IL MACRO BOOM DEL CINEMA ITALIANO
A cavallo degli anni '50-'60 in tutto il mondo si sviluppò un boom a livello cinematografico:
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in Francia nacque la Nouvelle Vogue con Godard, Truffaut, Chabrol, Rivette, Rohmer
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negli USA il New American Cinema si sviluppò con Jonas Mekas
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in Germania ci fu la Junger Deutsche con Alexander Kluge e Win Wenders
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in Giappone Nagisa Oshima riformulò il cinema giapponese
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in UK Lindsay Anderson e Karal Reisz iniziarono una nuova stagione con il Free Cinema
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in Brasile Glauber Rocha creò il Cinema Novo Brasiliano
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in Polonia emergevano figure essenziali come Roman Polanski e Jerzy Skolimowski
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in Cecoslovacchia eccelleva la nova vlnà
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in Italia il boom economico influenzò (in parte) il cinema sviluppando così il momento più fruttifero di generi, stili, storie, linguaggi, sperimentazioni, filoni e sottofiloni.
FILM D'AVVENTURA
Il primo genere che si sviluppò durante il boom probabilmente fu quello d'avventura già presente nel
dopoguerra con il film ACQUILA NERA (Riccardo Freda, Rossano Brazzi e Primo Zeglio, 1946), unico film a cui
fu concesso il permesso di esser girato all'interno del Quirinale. I motivi per cui questo genere si sviluppò
per primo risale alle conseguenze della seconda Guerra Mondiale. Gli Studi di Cinecittà e i Teatri di Posa
ancora in piedi furono occupati dai barboni e questo fatto fece sentire gli italiani inferiori agli americani. Per
costruire nuove strutture fu necessario disporre di fondi che all'epoca non c'erano, così escludendo il
Neorealismo che pareva assumere il ruolo del sale su una ferita aperta, si lavorò a un genere in grado di
coinvolgere le masse. Un genere per intrattenere ma allo stesso tempo fare anche cultura, così, rispolverando
la formula utilizzata da alcuni registi italiani di inizio secolo, si realizzarono film come quelli di Cappa e Spada,
i quali avevano per protagonisti personaggi realmente esistiti durante il Medioevo e il Rinascimento oppure
tutto quello che riguardava il cinema corsaro come lo strepitoso sceneggiato televisivo di enorme successo
SANDOKAN (Sergio Sollima, 1976), divenuto un vero e proprio “caso nazionale”.
Redazione
Manifesto 0, 2012
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