Blasetti Alessandro
Alessandro Blasetti fu uno che di cinema ha vissuto, uno che nella sua carriera ha sperimentato, inventato ed esplorato, dal cinema muto a quello sonoro, da quello in b/n a quello a colori, dal fascismo al boom dei generi, una figura emblematica, piena di contraddizioni ma determinata, un onnivoro del cinema. La sua figura non può di certo passare indifferente dato che con i suoi film ha contribuito a plasmare il cinema nostrano.
Cineasta, montatore e attore italiano, nato a Roma il 3 luglio 1900, iniziò la sua carriera come giornalista e critico cinematografico. Nel 1925 dà il via a “Lo Schermo” la prima rubrica cinematografica pubblicata sul quotidiano “L'impero” sul quale scriveva dal 1923. L'anno seguente fonda con Renzo Cesana un settimanale del cinematografo intitolato esso “cinematografo” nel quale si raccolgono diverse personalità del cinema italiano tra cui Anton Giulio Bragaglia e Massimo Bontempelli interessate alla rinascita del cinema data la crisi che stava vivendo.
Nel 1928 fonda la cooperativa Augustus con la quale produce il suo film d'esordio d'ispirazione sovietica oggi quasi totalmente perduto, SOLE, incentrato sulla bonifica agraria adiacente alla politica ruralista tanto cara al Duce tanto da farlo entrare nella cerchia degli assicurati e da catalogarlo insieme a Mario Camerini come uno dei due massimi registi del periodo fascista. La pellicola però si rivela un insuccesso tra il pubblico e la nuova produzione indipendente è destinata a sciogliersi. Così Blasetti è costretto ad accettare la proposta di Pittaluga che era stato criticato dallo stesso regista sulle pagine de “cinematografo” per il modo con cui gestiva la Cines.
All'interno della nuova Cines Blasetti gira nel 1930 RESURRECTIO uno
dei primissimi film italiani sonori. Anche questo sarà un insuccesso ma
diede modo a Blasetti di sperimentare in modo completo le possibilità
del sonoro. Nello stesso anno lavora anche per Ettore Petrolini per il
quale gira NERONE nel quale si può notare l'elaborato carrello iniziale.
L'anno successivo torna con un film sempre a tematica rurale che piacerà
anch'esso al Duce, TERRA MADRE, una storia che vede schierati il
fronte urbano corrotto e il fronte contadino sano. Da li a pochi mesi muore Stefano Pittaluga e la Cines passa sotto la direzione di Emilio Cecchi con cui Blasetti instaura una forte collaborazione. Dopo alcuni lavori realizza quello che viene considerato il suo capolavoro, 1860, un'antiretorica rievocazione della spedizione dei Mille. Questa volta Mussolini non è molto entusiasta così come il pubblico ma tra la critica c'è chi riconosce il vero valore di quest'opera.
Il 1934 è un anno importante per la cinematografia italiana, grazie ad alcuni titoli di successo e alla nascita della Direzione Generale della Cinematografia, un anno importante anche per lo stesso Blasetti che realizza VECCHIA GUARDIA l'unico film sinceramente fascista che sia mai stato realizzato, forse per l’innovativo taglio realistico o per la fotografia simbolica tanto da suscitare la disapprovazione del Duce e la famosa frase pronunciata dal nazista Goebbels “Un regista che avesse fatto questo film oggi, in Germania, sarebbe stato messo al muro”.
Progressivamente però Blasetti abbandona il mondo della politica per concentrarsi su film più personali e di costume come LA CORONA DI FERRO (1939) un film che fu qualche cosa di magico per l'epoca grazie non solo alle scenografie fatate, ai costumi fiabeschi, ma grazie anche alla fotografia, caratterizzata da filtri speciali utilizzati nelle scene del bosco per rendere il tutto più fatato, e alle inquadrature che sono in stile miniatura con lo scopo di richiamare l'epoca dei manoscritti cavallereschi. Blasetti realizzò una fiaba dai tratti barocchi inserendo avventura, prese di poteri, lotte tra regni, combattimenti cappa e spada e l'immancabile elemento magico senza cadere mai nel banale riuscendo a intrattenere un pubblico adulto in modo più che magistrale.
