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Carmine Gallone

Carmine Gallone fu un regista cinematografico italiano attivo sia durante il cinema muto che nel sonoro, famoso soprattutto per i film musicali e quelli storici.

 

Nacque a Taggia il 18 settembre 1885 e iniziò la sua carriera giovanissimo in ambito teatrale come autore e interprete per poi avvicinarsi al mondo del cinema come critico. Dopo aver vinto l'anno prima il Concorso drammatico nazionale con un suo dramma Britannico nel 1912 si trasferisce a Roma dove continua con il teatro presso la compagnia del Teatro Argentina. Nello stesso anno gli capita l'occasione di lavorare presso la Cines, lì incontrerà anche la sua futura moglie e interprete di molti suoi film Soava Gallone. Due anni più tardi viene promosso a regista e diresse ben tredici film ma è solo nel 1918 che arriva il successo di pubblico e di critica con il film REDENZIONE prodotto dalla Medusa Film. Prima di trasferirsi all'estero a causa della grande crisi che il cinema italiano stava vivendo girò nel 1924 un film con Augusto Genina dal titolo IL CORSARO. Anche se rimase per parecchi anni all'estero in vari Stati come Francia, Inghilterra, Austria e Germania non perdette mai i legami con la propria patria e con il proprio passato, infatti durante gli anni '30 Gallone realizzerà alcuni film che risentono della sua esperienza nel teatro, più precisamente saranno soggetti lirici o di impronta storica, dediti a esaltare il regime fascista. E' proprio questo genere di produzioni che accontentavano una buona fetta di pubblico e nel contempo sapevano fare cultura e che dimostravano un attento studio tecnico che lo farà 

 

paragonare a Cecile B. De Mille. Prima di tornare in Italia, l'esperienza a Berlino segna un passo importante nella filmografia di Gallone in quanto girerà nel 1929 TERRA SENZA DONNE, uno dei suoi film migliori e più innovativi. Nel 1937 è il turno di SCIPIONE L'AFRICANO, una pellicola di genere storico che pur contenendo un'esplicita enfasi fascista non venne apprezzato dal Duce. Ironica è diventata la frase che Gallone pronunciò prima che Mussolini vedesse il film:



“Se il film non piace al Duce mi sparo.”


Non si sparò e venne premiato a Venezia. Dopo la guerra il suo ruolo è fondamentale nel far riaffiorire il genere melodrammatico in Italia. Particolare è CASA RICORDI, un sensazionale riassunto di tutta la lirica italiana che ripercorre cento anni di vita delle più famose case di edizioni musicali. Nel '55 e nel '61 ha l'occasione di dirigere rispettivamente due film della serie di Don Camillo con Gino Cervi e Fernandel, DON CAMILLO E L'ONOREVOLE PEPPONE e DON CAMILLO MONSIGNORE...MA NON TROPPO. Nel '63 conclude la sua carriera con “Carmen di Trastevere” e morirà a Frascati dieci anni più tardi, il 4 aprile 1973.

 

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