Stefano Pittaluga
Stefano Pittaluga nato a Campomorone il 2 febbraio 1887 è stato un produttore cinematografico italiano, ma soprattutto una figura di riferimento per il “Risorgimento” del cinema nostrano.
Iniziò la sua attività nel 1913 come distributore e grazie al suo intuito di finanziere cinematografico, una figura che doveva ancora prendere piede nel nostro cinema, in pochi anni riuscì ad avere il controllo di circa duecento sale cinematografiche sparse in tutto il territorio nazionale. Non solo esercente, ma anche distributore e produttore, era riuscito ad avere il controllo di una grande fetta del sistema e non c'è da stupirsi se nel 1929 quando entrò come socio alla Cines riuscì a portare avanti una nuova idea di cinema e a farla funzionare.
Sfortunatamente morì giovanissimo a soli 44 anni il 5 aprile 1931 a Roma e non riuscì a portare a termine il suo progetto, quel progetto che avrebbe cambiato radicalmente la situazione del cinema italiano, un progetto che non era una semplice utopia e ciò è dimostrato dai primi risultati che Pittaluga riuscì ad ottenere in poco tempo. Diede vita al primo film sonoro italiano, alla commedia leggera di Guido Brignone e Goffredo Alessandrini, alle prime prove di Alessandro Blasetti e Mario Camerini, non chiedeva soldi allo Stato, piuttosto proponeva di abbassare le tasse sugli incassi e rifiutava pure la “cerchia degli assicurati”, mettendosi contro lo Stato e i registi fascisti, non sopportava il cinema complicato d'autore pieno di retorica destinato a un'elite ma favoriva il cinema di genere, quello popolare che portava le grandi masse al cinema, incarnato dal suo personaggio simbolo Maciste, interpretato da Bartolomeo Pagano, voleva la libera circolazione dei film stranieri, abolì il divismo, investì nelle giovani maestranze e nel doppiaggio, un mito se si può definire così, un mito che se ne andò troppo presto e che oggi fa ancora più male saperlo dimenticato dai più. Un genio che l'aveva vista lunga e che aveva presto in mano una cinematografia marcescente a cui stava ridando vita, un personaggio a cui tutti noi dovremmo ispirarci invece che lasciarlo scritto solo nei libri di storia del cinema.
A oggi esiste un premio che viene assegnato ai produttori che si mettono maggiormente in luce nel cinema italiano contemporaneo.
Alessandro Blasetti, nell'epitaffio su Il Tevere del 7 aprile 1931, così scrisse:
“Stefano Pittaluga non si sostituisce. Ma non c'è bisogno di sostituirlo. Egli non ci ha lasciato di fronte ad una dura posizione da conquistare. L'ha conquistata - purtroppo con il sacrificio della sua vita - e ce l'ha consegnata con un solo compito, con un solo dovere: non disertarla, saperla difendere. La sua azienda, da lui controllata fino all'ultimo respiro, in ogni pietra ed in ogni uomo, è un organismo vivo e vitale creato dalla sua intelligenza vigile di industriale e di commerciante, dalla sua solida capacità organizzativa, dalla sua indiscutibile conoscenza delle materie e degli uomini”
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