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Alberto Lattuada

Alberto Lattuada nato a Milano il 14 novembre 1914 è stato un attore, cineasta e produttore italiano, noto soprattutto per un certo tipo di erotismo innocente presente in tutte le sue pellicole, una specie di ricerca della bellezza senza malizia che gli diede modo di scoprire e lanciare molte attrici tra cui Catherine Spaak, Marina Berti, Nastassja Kinski.

 

Figlio del compositore Felice dopo aver studiato architettura a Milano si trasferisce a Roma dove riuscì ad avere qualche accesso a Cinecittà grazie al fatto che suo padre aveva in passato composto musiche per Mario Camerini e Alessandro Blasetti. Quando ancora stava a Milano Alberto conobbe un altro baldo giovane che voleva fare cinema, si chiamava Carlo Ponti che aveva fondato una casa di produzione. Non solo lui ma anche un certo Mario Monicelli il quale a diciott'anni girava il suo primo cortometraggio nel quale Carlo Lizzani curò la scenografia. I due insieme ad Alberto Mondadori fondarono nel '32 la rivista “Camminare...” nella quale si parlava anche di cinema, una delle tante su cui Alberto scrisse durante gli anni di studi. Lizzani a Milano era stato anche assistente, consulente per il colore e conosciuto Gianni Comencini, il fratello di Luigi, lavorò a quella che sarebbe presto diventata la Cineteca di Milano. Facente parte dei GUF riuscì ad ottenere i permessi per le proiezioni pubbliche alla Triennale di Milano ma l'arrivo de “La grande illusione” provocò un grandissimo scandalo e si dovette chiudere. A Roma rincontrò Ponti che era il produttore di PICCOLO MONDO ANTICO il quale chiese a Mario Soldati, il regista, di trovare un posto a Lizzani: inizialmente

non ne volle sapere, poi divenne aiuto regista e firmò la sceneggiatura insieme a Soldati. Il film venne premiato a Venezia e Ponti entusiasta decise di tenere con sé Lattuada come sceneggiatore anche in un film di Ferndinando Maria Poggioli che fu un altro successo. Ponti vide in Lattuada una certa sicurezza e nel '42 volle tentare la produzione del suo esordio, non fu di certo una sfida persa.

 

Nel dopoguerra il regista conosce Federico Fellini con cui scrive alcune sceneggiature e si avvicina nel frattempo al Neorealismo con la pellicola IL BANDITO prodotta questa volta da Dino De Laurentiis. Con i successi ottenuti Lattuada riesce a prodursi il primo film da solo e chiede la collaborazione di Fellini: LUCI DEL VARIETA', nel quale si mostrano le chiare e spietate leggi del varietà in un esercizio artisticamente ben riuscito. Il film fu però economicamente un disastro e tempo dopo Lattuada dirà: “Mi è rimasta, a ripagarmi di tanti guai, un'unica grande soddisfazione: in fondo avevo fatto esordire Fellini...”

 

L'insuccesso però non fece tardare i produttori nel momento in cui Lattuada decise di tornare dietro la macchina da presa finanziato da case di produzione vere e così girò ANNA, un incredibile successo con Silvana Mangano e Vittorio Gassman che permise al regista di girare nel '52 una delle sue opere più importanti, il capolavoro con Renato Rascel come mai si era visto prima: IL CAPPOTTO che riportò sugli schermi italiani il cinema fantastico, il quale era stato soppresso durante i due decenni precedenti. Un film che ha ancora le influenze del Neorealismo, ma che sa uscire da esso percorrendo nuove strade, un film che tocca la commedia e il dramma ma che mantiene i suoi toni fantastici, specialmente nell'ultima parte del film. 

Lattuada fu un regista che seppe affrontare diversi generi, Cesare Zavattini fu lo sceneggiatore più importante della corrente artistica, non c'è da stupirsi se i due riuscirono a confezionare un film simile. Un capolavoro che sa toccare il cuore, una

storia triste ma con un'umanità che rare volte si è vista al cinema, una storia che sa essere anche una tagliente denuncia, perché no attuale, di una politica che pensa ad abbellire la propria immagine (“deve essere tutto perfetto per l'arrivo del santo padre”) e non si degna di capire i veri problemi dei propri cittadini (i due compassionevoli e quasi comici pensionanti che continuano a chiedere una pensione più alta, “so stato in guerra, sa”). Il film nel suo misto di commedia e dramma sociale riesce ad essere molto surreale e gotico, una specie di horror gotico con accenni al surreale fiabesco. Il film venne ritenuto per lungo tempo un film di serie B, così come il filone di cui è parte.