Involontariamente nel 1942 accetta di dirigere QUATTRO PASSI TRA LE NUVOLE che insieme al film di Luchino Visconti OSSESSIONE e quello di De Sica I BAMBINI CI GUARDANO, rompe il legame con il cinema fascista e anticipa i toni neorealisti. Dopo la seconda guerra mondiale gli viene concesso di continuare a lavorare nel cinema coma altri registi che s'erano legati al regime fascista e gira alcuni film per delle case di produzione cattoliche tra cui la super produzione del dopoguerra FABIOLA che ottiene un grande successo tra il pubblico tanto da essere il miglior incasso della stagione, anche se critica e l'ambiente cattolico hanno vaste critiche, specialmente i secondi indignati per la presenza di immagini sessualmente trasgressive.
Gli anni '50 lo vedono tornare alla Cines e incomincia a dare il via con la pellicola ALTRI TEMPI ai Film a Episodi che avranno il proprio boom nel decennio successivo. Con questi film Blasetti inaugura anche un nuovo periodo del divismo italiano che è totalmente diverso da quello hollywoodiano. Tra i divi possiamo trovare la grande coppia creata e lanciata da Blasetti stesso Marcello Mastroianni – Sofia Loren e Vittorio De Sica – Gina Lollobrigida con la quale conia i nuovo termine di maggiorata. Il regista non accenna a fermarsi e nel '58 con il documentario sexy EUROPA DI NOTTE, incentrato sugli spettacoli notturni di varie città europee, mette i primi mattoni di quello che diverrà il boom dei Mondo Movie e delle Commedie Sexy. Calca il fenomeno con il film-inchiesta IO AMO, TU AMI.
FILMOGRAFIA
Regista (cortometraggi)
1932 - ASSISI
1938 - CACCIA ALLA VOLPE NELLA CAMPAGNA ROMANA
1940 - NAPOLI E LE TERRE D'OLTREMARE
1945 SULLA CUPOLA DI SAN PIETRO
1946 - LA GEMMA ORIENTALE DEI PAPI
1947 - IL DUOMO DI MILANO
1947 - CASTEL SANT'ANGELO
1950 - IPPODROMI ALL'ALBA
1951 - QUELLI CHE SOFFRONO
1953 - MIRACOLO A FERRARA
Regista (lungometraggi)
1929 - SOLE
1930 - RESURRECTIO
1930 - NERONE
1931 - TERRA MADRE
1931 - PALIO
1932 - LA TAVOLA DEI POVERI
1933 - IL CASO HALLER
1934 - 1860
1934 - L'IMPIEGATA DI PAPA'
1934 - VECCHIA GUARDIA
1935 - ALDEBARAN
1937 - CONTESSA DI PARMA
1938 - ETTORE FIERAMOSCA
1939 - RETROSCENA
1940 - UN'AVVENTURA DI SALVATOR ROSA
1941 - LA CORONA DI FERRO
1941 - LA CENA DELLE BEFFE
1942 - 4 PASSI TRA LE NUVOLE
1943 - NESSUNO TORNA INDIETRO
1945 - UN GIORNO NELLA VITA
1949 - FABIOLA
1950 - PRIMA COMUNIONE
1952 - ALTRI TEMPI
1952 - LA FIAMMATA
1954 - TEMPI NOSTRI
1954 - PECCATO CHE SIA UNA CANAGLIA
1955 - LA FORTUNA DI ESSERE DONNA
1957 - AMORE E CHIACCHIERE
1958 - EUROPA DI NOTTE
1961 - IO AMO, TU AMI...
