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IL FUTURISMO NEL CINEMA

Un movimento importante che non ebbe un vero e proprio sviluppo fu il cinema d'avanguardia futurista che nonostante il menefreghismo di fondo dei suoi creatori, con le sue caratteristiche riuscì (e riesce ancor oggi) a influenzare tutto il linguaggio cinematografico, le avanguardie successive come l'espressionismo tedesco e molti registi internazionali. A oggi THAIS (Anton Giulio Bragaglia, 1917) di grande importanza storica dato l'impatto visivo suscitato, è l'unico film futurista che rimane, infatti perduto fu il primo film del movimento, VITA FUTURISTA (Arnaldo Ginna, 1916) realizzato con la collaborazione di Marinetti, Balla e Corra. Il film era pregno di una sensibilità innovativa tale che pochi all'epoca avrebbero saputo affrontare. In realtà esistono documenti che dimostrerebbero che prima del film manifesto ci sarebbe stata una pellicola prodotta dalla Vera Film di Roma, MONDO BALDORIA (Aldo Molinari, 1914), di base futurista non riconosciuta da Marinetti. Alla produzione futurista va ad aggiungersi “Velocità”, una sceneggiatura ricca di elementi futuristi che non fu mai realizzata.

 

Il futurismo è il banco di prova di molte tecniche di montaggio che abbiamo imparato a conoscere con il tempo e sarebbe interessante poter capire se fu solo per lo scoppio della prima guerra mondiale e per le posizioni estremiste dei futuristi che impedirono lo sviluppo del movimento futurista nel cinema oppure se fu per una mancanza di mezzi, di esperienza tecnica, di una vera e propria fede nel nuovo mezzo, all'incompatibilità tra la poetica marinettiana e l'industria cinematografica. Rimane il fatto che Bragaglia così come Marinetti, se pur non sfruttando tutte le potenzialità del mezzo, teorizzarono entrambi che il cinema del futuro avrebbe coinvolto direttamente lo spettatore facendolo diventare parte della proiezione stessa, del mondo filmico, (sfortunatamente rimase tutto su fogli di carta, teorie, scritti, manifesti). Studiati oggi i principi del manifesto della cinematografia futurista a livello di montaggio, di scenografia, di colonna sonora, di movimenti di macchina non avrebbero di certo l'impatto che potevano aver avuto al momento della loro pubblicazione, ma ciò non toglie quei principi e sperimentazioni debbano ancora compiersi, forse essi possono ancora oggi dar vita a nuovi linguaggi cinematografici, rivolti principalmente alla dinamicità, ma che si sviluppano sotto anche altri aspetti.  

E' degno di nota ipotizzare l'idea che se ci fosse stata una più grande attenzione nei confronti del futurismo da parte del cinema italiano, nel momento in cui si sarebbe sviluppato anche il montaggio sovietico, questi due percorsi una volta incontrati di certo si sarebbero unificati in un'unica strada e indubbiamente il risultato che ne sarebbe uscito avrebbe comportato un cinema radicalmente diverso da quello che noi oggi conosciamo.

 

 

Redazione

Manifesto 0, 2012

 

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