top of page

Comodin, unico italiano in concorso

Alessandro Comodin è l'unico italiano in concorso a L'Aquila Film Festival con l'opera seconda "I Tempi Felici Verranno Presto". Presenti nella kermesse però anche Stefano Lodovichi con l'opera prima "Aquadro", Federico Micali con "L'Universale", Nico Piro col documentario "Killer Dizez" e Diego Cenetiempo con il cortometraggio "Io e Me Stesso".

 

Le realtà forse più emarginate e lontane a volte divengono il centro di un nuovo flusso ideologico e artistico: è il caso di una regione come il Friuli Venezia Giulia che negli ultimi anni ha dato vita a piccoli grandi film, creando spazi per giovani autori e regalando location a maestri del cinema internazionale come Bellocchio, Salvatores e Tornatore.

Un ricco contesto che ha visto nascere giovani autori come Matteo Oleotto, Lorenzo Bianchin, Alberto Fasulo. Lo stesso però non si può dire per Alessandro Comodin che ha dovuto emigrare in Francia per trovare qualcuno che lo ascoltasse e credesse in lui. Una scelta testarda che gli ha portato fortuna: il suo esordio infatti è stato vincitore del Pardo d'oro al Festival di Locarno. L'opera prima “L'estate di Giacomo” è fatta di piccoli gesti, parole quotidiane, giochi e fantasie, un film poetico che restituisce un'età preziosa che rimane nei ricordi di ognuno.

Il suo secondo lavoro “I Tempi Felici Verranno Presto”, presentato al Festival di Cannes, è una fiaba giovanile ispirata ai racconti del nonno di Comodin. Una fuga per ritrovare se stessi in simbiosi con l'inconscio più profondo della natura, lontano da una guerra che ha tolto la vita a molti ragazzi.

 

Già presente nella scorsa edizione dell'Aquila Film Festival con il thriller IN FONDO AL BOSCO, ambientato in Val di Fassa con protagonisti Filippo Nigro e Camilla Filippi, il giovane regista Stefano Ludovichi torna con l'opera prima “Aquadro”.

Prodotto da Rai Cinema nel 2013 all'interno del progetto “Web Movies”, rientra nella lista del film scelti per il progetto Cinema nelle Biblioteche a cura dell'ANAC. Il film mostra senza retorica la presenza soffocante dei social e l'uso spropositato degli smartphone nelle nuove generazioni che quasi ne sono diventate succubi. E' un lavoro semplice che nel suo piccolo racconta uno spaccato dei giovani d'oggi in modo genuino, senza mai giudicare.

 

Presentato in anteprima al Bif&est, “L'Universale”, è l'opera prima di finzione del

regista toscano Federico Micali. Una commedia all'italiana, un po' grottesca e

auto-ironica, tratta dal documentario realizzato precedentemente “Universale

Cinema D'Essai”. Il film infatti è incentrato sulle “vite” vissute dalla storica sala

cinematografica di Firenze chiamata appunto L'Universale, la quale era diventata

un luogo di riferimento culturale e non solo. Ricordi lontani traspositati sul

grande schermo con una reale nostalgia di ciò che è stato.

Micali, pur essendo un documentarista molto legato al suo territorio ha spesso

trattato nei suoi lavori temi internazionali di denuncia sociale come per 

esempio “Genova senza risposte” o ambientale come nel caso di “Nunca Mais”.

Attualmente sta lavorando alla produzione di una nuova opera “Il Valzer della

Neve”.

 

Killa Dizez probabilmente non ci dice niente, ma il suo sinonimo Ebola fa scattare qualcosa dentro tutti noi. Molto è stato detto su questa malattia assassina, nei giornali e nelle tv: una fuga di notizie dentro le quali è difficile orientarsi.

Ecco perché “Killa Dizez – Vita e Morte al Tempo di Ebola”, il documentario di Nico Piro che mostra in esclusiva momenti presi dall'interno della zona rossa dove si trovano i pazienti più a rischio di contagio.

Piro, giornalista e inviato speciale esteri del Tg3, autore di diversi approfondimenti sul conflitto afgano, ha deciso nel gennaio 2015 di soffermarsi in un punto ben preciso della Sierra Leone, Stato africano maggiormente colpito dal virus. Le immagini raccontano la lotta quotidiana che vivono le persone ammalate, quelle appena guarite e le possibili contagiate, senza dimenticare chi è arrivato in questa terra per dare una mano nel combattere qualcosa di invisibile e sconosciuto.

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI

 

 

Von Chanelly

Manifesto 0, 20 ottobre 2016

 

Collaborazioni: 

Se anche tu vuoi collaborare con Manifesto 0 o chiedere la pubblicazione di un qualsiasi contenuto inerente scrivici a Emme0Mzero@gmail.com

Tag più frequenti: 

© 2012 - 2017 by Manifesto Ø

bottom of page