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Gli anni '80: la fine del terrorismo, la riscoperta dell'edonismo, il benessere nell'aria e la fine del millennio, la vita che scorre, i ricordi, il passato, un cinema povero, un cinema che non lascia il segno e che passa come la vita e i giorni.

 

Rilevante furono il tentativo di Ettore Scola di creare qualcosa di nuovo con LA FAMIGLIA (1987) un film corale che ripercorre all'interno di quattro mura ottant'anni di vita di una famiglia italiana e il film di Mario Monicelli PARENTI SERPENTI (1992) cinica commedia dall'humour molto nero. Negli ultimi anni, prima del preludio, riuscì ancora a regalarci grandi emozioni con SPERIAMO CHE SIA FEMMINA (1986) incentrato sulla contrapposizione fra l'elemento maschile e quello femminile.

Altri tentativi, sparsi qua e là, si possono notare in Brusati, Magni,

Festa Campanile, Ferreri, Luciano SalceMassano, Wertmuller, Loy, Citti, ma con le morti di Alberto Sordi avvenuta nel 2003 e di Nino Manfredi nel 2004 si chiude un'epoca in modo definitivo lasciando lo spettatore medio a rimbambirsi davanti alla tv (il nome era una garanzia, ora non ci resta che piangere).

 

Come dei fari lampeggianti la coppia Fantozzi-Parenti riuscì a divertire con FANTOZZI VA IN PENSIONE (1988), una visione parodistica di quello che era un tempo e FANTOZZI IN PARADISO (1993), una malinconia questa volta assai beffarda, ma come i film tenevano a sottolineare si capì che il nostro cinema stava arrivando agli sgoccioli.

Probabilmente non era il cinema che era invecchiato male, ma era il pubblico giovane cresciuto male, a pane e tv: gli spettatori della vecchia generazione, ormai anziani, se ne stavano a casa e i giovani che uscivano per divertirsi apprezzavano molto di più i film di serie B che ben presto divennero B anche nei risultati. Il cinema si ridusse talmente tanto che diventò trash allo stato puro andando a creare film di serie C, da alcuni geni in seguito rivalutati.

 

Un'attenzione davvero particolare va lasciata a un grande e maestoso fenomeno che mette le prime radici visibili negli anni '80, un'immancabile routine che caratterizza tutto il cinema recente e contemporaneo italiano: i figli d'arte. I nomi potrebbero riempire una lista lunghissima e sarebbe inutile citarli tutti anche se due in particolare vanno ricordati per il loro estro creativo in quanto hanno saputo dar vita a film, commedie contenenti una gran quantità di volgarità, di mediocrità, con questa commedie totalmente vuote inspiegabilmente sono riusciti a diventare padroni del botteghino italiano degli ultimi due decenni: i fratelli Vanzina (figli di Steno) con I FICHISIMI (1981) che vede Diego Abatantuono nel ruolo del Teruncello, ECCEZZZIUNALE...VERAMENTE (1982) incentrato sul calcio, A SPASSO NEL TEMPO (1996) un esempio di comico-fantascientifico

che riprende il filone dei viaggi nel tempo, SAPORE DI MARE (1982) che rispecchia la riscoperta di quegli anni riguardo la musica degli anni '60 e VACANZE DI NATALE (1983) un film per certi versi accettabile in quanto racconta in modo parodistico la vita vacanziera dei ricchi italiani contemporanei ma che poi diede vita al culturalmente sterile filone del Cinepanettone. Un guadagno che fa perno sull'ignoranza italiana, su di un popolo che vive nella mediocrità culturale che si basa su una visione frivola alimentata ogni giorno sempre più dalla spazzatura televisiva e dalla scarsa umiltà di riconoscere di non saper tutto e dare spazio all'arte, la quale non entrerà mai se troverà porte chiuse con il narcisismo coatto dell'italiano che crede di sapere, si finge intellettuale, spara le sue trovate con la retorica più propensa e alla fine il ricavato è un insensato applauso da parte di qualche asino nelle vicinanze.

 

 

 

Redazione

Manifesto 0, 2012

 

TRA CINEPANETTONI E HUMOR NERO

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