MANIFESTO Ø

Sergio Amidei, nato a Trieste il 3 ottobre 1904, è stato uno sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, attivo sia nel periodo fascista e ritenuto uno dei più importanti scrittori neorealisti.

Inizia la sua carriera cinematografica come sceneggiatore nel periodo immediatamente precedente lo scoppio della seconda guerra mondiale. In questi anni è lo sceneggiatore di diversi registi importanti dell'epoca come Carlo Campogalliani, Gennaro Righelli, Camillo Mastrocinque, Ferdinando Maria Poggioli, Carmine Gallone per il quale scrive HARLEM, film che strizza l'occhio al noir statunitense, nonostante la censura fascista.

Nel dopoguerra, l'avvento del movimento neorealista lo avvicinerà a personaggi come Roberto Rossellini e Vittorio De Sica, coi quali collaborerà alla sceneggiatura di alcune delle principali opere del periodo, da  a ROMA CITTA' APERTA (1945), pellicola che apre la stagione neorealista, a SCIUSCIA' (1946), scritto assieme a Cesare Zavattini, racconta la trasformazione caratteriale ed emotiva di due giovani ragazzi che diventano

sempre più cattivi nei confronti di una società ostile che negli anni li ha tolto un'infanzia spensierata.

Nel 1946, Rossellini dopo il capolavoro neorealista richiama Amidei per la stesura di PAISA', un insieme di storie individuali ambientate durante la guerra di liberazione degli alleati dai nazi-fascisti, storie crude, storie devastanti, una disperazione di fondo che non trova sentimentalismo. Lo stesso regista lo vorrà a fianco per altr film come IL GENERALE DELLA ROVERE (1959) e il pessimista GERMANIA ANNO ZERO (1948), un film straziante le cui parole chiave sono povertà, miseria, devastazione, un'infanzia rubata, una vita tolta, una società distrutta, dove emerge in maniera sottile il problema dell'educazione della nuova generazione.

Nel 1948 scrive per Renato Castellani una delle opere più drammatiche del neorealismo: SOTTO IL SOLE DI ROMA. Nello stesso anni scrive anche ANNI DIFFICILI diretto da Luigi Zampa con il quale il regista rischia parecchie denuncia più il possibile sequestro dell'opera in quanto essa apparve per molti dirigenti e politici un'indiretta denuncia contro le loro figure e i loro atti pubblici. Un episodio analogo si ripete nel 1968 quando con UN MEDICO DELLA MUTUA firma un'opera che suscita molto scalpore a causa della denuncia del sistema sanitario in rovina mostrando tutto ciò che la gente aveva paura di dire. La pellicola è in perfetta sintonia con il clima turbolento dell'epoca e quindi contribuisce ad argomentare in modo sostanziale critica e ricerca.

Negli stessi anni svolge parallelamente anche l'attività di produttore e direttore di produzione: nel 1949 fonda a Roma la società di produzioni cinematografiche Colonna Film.

All'inizio degli anni '50 assieme a Mario Monicelli e Steno realizza VITA DA CANI (1950) un piccolo capolavoro di comicità e di lacrime, un film sull'avanspettacolo dai tratti affettuosi ma anche graffianti e cinici, una splendida commedia dolceamara dal finale malinconico, che ha come protagonista l'attore Aldo Fabrizi. Negli anni '50 inizia una collaborazione prolifica con Luciano Emmer assieme al quale aumenta i ritmi generali delle storie con personaggi sempre in movimento, dove i racconti sono paralleli o incrociati fin da DOMENICA D'AGOSTO (1949), esordio di Emmer. Seguiranno PARIGI E' SEMPRE PARIGI (1951), il soave LE RAGAZZE DI PIAZZA DI SPAGNA (1952) e TERZA LICEO (1953) un'occhiata ai primi amori tra i banchi di scuola. Nel 1954 collabora con Carlo Lizzani nel film neorealista CRONACHE DI POVERI AMANTI.

Nel 1961 apre una parentesi nel cinema italiano dove in alcune pellicole sono presenti fantasmi o alieni e lo fa con il film FANTASMI A ROMA di Antonio Pietrangeli.

Negli anni '70 scrive diverse commedie tra cui UN DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO (Nanni Loy, 1971), dove per la prima volta vengono denunciati l'arretratezza e l'inadeguatezza dei sistemi giudiziario e carcerario italiani, e il malinconico UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO (Mario Monicelli, 1977).

Nominato quattro volte al Premio Oscar, ottenne due David di Donatello e due Nastri d'argento. La città di Gorizia ha istituito un riconoscimento internazionale a lui dedicato, che premia i migliori sceneggiatori del panorama cinematografico mondiale.

Muore a Roma il 14 aprile 1981.