Marinetti se l'automobile fosse maschile o femminile ed ebbe addirittura un'influenza nel mondo della pubblicità creando per esempio nuovi marchi.
Muore a Gardone Riviera il 1° marzo 1938.

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