MANIFESTO Ø

Vittorio Gassman, nato a Genova il 1° settembre 1922, è stato un dei più grandi attori di cinema e teatro, mattatore indiscusso della commedia all'italiana. Nella sua vita in diversi progetti è stato inoltre scrittore, regista, sceneggiatore e doppiatore.

In giovane età si trasferì a Roma dove intraprese gli studi all'Accademia nazionale d'arte drammatica insieme a Paolo Stoppa con il quale reciterà a fianco nei primi anni '40 a teatro con la compagnia di Luchino Visconti. Nel 1952 fonda il Teatro d'Arte Italiano di cui ne sarà anche direttore. Negli stessi anni approda anche al cinema, ma la fama internazionale arriva solo con il programma televisivo “Il Mattatore” che gli varrà il soprannome omonimo.

Dopo alcuni ruoli internazionali di affascinanti villain nati con l'interpretazione nel capolavoro neorealista di Giuseppe De Santis RISO AMARO nel 1958 è uno dei protagonisti de I SOLITI IGNOTI di Mario Monicelli che inaugura il filone della commedia all'italiana, abbandonando i vecchi canoni della commedia per inserire una comicità nuova che non si basa più sull'avanspettacolo, sui Cafè Chantant e il varietà, ma che si sviluppa su situazioni sociali che la gente vive ogni giorno in prima persona, una comicità usata non solo per far ridere o per parodiare una determinata classe sociale, ma per raccontare una realtà che detta in altri modi sarebbe stata neorealista. Una decina di anni dopo con lo stesso regista segna nuovamente lo sviluppo della commedia con il film L'ARMATA BRANCALEONE

(1966) nel quale venne utilizzato per la prima volta il linguaggio maccheronico. Il film è molto originale e vuole essere una rilettura dell'Italia medievale che tra le tante risate suscitate dal personaggio di Gassman sviluppa un lato crudo delle condizioni dei personaggi che non rispecchiano i canoni utilizzati all'epoca, difatti non viene preso di mira il proletariato o la borghesia, contrariamente a quanto succedeva negli altri film. Il motivetto iniziale è diventato un tormentone popolare mentre l'espressione “armata brancaleone” è entrata nel vocabolario italiano.

Oltre a Monicelli stringe una proficua collaborazione anche con Dino Risi e ottiene riconoscimenti a partire dal primo road movie italiano IL SORPASSO (1962), feroce satira sulla società e sui costumi dell'Italia del boom che differisce da altri film del genere per la profonda introspezione psicologica dei due protagonisti che sfocia nella corsa finale. Trintignant e Gassman, così diversi incarnano l'Italia divisa in due, una parte che vuole correre, vuole svilupparsi, l'altra più cauta che preferisce pensare prima di agire. Personaggio cinico per Gassman invece ne I MOSTRI (1963), un mosaico beffardo senza moralismo dell'Italia in trasformazione durante il boom economico piena di vizi e contraddizioni individuati in vari ambiti e istituzioni, un film con molti episodi che arrivano diretti al punto, nei quali c'è la presenza di personaggi che sono mostri non solo interiormente, ma molto spesso anche esteriormente.

Negli anni sessanta approda anche alle prime co-regie, ma sarà solo con SENZA FAMIGLIA, NULLATENENTI CERCANO AFFETTO (1972) che dirigerà da solo la propria opera. Durante la sua carriera, specialmente negli ultimi decenni, si è dedicato anche alla scrittura e al doppiaggio: lo ricordiamo infatti nel classico Disney “Il Re Leone” (1994) quando prestò voce al personaggio di Mufasa.

Muore a Roma il 29 giugno 2000.