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Incontri al Trieste Science+Fiction: la parola chiave è FUTURO

Anche quest'anno ad alternarsi alle proiezioni dei film di fantascienza al Trieste Science Fiction 2013 ci sono stati gli incontri di Futurologia ai quali sono intervenute diverse personalità.

Ad esempio c'erano alcuni scrittori come Pietro Schiavo Campo vincitore del Premio Urania 2013 con “L'uomo a un grado Kelvin” di cui ha fatto una breve presentazione e Franco Farina il quale ha affrontato il tema della fantascienza nel teatro, infatti ha fatto notare che mentre al cinema questo genere ha creato blockbuster non indifferenti, nel teatro è assai difficile che qualcuno riesca a mettere in scena un'opera fantascientifica. Questo problema è stato affrontato nel suo nuovo libro “Scrivere il Futuro: del mancato Amore tra la Fantascienza e il Teatro”, nel quale sono stati riportati vari possibili testi letterari che si adatterebbero al palcoscenico. Interessante è stata la tesi suscitata nell'incontro in cui spiega che mentre nel cinema si viene a creare un immaginario collettivo nel teatro ognuno immagina le cose per conto proprio, ed è proprio questo sognare uno dei problemi riscontrati nella società di oggi, specialmente nei giovani che fanno fatica a farlo. L'autore infatti a sottolineato più volte anche l'importanza di non immaginare, descrivere, considerare un futuro catastrofico perché questo annulla ciò che è di per sé un sogno, nonché un futuro positivo e a proposito di futuro quello che ci propone Farina è di inaugurare dal prossimo anno un festival parallelo a quello del Triestre Science Fiction che metta in

scena la fantascienza all'interno di unostabilimento teatrale.

 

Agli incontri sono intervenuti anche diversi autori cinematografici tra cui registi e

sceneggiatori italiani come Edoardo Margheriti, Massimo Morini, Fabrizio Rizzoli, Alessio

Liguori il cui film avrà una distribuzione a partire dal Botswana!

Non solo italiani ma anche stranieri tra cui Benjiamin Hessler, Mike Mendez, Jake

Schreier e il giornalista Phil Hardy, componente tra l'altro della Giuria del Festival nella

sezione Asteroide insieme a Sergio Stivaletti e Zaihirat Banu.

 

Tra i vari interventi non si poteva fare a meno di parlare di nanotecnologia, stampanti in

3D e macchine del futuro ma ciò che ho trovato più intrippante a mio modesto parere è

stato l'incontro con Mauro Giacca (Direttore ICGEB – Centro Internazionale di Ingegneria

Genetica e Biotecnologia a Trieste)* il quale ha fatto una veloce carrellata sugli ultimi esperimenti e scoperte riguardanti la biotecnologia. Aprendo il discorso spiegando innanzitutto cos'è e come funziona il DNA ha citato l'importante scoperta sul gene umano avvenuta nel 2001 che ha dato modo di capire meglio il filamento genetico e di intervenire su di esso. Ciò che però ha stupito alcuni scienziati è il fatto che alcune proteine presenti nei geni determinino il comportamento di una persona e questo ha dato modo anche di verificare il comportamento animale, in particolare quello dei cani che nel corso dei secoli hanno subito una mutazione genetica a livello comportamentale, infatti l'uomo prendendolo con sé come bestia da casa “educandolo” l'ha addomesticato geneticamente. Il fattore cani è stato importante anche sotto l'aspetto delle razze, difatti l'incrociarsi di particolari caratteristiche di una razza

con quelle di un'altra ha aiutato a capire la moltitudine di differenze presenti anche tra gli incroci umani che

analizzati hanno poi dato alla luce diversi modi per annullare molte malattie genetiche presenti nei bambini.

Come disse uno scienziato che all'epoca suscitò non poche polemiche, l'idea che siamo tutti uguali è un bluff,

infatti è geneticamente provato che i neri siano più stupidi dei bianchi ma che abbiano prestazioni fisiche più

alte, non per niente negli ultimi anni si è venuto a creare il così detto dopping genetico che permette a una

persona di iniettarsi con una siringa del gene di una persona di colore per aumentare le proprie prestazioni.

Questa differenza è provata scientificamente: essa si è venuta a creare nel momento in cui l'uomo africano

miliardi di anni fa emigrò in Europa, in Asia e in America dando vita a ad alcune integrazioni genetiche mentre

gli individui che rimasero in Africa si mescolarono con un 2% di qualcosa che ancora oggi non sappiamo, per

niente c'è più differenza genetica tra due villaggi africani vicini che tra noi e un altro europeo.

Al giorno d'oggi cmq richiedere una propria mappa genetica non è più così difficile, infatti esistono alcune

società che su richiesta la procurano al proprio cliente e non ci si stupirebbe se in un futuro prossimo il

proprio datore di lavoro ne richiedesse uno per ogni nuovo impiegato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltre alle nuove teorie stanno prendendo piede nuovi esperimenti che vedono topi vampiri, zanzare sterili per

abbattere la malaria, rigenerazione di arti e vasi sanguigni per curare anche casi di infarto. Le cellule staminali

unite alla biotecnologia rigenerano già oggi tutti gli organi compresi il cuore, l'unica cosa che non si può

rigenerare sono i neuroni del cervello che impiegherebbero vent'anni per rigenerarsi. I topi sono le cavie più allettanti per chi sperimenta e i risultati sono entusiasmanti soprattutto quando al topo gli si inietta ormoni della crescita di un umano dando vita a un topo più grande del normale o con il processo contrario di iniezione ai maschi si annuncia che la calvizia sarà ridotta grazie a determinati geni del topo che ha una crescita del pelo più consistente. Novità che farà sorridere è quella che esistono i vampiri: in un esperimento si sono messi due topini, uno vecchio e uno giovane, i quali si sono succhiati a vicenda scambiandosi così il sangue, qualche tempo dopo il topo vecchio è ringiovanito.

Non entusiasmatevi troppo però all'idea di vivere per sempre perché non è stata ancora scoperta l'immortalità, infatti ogni essere vivente ha un orologio biologico, cioè un'età che non si può superare e l'homo sapiens sapiens ha un limite di 120-125 anni.

 

Tutto ciò può sembrare strano, provocatorio o inverosimile ma è la realtà, una realtà che con la fantasia di un buon autore può diventare spunto di nuove storie fantascientifiche da proiettare sul grande schermo, magari in una delle prossime edizioni di questo stesso festival.

 

 

 

 

*Chi fosse interessato ogni martedì su il giornale “Il Piccolo” di Trieste esce un articolo di Mauro Giacca.

Di Von Chanelly

Manifesto 0, 5 Novembre 2013

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