MANIFESTO 0:
Com'è nata l'idea di "Hope Lost"?
DAVID PETRUCCI:
Nel 2011 realizzai il cortometraggio “A mani nude”, la storia di una ragazza Romena che con l'inganno viene rapita e portata in Italia per fare la prostituta. Il corto fu molto apprezzato e convinse dei produttori a finanziare un progetto più completo, il mediometraggio “Aka” che servì da tassello finale per mettere concrete basi per la realizzazione di “Hope Lost”.
MANIFESTO 0:
Cosa ti ha spinto a realizzare un film di genere in Italia sapendo che le avversità
nostrano non sono poche da parte del pubblico, della critica e della distribuzione?
DAVID PETRUCCI:
Il Film è un thriller psicologico misto al genere Crime. Trattiamo dinamiche molto
reali e come tutti i Film di denuncia è necessario rischiare e talvolta andare contro
corrente. Non ho mai cercato la strada facile finora e sinceramente ha sempre
ripagato. Seguire esclusivamente le mode del momento e smettere di offrire
un'alternativa al pubblico non potrà mai aiutarci nel migliorare la nostra industria
cinematografica, può solo impoverirla.
MANIFESTO 0:
Cosa ha voluto dire confrontarsi nel set con attori come Danny Trejo o Michael Madsen?
DAVID PETRUCCI:
Un'esperienza di crescita notevole che mi ha messo alla prova fin dal primo giorno. La cosa più bella è stata ricevere conferme da tali Artisti e rubare ogni attimo del loro tempo. Mentre la differenza più grande che ho trovato tra attori italiani e stranieri è stata nella maniera di interagire con il regista. L'attore italiano ha spesso bisogno di essere seguito in ogni movimento per sentirsi sicuro di sé mentre gli attori stranieri vivono la scena in maniera più libera e personale, nutrendosi dello sguardo e del gusto del regista per proporre la propria scena. Un attore americano si sentirebbe chiuso in gabbia se comandato a bacchetta... Nei miei film provo sempre ad annientare quel tipo di insicurezza e per esempio in Hope Lost, troviamo un piacevole equilibrio recitativo pur coinvolgendo molte nazionalità diverse in un unica storia. Credo che se data la possibilità tutte le persone preparate possono fare grandi cose. La fiducia, l'umiltà e il rispetto fanno il resto.
MANIFESTO 0:
Per molti anni hai lavorato all'estero. Se dovessi brevemente fare un confronto tra l'Italia e gli altri Stati come l'Inghilterra quali aspetti positivi e negativi hai trovato lungo il tuo percorso?
DAVID PETRUCCI:
Purtroppo ad oggi è inutile fare un confronto, siamo ancora parecchio indietro per tematiche e metodo di lavoro. Spero che presto il nostro livello possa risalire esponenzialmente, riportando l'Italia a nuovi anni d'oro.
Nel cinema italiano vi sono solo storie monotematiche, c'é troppa poca scelta. Il convincersi che gli Italiani non siano in grado di affrontare altri generi (oltre la commedia) è solo una scusa per non rischiare al botteghino. Bisogna rivoluzionare tutto per aprire nuove strade internazionali e per scoprire nuovi talenti.
MANIFESTO 0:
Ci sono registi o film a cui ti ispiri?
DAVID PETRUCCI:
Ho vari film preferiti molto diversi tra loro, tra i quali: The road, Solaris, Carlito's Way, Babel, I soliti sospetti, Memento, Goodbye Lenin. Ecc.
Tra i miei registi preferiti c'è David Fincher, Stanley Kubrick, Steven Spielberg, Ron Howard, Darren Aronofsky. Anche se come regista mi nutro molto del lavoro di tali Artisti, provo a raccontare ogni storia senza permettere mai allo spirito di emulazione di prendere il sopravvento. Credo sia fondamentale avere una propria identità Artistica ed essere riconoscibili in quello che si fa.
MANIFESTO 0:
In fase di produzione e distribuzione come ti sei comportato? Immagino che entrambe le strade non siano state facili, ma piene di difficoltà..
DAVID PETRUCCI:
Mi sono occupato anche del montaggio del Film e questo ha reso le lavorazioni abbastanza lunghe per me. Ma dal momento della consegna il prodotto torna nelle mani dei produttori che si occupano di tali dinamiche e problematiche. Io posso solo dare il mio meglio ed accompagnare il Film nei vari Festival sperando sempre in nuovi riscontri. Abbiamo appena avuto un'anteprima di "Hope Lost" a Los Angeles e in Russia, le critiche sono state ottime dunque speriamo di continuare così!
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