 

Due anni più tardi tra le varie pellicole che girò ci fu LA SPIAGGIA che recò non poco scandalo e ci furono altri problemi con la censura con

altri progetti che Lattuada non portò mai a termine. Capito che la democrazia cristiana certe cose come all'epoca di Mussolini non si potevano accettare lasciò perdere il tono neorealista e l'impegno sociale per dedicarsi ad altro. Pensò a quello che gli altri definivano l'erotismo di Lattuada e iniziarono i film con le adolescenti. Nel contempo De Laurentiis bussò alla porta per proporgli alcuni kolossal mentre la tv dava già segno delle sue riuscite tentazioni. Lattuada non rifiutò nessuno dei due, ma come una voglia irrefrenabile il regista mianese tornava di continuo a trattare il tema che più sentiva: l'intimità femminile di giovani ragazze e non solo: VENGA A PRENDERE

IL CAFFE' DA NOI con quel mostro di Ugo Tognazzi, ROSSO, BIANCO E..., LA CICALA ennesimo film che suscitò non poco scandalo. Lattuada era sinonimo anche di questo, di scandalo e di censura, perché all'epoca quell'introspezione sessuale che nessuno, nemmeno Antonio Pietrangeli, aveva mai osato mostrare era qualcosa di osceno e volgare.

 

Muore a Orvieto il 3 luglio 2005.

FILMOGRAFIA

 

1935 - IL MUSEO DELL'AMORE, MEDIOMETRAGGIO (consulente per il colore)

1936 - LA DANZA DELLE LANCETTE (assistente regia)

1941 - PICCOLO MONDO ANTICO (sceneggiatore)

1941 – SISSIGNORA (sceneggiatore)

1944 - IL CAPPELLO DEL PRETE (sceneggiatore)

1942 - GIACOMO L'IDEALISTA

1943 - LA FRECCIA NEL FIANCO

1945 - LA NOSTRA GUERRA (cortometraggio)

1946 - IL BANDITO

1947 - IL DELITTO DI GIOVANNI EPISCOPO

1948 - SENZA PIETÀ

1949 - IL MULINO DEL PO

1950 - LUCI DEL VARIETÀ (CO-REGIA)

1951 - ANNA

1952 - IL CAPPOTTO

1953 - LA LUPA

1953 - L'AMORE IN CITTÀ

1954 - LA SPIAGGIA

1954 - SCUOLA ELEMENTARE

1955 - UN EROE DEI NOSTRI TEMPI (attore)

1957 - GUENDALINA

1958 - LA TEMPESTA

1960 - I DOLCI INGANNI

1960 - LETTERE DI UNA NOVIZIA

1961 - L'IMPREVISTO

1962 - MAFIOSO

1962 - LA STEPPA

1965 - LA MANDRAGOLA

1966 - MATCHLESS

1967 - DON GIOVANNI IN SICILIA

1968 - FRÄULEIN DOKTOR

1969 - L'AMICA

1970 - VENGA A PRENDERE IL CAFFÈ DA NOI

1972 - BIANCO, ROSSO E...

1973 - SONO STATO IO!

1974 - LE FARÒ DA PADRE

1976 - CUORE DI CANE

1976 - OH! SERAFINA

1978 - COSÌ COME SEI

1978 - IL CORPO DELLA RAGASSA (attore)

1980 - LA CICALA

1981 - NUDO DI DONNA

1985 - CRISTOFORO COLOMBO (sceneggiato televisivo)

1986 - UNA SPINA NEL CUORE

1987 - DUE FRATELLI (miniserie televisiva)

1989 - 12 REGISTI PER 12 CITTÀ

1989 - MANO RUBATA (mediometraggio televisivo)

1994 - IL TORO (attore)

Fu una trovata di quelle che per la gente del cinema sono all'ordine del giorno. Il cinema è un mondo di gente matta. Difficilmente gli altri sono tanto pazzi come noi...

Soldati mi aveva consentito di assistere a tutte le fasi del film, sapevo tutto. Avevo guardato, capito e imparato come una spugna...

Mi piace il pasticcio enorme che è l'Italia. Gli italiani sono singoli geni che formano, tutti insieme, un popolo politicamente disordinato e immaturo. Una collettività talmente sorprendente da rendere problematico un giudizio complessivo.

 

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