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Manifesto 0: Sei giovanissimo ma la tua passione è molto forte e la voglia di realizzare prodotti audiovisivi è grande. Come vivi questa nuova esperienza?


Roberto D'Antona: Diciamo che non posso fare a meno di tutto questo, insomma, il cinema è la mia vita. Sono cresciuto guardando i film di Carpenter, Raimi, Tarantino, Burton e tanti altri. Amo quei film che per tutta la loro durata riescono a regalare forti emozioni e spesso farti sognare, quando sei in quella sala, davanti allo schermo, cominci un lungo viaggio che ti trasporta lontano da ogni pensiero. Lo amo per questo, così come amo sognare i miei film.
Ho ancora tanto da imparare, sono autodidatta, quindi devo impegnarmi tutti i giorni 25 ore su 24. Sicuramente questa passione richiede enormi sacrifici la gente che mi circonda spesso mi definisce un pazzo, forse lo sono. A volte mi fermo per strada e immagino una scena, poi mi guardo allo specchio e ne scrivo un'altra.


M0: Cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?


RA: Da bambino ho sempre sognato di essere Jack Burton (Big Trouble in Little China) e con il passare del tempo questo desiderio mi ha fatto capire che il mio sogno più grande era quello di fare l'attore. Con il passare degli anni, la crescita accompagnata da una visione costante e giornaliera di innumerevoli film, mi ha spinto a dirigere i miei film.

 
M0: Hai cominciato con DYLAN DOG..come mai sei partito da questo fumetto?


RA: Dylan è il mio fumetto preferito e rimasi molto deluso dal film Hollywoodiano. Il mio eroe si era trasformato in un Superman che ammazzava i mostri di Buffy. Così, spinto dalla delusione e accompagnato da diverse esperienze su vari set di videoclip e cortometraggi, mi feci coraggio, presi una piccola videocamera digitale ed assieme ai miei amici girai questo fan-film con un Dylan immaginato da me. Un fan-film molto fortunato perché, nonostante i mille errori, ci ha regalato, sul web, un successo che non mi sarei mai aspettato.


M0: AZAS sta andando molto bene. Vuoi raccontarci di questa tua ultima esperienza?


RA: A.Z.A.S è nato grazie al mio capriccio di realizzare un cortometraggio con zombie. Ero molto attratto dall'idea di realizzare un lavoro con i non morti, così con la mia squadra, nonostante l'entrata e l'uscita di alcuni membri, abbiamo fatto una riunione nella quale ho proposto il progetto. Entusiasti della sfida, abbiamo fatto alcuni test e, verificando i risultati, abbiamo deciso di dar vita ad una serie horror con spunti comici. Immaginate THE WALKING DEAD con i protagonisti di SHAUN OF THE DEAD in una storia non-sense come quelle dei b-movie degli anni '80.


M0: Sei nato negli anni '90 quindi tutto il grande cinema l'hai sempre studiato nei libri e l'hai visto nei dvd. Crea in te qualche tipo di disagio il fatto di non poter toccare da vicino qualche corrente artistica cinematografica o di non poter assistere a film di genere nei grandi schermi?


RA: Mi sarebbe piaciuto molto vedere Citizen Kane al cinema, così come tanti altri capolavori venuti prima e dopo. Questa cosa però non crea in me alcun tipo di disagio, in quanto, libri, interviste e soprattutto i loro film, dicono molto sui grandi maestri e, con il giusto impegno, oggi si può imparare a conoscerli molto bene. Nel bene e nel male sono contento di esser nato in tempi recenti e ripeto che mi sono innamorato del cinema guardando i film degli anni '80.



M0: Un lato positivo di essere nato in tempi recenti ti ha dato modo di esprimerti. La nostra generazione deve molto alla tecnologia e alla diffusione di informazione grazie ai nuovi media come internet. Tu hai usufruito di Youtube mentre la vecchia generazione vedi Nanni Moretti se già in giovane età aveva la passione e la voglia che hai tu l'unica cosa che poteva fare era comprarsi un super8, ma di certo le possibilità erano minori. Hai qualche cosa da dire a proposito?