1962 - LE QUATTRO VERITA'
1963 - LIOLA'
1966 - IO, IO, IO...E GLI ALTRI
1967 - LA RAGAZZA DEL BERSAGLIERE
1969 - SIMON BOLIVAR
Televisione
1962 - LA LUNGA STRADA DEL RITORNO
1964 - GLI ITALIANI DEL CINEMA ITALIANO
1970 - NAPOLI 1860: LA FINE DEI BORBONI
1970 - 10 GIUGNO 1940
1970 - ANNI 60: UNA NOTTE IN EUROPA
1972 - STORIE DELL'EMIGRAZIONE
1973 - IL MERCOLEDI' DEL PAPA
1974 - L'ARTE DEL FAR RIDERE
1978 - RACCONTI DI FANTASCIENZA
1980 - L'ARTE DI FAR RIDERE
1980 - IL MIO AMICO PIETRO GERMI
1981 - VENEZIA: UNA MOSTRA PER IL CINEMA
Attore
1935 - ALDEBARAN
1951 - BELLISSIMA
1961 - UNA VITA DIFFICILE
1977 - IL MISTERO DI CINECITTA'
CITAZIONI DI ALESSANDRO BLASETTI
Differenze tra Cinema e Televisione
Innumerevoli nel campo tecnico e meccanico ed anche artistico della realizzazione, importantissime nel criterio sociale e uomano di selezione degli spettacoli, sorprendenti nella immediatezza e nella vastità o nella temporaneità dei risultati sul pubblico, notevoli anche, ma più per abitudine che per necessità effettiva, nella impostazione organizzativa e quindi economica della produzione. Assolutamente nulle nella qualità del mezzo espressivo. […] I due mezzi espressivi non possono dirsi fratelli gemelli soltanto perchè l'uno è nato prima e l'altro dopo. Ma come fratelli debbono guardarsi tra loro per assimilare l'uno il meglio dell'altro. Il cinema deve adeguarsi in coraggio, spregiudicatezza, approfondimento e conquista di una più viva realtà. La televisione deve adeguarsi in esperienza organizzativa e cioè in affinamento della qualità attraverso una più adeguata preparazione ed un più attento controllo, un più serio impegnato nella fase conclusiva e determinante delle trasmissioni.
Il Mestiere del Regista
Il mestiere del regista è un mestiere, fra tutti estremamente difficile, perchè richiede la contemporanea presenza di due sentimenti opposti dell'uomo: l'ambizione (chiamiamola anche presunzione) e l'umiltà. […] All'ambizione che nasce dall'essere il responsabile unico dell'impresa occorre accoppiare l'umiltà. Il regista deve sempre poter essere in grado di pensare che se un film fallisce tutte le colpe sono sue, e se un film riesce non tutti i meriti, e i pregi dell'opera, sono suoi. Inoltre, il regista dev'essere un comandante, deve possedere le qualità umane e morali per poter dirige un gruppo eterogeneo di persone. Deve capire e rispettare i suoi collaboratori, intenderne il lavoro (e lo stile e la portata morale del lavoro), a cominciare dagli scrittori. Deve essere un attore, saper scegliere gli attori, vederli in rapporto ai personaggi e farli recitare. Dev'essere un pittore, perchè è lui, e solo lui, che sceglie le immagini del suo film. Deve essere uno scenografo e soprattutto deve essere un musicista, dominatore della musicalità e del ritmo delle immagini.
Distinzione tra Cinema d'Autore e Cinema Popolare
Non mi sembra affatto accettabile la distinzione che fa la critica tra cinema come prodotto (o film di intrattenimento) e cinema come opera (o film d'autore, cioè film d'arte). La generale, aperta diffidenza – che spesso nell'impeto dei giovani confina addirittura con il disprezzo – di cui il saggismo gratifica sempre i film di grande successo popolare equivale, a mio avviso, ad un improprio, inopportuno, qualche volta soltanto snobistico concetto del criterio intellettuale con cui deve essere valutato il cinema arte; perchè si tratta di un'arte, come ho detto, destinata alla più grande collettività umana. […] Sono pienamente d'accordo che il film meritevole di un giudizio critico non debba essere solamente un prodotto, Ma affermo che deve essere sempre anche un prodotto.
Nel frattempo in Italia è arrivata anche la tv e a questo nuovo mezzo di comunicazione servono registi, così Blasetti decide di cimentarsi anche in questo settore a partire dal 1962 dove girerà soprattutto documentari.
I suoi ultimi due film sono per il cinema SIMON BOLIVAR del 1969 anche se nel 1966 con IO, IO, IO...E GLI ALTRI aveva detto chiusa la sua attività, mentre quello per la tv è VENEZIA: UNA MOSTRA PER IL CINEMA del 1981.
Muore a Roma il primo febbraio 1987.
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