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Pina Menichelli

Una delle figure di primo piano nel sistema divistico insieme a Lyda Borelli e Francesca Bertini durante il periodo del cinema muto italiano è stata indubbiamente Pina Menichelli, nata a Castroreale il 10 gennaio 1890.

 

All'anagrafe è Giuseppa Iolanda Menichelli e proviene da una dinastia di attori teatrali, il cui capostipite fu Nicola Minichelli, noto e apprezzato comico siciliano del settecento. Fin da piccola inizia a recitare finché non approda alla Cines dove tra il 1913 e il 1914 recita in numerosi film. All'interno di uno di questi viene notata dal regista Giovanni Pastrone il quale la porta all'Itala Film lanciandola al successo nel 1925 con FUOCO. La Menichelli fu talmente apprezzata in questo ruolo, non solo per l'acconciatura da gufo che le cadeva a pennello, ma anche per la perfetta incarnazione del personaggio che fu nominata femme fatale per eccellenza nel cinema muto. Ancora fresca di successo fu richiamata da Pastrone per il ruolo della protagonista in TIGRE REALE, il quale fu un altro successo. Per l'Itala Film girò ancora una serie di film per poi passare alla Rinascimento Film, casa fondata da suo marito il barone Carlo Amato. Stanca dei soliti ruoli che le stavano ormai stretti a causa di alcune critiche negative nonostante il successo che riusciva a riscuotere nel pubblico internazionale decise negli anni '20 di passare alla commedia sbalordendo così la stessa critica e il pubblico. Con questa mossa uscì dalle scene con classe dedicandosi ai suoi doveri di moglie e madre.
 

Morì a Milano il 29 agosto del 1984 in maniera inosservata senza avere il giusto riconoscimento che avrebbe sicuramente meritato.

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