RA: Sicuramente oggi gli artisti indipendenti (qualunque sia il loro campo) dispongono di un'ottima vetrina e questa diffusione sempre più vasta, per merito del web, rende semplice il mettersi in mostra, ma è altrettanto difficile farsi notare. Siamo tantissimi e la maggior parte degli YouTubers sono dei veri talenti.


M0:  Molti giovani hanno la possibilità oggi di fare cinema ma troppi finiscono per realizzare prodotti amatoriali. Oggi è troppo presto per dire quali saranno i registi del domani ma credi che la nuova generazione possa portare una ventata di aria fresca?


RA: Certamente. Ci sono tanti ragazzi con idee originali, ragazzi che vogliono far tornare, sopratutto in Italia, generi scomparsi ormai da anni; per esempio l'horror, il fantasy e l'avventura. Se i ragazzi mostrano il loro talento con 0 budget, immaginiamo con una produzione che li sostiene cosa sarebbero capaci di fare. Negli Stati Uniti le produzioni investono molto nel cinema indipendente e qui sembra che qualcosa stia cambiando. Ovviamente per quel che mi riguarda bisogna crescere e fare ancora tantissima esperienza, sopratutto nella sceneggiatura, il primo grande passo per realizzare un buon film.


M0: Tu ora fai prodotti per il web, hai il tuo canale e i tuoi fan, in futuro ti piacerebbe passare al cinema?

 

RA: Sarebbe incredibile, il mio sogno più grande è quello di vedere un mio lavoro sul grande schermo, ma mi piacerebbe anche realizzare delle serie tv, intendo serie come quelle sfornate in America negli ultimi anni. Serie che non hanno nulla da invidiare ai prodotti cinematografici.


M0: I tuoi coetanei come vedono il cinema italiano dei grandi schermi?e quello underground/indipendente?


RA: Se parliamo del cinema Italiano, spero che continuino a non guardarlo. Ultimamente si realizzano lavori insufficienti e superficiali, spesso qualitativamente bassi, al contrario dell'indipendente, che nel tempo offre sempre più qualità e cura dei dettagli più insignificanti.
Ci sono lavori indipendenti che sono eccezionali.


M0: Dal tuo punto di vista come vedi il sistema cinematografico italiano?c'è qualcosa che vorresti cambiare se ne avessi la possibilità?

 

RA: Assolutamente si! Siamo circondati da bravissimi artisti e tecnici, ma ci vogliono nuovi nomi, sia come attori che come registi e sceneggiatori.
Poi bisognerebbe cambiare la mentalità, basta con le solite commedie e i film di mafia e drammatici, esistono tanti altri generi. Inoltre, bisognerebbe investire di più e dare vita ad una macchina produttiva che realizzi molti più film in un anno.

 

M0: Scusa se insisto, ma negli anni in cui frequentavi le superiori hai visto il governo fare i taglia alle scuole e quindi al tuo mondo di allora, alla tua cultura. All'epoca ti accorgevi di quello che accadeva? Ti sentivi minacciato per il tuo futuro cinematografico?


RA: Sicuramente. In me cresceva sempre più la paura di non potermi realizzare, ma non è che adesso io non tema il futuro.


M0: Credi che alla tua generazione se fosse avvisata di quello che sta succedendo ora a Cinecittà potrebbe importarle qualcosa?


RA: Alla maggior parte no, ma a chi frequenta ed osserva questo campo importa molto. Per chi come me ama questo mestiere è come veder morire qualcuno che conosci.

Roberto D'Antona

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Articolo, Recensione primo Episodio e Recensione completa su JOHNNY

 

Articolo su ORA PRO NOBIS

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