GLI ANNI '20, I GUF E LA CERCHIA DEGLI "ASSICURATI"
Negli anni '30 i giovani cinefili assistettero allo stravolgimento del cinema: al posto dei film statunitensi che
facevano sognare c'erano i film tedeschi, grazie alla legge Alfieri che prevedeva grossi finanziamenti per le
produzioni nazionali funzionali al regime autarchico. Molti di questi giovani cinefili ben presto si unirono sotto
un'unica voce: GUF.
Non è affatto un caso se alcuni degli iscritti al GUF in seguito divennero i protagonisti del nuovo cinema:
Pier Paolo Pasolini, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Mario Verdone, Guido Aristarco, Michelangelo Antonioni,
Luigi Comencini. Erano giovani riuniti per amore e passione per il cinema, volevano rivoluzionarlo e in
seguito lo faranno, erano giovani che guardavano al mito hollywoodiano e a quello sovietico, giovani che
fremevano nel mettersi dietro la mdp e che consideravano prioritarie le esigenze artistiche-industriali rispetto
a quelle politico-propagandistiche, erano giovani dall'ideologia libera, fascisti solo di facciata che riuscivano
spesso nei loro intenti.
Se non fossero stati tutto ciò probabilmente noi non avremmo film di regime come SOLE (1929). La pellicola è
l'esordio di Alessandro Blasetti e insieme alla commedia sofisticata ROTAIE (Mario Camerini, 1930), contenente
una grande dose artistica e tecnica, fu uno dei primi film che inaugurarono la Rinascita del cinema italiano.
Al tempo non fu un grande successo, ma suscitò l'approvazione del Duce in quanto la pellicola infondeva i
valori del fascismo e questo permetterà a Blasetti di entrare nella cerchia degli assicurati fascisti. A tutt’oggi
rimangono solo undici minuti della parte iniziale.
Nel contempo il critico Guido Aristarco chiedeva innanzitutto di superare la fase del dilettantismo e di applicarsi allo studio del cinema con strumenti più rigorosi: “Si chiede uno studio approfondito di una tecnica ardua come quella cinematografica, ma si chiede soprattutto di far piazza pulita di letterati falliti, commediografi altrettanto falliti, ragionieri a spasso, tutta gente che con la facilità della calunnia e con l'amabilità di trovare aggettivi per le gambe di Marlene Dietrich o per gli occhi di Joan Crawford al cinema italiano nasconde un'impreparazione che non vorrebbe mai confessare a se stessa.” Mentre Renato Giani scriveva: “Tutti gli studi sono belli e appassionanti, ma il cinema italiano è proprio Scalera, Serato, Gallone e STA SERA NIENTE DI NUOVO. E chissà se domani potrà essere qualche cosa di diverso.” Chissà…
Nel 1927 grazie alla nascita dei cinegiornali si instaurò il monopolio dell'informazione e di conseguenza il potere assoluto sul popolo. I film antifascisti subirono una dura censura in termini di visibilità e iniziò così il periodo di fascistizzazione. Vennero prodotti film documentari e a soggetto a favore del fascismo, quelli a tema propagandistico antisovietico e anticomunista, quelli che esaltavano il nazionalismo delle glorie, della cultura e della patria. Staccati, ma di poco, da questo processo politico furono alcuni film d'avventura e d'azione, i primi esempi di poliziesco, quelli in costume, tra cui la serie dei Macisti, dei Sansoni e degli acrobati nei quali spiccavano le figure di Aiax, Ausonia, Galaor, Saetta, Fracassa, Astrea, i supereroi italiani. Anche la produzione della Lombardo Film napoletana grazie all'ultima diva Leda Gys continuò a esportare dalla regione i propri film. Parlando di donne dal ruolo importante, un'altra protagonista fu Elvira Notari che diresse molti film di grande successo tra gli emigrati nell'America latina.
Augusto Genina continuò a lavorare a suo modo anche durante il periodo di crisi che si estese a tutti gli anni '20, in quanto rientrava nella cerchia degli “assicurati”, una cerchia di registi che sfruttano l'amicizia con Mussolini per diventare intoccabili davanti alla censura. Oltre a Genina ne facevano parte anche Gallone (SCIPIONE L'AFRICANO, 1937, un'epopea di una sfrontata propaganda fascista), il misconosciuto Toddi (ITALIA PAESE DI BRIGANTI?, 1923) e i già citati Blasetti e Camerini. Nel 1928 la Lombardo Film diventa Titanus e la Lux, simile alla MGM, riunì tutti i più grandi registi dell'epoca come Goffredo Alessandrini, Mario Soldati, Renato Castellani, Alberto Lattuada, Amleto Palermi, Alessandro Blasetti, Carlo Ludovico Bragaglia, Raffaello Matarazzo.
Redazione
Manifesto 0, 2012
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